Codice Penale art. 544 quinquies - Divieto di combattimenti tra animali 1 .

Maria Teresa Trapasso

Divieto di combattimenti tra animali 1.

[I]. Chiunque promuove, organizza o dirige combattimenti o competizioni non autorizzate tra animali che possono metterne in pericolo l'integrità fisica è punito con la reclusione da due a quattro anni e con la multa da 50.000 a 160.000 euro2.

[II]. La pena è aumentata da un terzo alla metà:

1) se le predette attività sono compiute in concorso con minorenni o da persone armate;

2) se le predette attività sono promosse utilizzando videoriproduzioni o materiale di qualsiasi tipo contenente scene o immagini dei combattimenti o delle competizioni;

3) se il colpevole cura la ripresa o la registrazione in qualsiasi forma dei combattimenti o delle competizioni.

[III]. Chiunque, fuori dei casi di concorso nel reato, allevando o addestrando animali li destina sotto qualsiasi forma e anche per il tramite di terzi alla loro partecipazione ai combattimenti di cui al primo comma è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 5.000 a 30.000 euro. La stessa pena si applica anche ai proprietari o ai detentori degli animali impiegati nei combattimenti e nelle competizioni di cui al primo comma, se consenzienti, e a chiunque partecipa a qualsiasi titolo ai combattimenti o alle competizioni di cui al primo comma3.

[IV]. Chiunque, anche se non presente sul luogo del reato, fuori dei casi di concorso nel medesimo, organizza o effettua scommesse sui combattimenti e sulle competizioni di cui al primo comma è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 5.000 a 30.000 euro.

 

competenza: Trib. monocratico

arresto: non consentito (primo, terzo e quarto comma); facoltativo (secondo comma)

fermo: non consentito

custodia cautelare in carcere: non consentita (primo, terzo e quarto comma); consentita (secondo comma, ma v. art. 275, comma 2 bis, c.p.p.)

altre misure cautelari personali: non consentite (primo, terzo e quarto comma); consentite (secondo comma)

procedibilità: d'ufficio

[1] V. nota al tit. IX-bis.

[2]  Comma modificato dall'art. 3, comma 1, lett. a) l. 6 giugno 2025, n. 82 che ha sostituito le parole: «da due a quattro anni» alle parole: «da uno a tre anni».

[3] Le parole: «, e a chiunque partecipa a qualsiasi titolo ai combattimenti o alle competizioni di cui al primo comma» sono state aggiunte in fine dall'art. 3, comma 1, lett. b) l. 6 giugno 2025, n. 82.

Inquadramento

La fattispecie, introdotta dall'art.1, l. n. 189/2004, si pone come strumento volto, oltre che alla tutela del sentimento umano di pietà nei confronti degli animali, anche alla repressione del fenomeno, frequente nell'ambito della criminalità organizzata, dei combattimenti e delle competizioni sportive clandestine tra animali. Questo dato ha contribuito ad una qualificazione del delitto quale reato plurioffensivo, così da includere nel suo perimetro di tutela anche l'“ordine pubblico” (così Basini, 243).  La tutela degli animali, con l'introduzione della legge costituzionale n. 1/2022 è ora oggetto di previsione costituzionale all'art.9, comma 3, Cost.

Soggetti

Si tratta di un reato comune, che può essere commesso da chiunque, salvo per l'ipotesi indicata nel comma 3 dell'art. 544-quinquies che, prevede la punibilità dei proprietari o dei detentori degli animali impiegati nei combattimenti o nelle competizioni (se consenzienti), così da determinare la qualificazione della relativa fattispecie in termini di reato proprio.

Materialità

La norma si articola in più condotte:

a) al comma 1 viene punita la promozione, l'organizzazione o la direzione di combattimenti o competizioni non autorizzate, tra animali, che possono minacciarne l'integrità fisica. Per combattimento deve intendersi lo scontro tra animali, anche di specie diversa (diffuso nell'ambiente delle scommesse clandestine, quello tra cani o tra galli, così Dolcini-Gatta, 2664); per competizioni, le gare tra animali (es. corse di cavalli): perché esse assumano rilievo ex art. 544-quinquies è necessario che siano caratterizzate dall'assenza di autorizzazione (quindi sono irrilevanti penalmente le manifestazioni ippiche negli ippodromi) e dall'idoneità a mettere in pericolo la vita dell'animale (non rientra nel predetto requisito il rischio di infortunio insito nell'attività agonistica: si v. Dolcini-Gatta, 2665).

b) al comma 2 sono previste ipotesi di aggravamento di pena (si v. infra)

c) al comma 3 si punisce (fuori dai casi di concorso nel reato) la condotta di allevamento o di addestramento degli animali destinati a partecipare ai combattimenti: è su tale destinazione che si incentra il disvalore della condotta, che risulta integrata anche laddove l'animale non abbia preso parte a tali combattimenti.

Viene altresì punita la condotta dei proprietari e dei detentori degli animali che abbiano partecipato ai combattimenti, laddove vi sia stato il consenso di costoro a tale impiego.

d) al comma 4 viene sanzionata la condotta di chi (fuori dai casi di concorso nel reato) organizza o effettua scommesse sui combattimenti di cui al comma 1. Non è richiesta la presenza dei soggetti attivi sul luogo del reato: dato, questo, che ha indotto gli interpreti a ritenere ricomprese nell'ambito applicativo della norma anche le scommesse effettuate per via telefonica o telematica (così Dolcini-Gatta, 2666).

Elemento psicologico

Il delitto è punito a titolo di dolo generico; e ammissibile anche la forma del dolo eventuale (Dolcini-Gatta, 2666).

Consumazione e tentativo

La fattispecie si consuma al momento del perfezionarsi delle condotte descritte nelle singole previsioni.

Il tentativo viene ritenuto ammissibile (così Dolcini-Gatta, 2666).

Circostanze

L'art. 544 quinquies, al comma 2, prevede un aumento di pena da un terzo alla metà nelle seguenti ipotesi:

a) nel caso in cui le attività di cui al comma 1 siano compiute in concorso con minorenni o da persone armate. Si è letto un tale riferimento come indizio del coinvolgimento della criminalità organizzata e, con riguardo ai minori, come previsione che mira a contrastare la prassi di utilizzo per tali condotte criminali di soggetti non imputabili (così Napoleoni, 1114).

b) nel caso in cui tali attività vengano promosse utilizzando videoriproduzioni o materiale di qualsiasi tipi contenente scene o immagini dei combattimenti o delle competizioni

c) se il colpevole cura la ripresa o la registrazione in qualsiasi forma dei combattimenti o delle competizioni.

L'incremento sanzionatorio per entrambe le ultime ipotesi si spiega con l'esigenza di reprimere in modo più severo l'utilizzo di strumenti di diffusione mediatica di tali competizioni criminali.

Cause di non punibilità

La fattispecie non trova applicazione nei casi di manifestazioni storiche e culturali autorizzate dalla Regione competente (così art. 19 ter disp. coord. c.p., inserito dall'art. 3 l. n. 189/2004).

Rapporti con altri reati

Nel caso di morte dell'animale, in assenza della previsione nell'art. 544-quinquies di un aggravante che abbia ad oggetto tale evento, è ritenuto ammissibile il concorso con la fattispecie di cui all'art. 544-bis (conformemente al coefficiente psicologico richiesto dalla fattispecie di “uccisione degli animali”, dovrà ricorrere il dolo dell'evento “morte”, in capo al soggetto agente).

Viene altresì affermato il concorso con il delitto di cui all'art. 544-ter, nel caso, pure frequente, di somministrazione di sostanze dopanti ovvero di tecniche violente volte a incrementare l'aggressività degli animali. (Dolcini-Gatta, 2667).

Il concorso viene escluso, e troverà applicazione esclusivamente l'art. 544-quinquies, punito più gravemente, riguardo i rapporti con la fattispecie di cui all'art. 544-quater (in virtù della previsione in esso contenuta, della clausola di sussidiarietà a favore del reato più grave).

Con riguardo alla contravvenzione di “organizzazione abusiva di scommesse e d partecipazione alle stesse” (art. 4, comma 1, e 3, l. n. 401/1989), in applicazione del principio di specialità, si ritiene doversi applicare solo la fattispecie di cui all'art. 544-quinquies, con riferimento alla condotta di cui al comma 4 (si v. Napoleoni, 1115).

Profili processuali

Il reato di “divieto di combattimento tra animali” è procedibile d'ufficio e di competenza del Tribunale monocratico.

L'arresto non è consentito per le ipotesi di cui ai commi 1, 2, 4; è facoltativo per l'ipotesi di cui al comma 2.

Il fermo non è consentito. La custodia cautelare in carcere non è consentita per le ipotesi di cui ai commi 1, 3, 4; è consentita per l'ipotesi di cui al comma 2. Le altre misure cautelari personali non sono consentite per le ipotesi di cui ai commi 1, 3, 4; sono consentite per l'ipotesi di cui al comma 2.

Possono esercitare i diritti e le facoltà attribuiti alla persona offesa solo gli enti e le associazioni ai quali, anteriormente alla commissione del fatto per cui si procede, siano state riconosciute, secondo la procedura stabilita dal Decreto del Ministero della Salute del 2 novembre 2006, le finalità di tutela degli interessi lesi dal reato (Cass., III, n. 28071/2017).

In relazione alla costituzione di parte civile e di intervento degli enti e delle associazioni animaliste, ex art. 91 c.p.p., si v. sub art. 544-bis; con riguardo al sequestro degli animali, si v. sub art. 544-sexies.

Bibliografia

V. sub art. 544 bis.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario