Codice Penale art. 590 bis - Lesioni personali stradali o nautiche gravi o gravissime 1 .

Maria Teresa Trapasso

Lesioni personali stradali o nautiche gravi o gravissime 1.

[I] Chiunque cagioni per colpa ad altri una lesione personale con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale o della navigazione marittima o interna e' punito con la reclusione da tre mesi a un anno per le lesioni gravi e da uno a tre anni per le lesioni gravissime. Le stesse pene si applicano a colui che abbandona animali domestici su strada o nelle relative pertinenze, quando dall'abbandono consegue un incidente stradale che cagiona le lesioni personali. 2

[II] Chiunque, ponendosi alla guida di un veicolo a motore in stato di ebbrezza alcolica ai sensi dell'articolo 186, comma 2, lettera c), del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, o di alterazione psicofisica conseguente all'assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope, ovvero alla guida di una delle unita' da diporto indicate all'articolo 3 del codice della nautica da diporto, di cui al decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, in stato di ebbrezza alcolica o di alterazione psicofisica conseguente all'assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope in presenza delle condizioni previste dagli articoli 53-bis, comma 2, lettera c), e 53-quater del medesimo codice della nautica da diporto, cagioni per colpa a taluno una lesione personale e' punito con la reclusione da tre a cinque anni per le lesioni gravi e da quattro a sette anni per le lesioni gravissime3.

[III] La stessa pena si applica al conducente di un veicolo a motore di cui all'articolo 186-bis, comma 1, lettere b), c) e d), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, o di un'unita' da diporto di cui all'articolo 53-ter, comma 1, lettera b), del decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, il quale, in stato di ebbrezza alcolica ai sensi rispettivamente degli articoli 186, comma 2, lettera b), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e 53-bis, comma 2, lettera b), del decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, cagioni per colpa a taluno lesioni personali gravi o gravissime.

[IV] Salvo quanto previsto dal terzo comma, chiunque, ponendosi alla guida di un veicolo a motore o di una delle unita' da diporto di cui all'articolo 3 del decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, in stato di ebbrezza alcolica ai sensi rispettivamente degli articoli 186, comma 2, lettera b), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e 53-bis, comma 2, lettera b), del decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, cagioni per colpa a taluno lesioni personali, e' punito con la reclusione da un anno e sei mesi a tre anni per le lesioni gravi e da due a quattro anni per le lesioni gravissime.

[V] Le pene di cui al quarto comma si applicano altresi':

1) al conducente di un veicolo a motore che, procedendo in un centro urbano ad una velocita' pari o superiore al doppio di quella consentita e comunque non inferiore a 70 km/h, ovvero su strade extraurbane ad una velocita' superiore di almeno 50 km/h rispetto a quella massima consentita, cagioni per colpa a taluno lesioni personali gravi o gravissime;

2) al conducente di un veicolo a motore che, attraversando un'intersezione con il semaforo disposto al rosso ovvero circolando contromano, cagioni per colpa a taluno lesioni personali gravi o gravissime;

3) al conducente di un veicolo a motore che, a seguito di manovra di inversione del senso di marcia in prossimita' o in corrispondenza di intersezioni, curve o dossi o a seguito di sorpasso di un altro mezzo in corrispondenza di un attraversamento pedonale o di linea continua, cagioni per colpa a taluno lesioni personali gravi o gravissime.

[VI] Nelle ipotesi di cui ai commi precedenti la pena e' aumentata se il fatto e' commesso da persona non munita di patente di guida o, ad eccezione delle ipotesi di cui al quinto comma, di patente nautica, ove prescritta, o con patente sospesa o revocata, ovvero nel caso in cui il veicolo a motore o l'unita' da diporto sia di proprieta' dell'autore del fatto e tale veicolo o unita' da diporto sia sprovvisto di assicurazione obbligatoria.

[VII] Nelle ipotesi di cui ai commi precedenti, qualora l'evento non sia esclusiva conseguenza dell'azione o dell'omissione del colpevole, la pena è diminuita fino alla metà.

[VIII] Nelle ipotesi di cui ai commi precedenti, qualora il conducente del veicolo o dell'unita' da diporto cagioni lesioni a piu' persone, si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la piu' grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non puo' superare gli anni sette.

[IX] Il delitto e' punibile a querela della persona offesa se non ricorre alcuna delle circostanze aggravanti previste dal presente articolo.

 

competenza: Trib. monocratico

arresto: facoltativo (comma 2, 3, 4 e 5); non consentito (nelle altre ipotesi; v. anche art. 1898 d.lg. n. 285/1992)

fermo: consentito (comma 2 e 3, nel caso di lesioni gravissime)

custodia cautelare in carcere: consentita (comma 2 e 3)

altre misure cautelari personali: consentite (comma 2 e 3;  comma 4 e 5, misure coercitive exart. 3915 c.p.p., misure interdittive nel caso di lesioni gravissime; v. anche art. 1896 d.lg. n. 285/1992)

procedibilità: a querela di parte; d'ufficio (comma nono: per le circostanze aggravanti previste nei commi 2-6)

 

[1] Articolo precedentemente inserito dall'art. 1 del d.l. 23 maggio 2008, n. 92, conv., con modif., dalla legge 24 luglio 2008, n. 125,  successivamente sostituito dall'art. 1, comma 2, l. 23 marzo 2016, n 41 , con effetto a decorrere dal 25 marzo 2016, ai sensi dell'art. 1, comma 8, l. n. 41, cit., il testo precedente era il seguente: " Articolo 590-bis. Computo delle circostanze. [I]. Quando ricorre la circostanza di cui all'articolo 589, terzo comma, ovvero quella di cui all'articolo 590, terzo comma, ultimo periodo, le concorrenti circostanze attenuanti, diverse da quelle previste dagli articoli 98 e 114, non possono essere ritenute equivalenti o prevalenti rispetto a queste e le diminuzioni si operano sulla quantità di pena determinata ai sensi delle predette circostanze aggravanti".  e, da ultimo, sostituito dall'art. 1, comma 3, l. 26 settembre 2023, n. 138, il testo precedente alla sostituzione era il seguente: «(Lesioni personali stradali gravi o gravissime) -Chiunque cagioni per colpa ad altri una lesione personale con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale è punito con la reclusione da tre mesi a un anno per le lesioni gravi e da uno a tre anni per le lesioni gravissime. - Chiunque, ponendosi alla guida di un veicolo a motore in stato di ebbrezza alcolica o di alterazione psico-fisica conseguente all'assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope ai sensi rispettivamente degli articoli 186, comma 2, lettera c), e 187 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, cagioni per colpa a taluno una lesione personale, è punito con la reclusione da tre a cinque anni per le lesioni gravi e da quattro a sette anni per le lesioni gravissime. Le pene di cui al comma precedente si applicano altresì al conducente di un veicolo a motore di cui all'articolo 186-bis, comma 1, lettere b), c) e d), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, il quale, in stato di ebbrezza alcolica ai sensi dell'articolo 186, comma 2, lettera b), del medesimo decreto legislativo n. 285 del 1992, cagioni per colpa a taluno lesioni personali gravi o gravissime. Salvo quanto previsto dal terzo comma, chiunque, ponendosi alla guida di un veicolo a motore in stato di ebbrezza alcolica ai sensi dell'articolo 186, comma 2, lettera b), del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, cagioni per colpa a taluno lesioni personali, è punito con la reclusione da un anno e sei mesi a tre anni per le lesioni gravi e da due a quattro anni per le lesioni gravissime. - Le pene di cui al comma precedente si applicano altresì: 1) al conducente di un veicolo a motore che, procedendo in un centro urbano ad una velocità pari o superiore al doppio di quella consentita e comunque non inferiore a 70 km/h, ovvero su strade extraurbane ad una velocità superiore di almeno 50 km/h rispetto a quella massima consentita, cagioni per colpa a taluno lesioni personali gravi o gravissime; 2) al conducente di un veicolo a motore che, attraversando un'intersezione con il semaforo disposto al rosso ovvero circolando contromano, cagioni per colpa a taluno lesioni personali gravi o gravissime; 3) al conducente di un veicolo a motore che, a seguito di manovra di inversione del senso di marcia in prossimità o in corrispondenza di intersezioni, curve o dossi o a seguito di sorpasso di un altro mezzo in corrispondenza di un attraversamento pedonale o di linea continua, cagioni per colpa a taluno lesioni personali gravi o gravissime. - Nelle ipotesi di cui ai commi precedenti la pena è aumentata se il fatto è commesso da persona non munita di patente di guida o con patente sospesa o revocata, ovvero nel caso in cui il veicolo a motore sia di proprietà dell'autore del fatto e tale veicolo sia sprovvisto di assicurazione obbligatoria. - Nelle ipotesi di cui ai commi precedenti, qualora l'evento non sia esclusiva conseguenza dell'azione o dell'omissione del colpevole, la pena è diminuita fino alla metà. - Nelle ipotesi di cui ai commi precedenti, qualora il conducente cagioni lesioni a più persone, si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni sette.-  Il delitto è punibile a querela della persona offesa se non ricorre alcuna delle circostanze aggravanti previste dal presente articolo.» L'ultimo comma era stato aggiunto dall'art.  2, comma 1, lett. c), d.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150. Per l'entrata in vigore delle modifiche disposte dal citato d.lgs. n. 150/2022, vedi art. 99-bis, come aggiunto dall'art. 6, comma 1, d.l. 31 ottobre 2022, n. 162, conv., con modif., in l. 30 dicembre 2022, n. 199 Ai sensi, inoltre, dell'art. 85 d.ls. n. 150, cit., come da ultimo modificato dall'art. 5-bis, d.l. n. 162, cit., in sede di conversione « 1. Per i reati perseguibili a querela della persona offesa in base alle disposizioni del presente decreto, commessi prima della data di entrata in vigore dello stesso, il termine per la presentazione della querela decorre dalla predetta data, se la persona offesa ha avuto in precedenza notizia del fatto costituente reato. -  2. Fermo restando il termine di cui al comma 1, le misure cautelari personali in corso di esecuzione perdono efficacia se, entro venti giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, l'autorità giudiziaria che procede non acquisisce la querela. A questi fini, l'autorità giudiziaria effettua ogni utile ricerca della persona offesa, anche avvalendosi della polizia giudiziaria. Durante la pendenza del termine indicato al primo periodo i termini previsti dall'articolo 303 del codice di procedura penale  sono sospesi ».

Precedentemente l a Corte cost, con sentenza 17 aprile 2019, n. 88 ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 222, comma 2, quarto periodo, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, nella parte in cui non prevede che, in caso di condanna, ovvero di applicazione della pena su richiesta delle parti a norma dell'art. 444 del codice di procedura penale, per i reati di cui agli artt. 589-bis  e 590-bis del codice penale, il giudice possa disporre, in alternativa alla revoca della patente di guida, la sospensione della stessa ai sensi del secondo e terzo periodo dello stesso comma 2 dell'art. 222 cod. strada allorché non ricorra alcuna delle circostanze aggravanti previste dai rispettivi commi secondo e terzo degli artt. 589-bis e 590-bis cod. pen .

[2] L'art. 2, comma 3, l. 25 novembre 2024, n. 177 ha aggiunto, in fine, il seguente periodo: << Le stesse pene si applicano a colui che abbandona animali domestici su strada o nelle relative pertinenze, quando dall'abbandono consegue un incidente stradale che cagiona le lesioni personali>>.

[3] Comma sostituito dall'art. 1, comma 2, lett. b) l. 25 novembre 2024, n. 177 , il testo precedente alla sostituzione era il seguente: << Chiunque, ponendosi alla guida di un veicolo a motore o di una delle unita' da diporto di cui all'articolo 3 del codice della nautica da diporto, di cui al decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, in stato di ebbrezza alcolica o di alterazione psicofisica conseguente all'assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope ai sensi rispettivamente degli articoli 186, comma 2, lettera c), e 187 del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, nonche' degli articoli 53-bis, comma 2, lettera c), e 53-quater del codice della nautica da diporto, di cui al decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, cagioni per colpa a taluno una lesione personale, e' punito con la reclusione da tre a cinque anni per le lesioni gravi e da quattro a sette anni per le lesioni gravissime>> .

Inquadramento

Con l. n. 41/2016, recante l'introduzione del reato di “omicidio stradale” e del reato di “lesioni personali stradali”, l'ordinamento ha integralmente sostituito l'art. 590-bis previgente (inserito dall'art. 1, comma 1, lett. e d.l. n. 92/2008, conv. con modif. in l. n. 125/2008, che stabiliva una deroga alla disciplina del bilanciamento delle circostanze ex art. 69).

Con l. 26 settembre 2023, n. 138 (art. 1, comma 3), il legislatore ha inserito all'interno della fattispecie di cui all'art. 590 bis, il reato di “lesioni nautiche”, commesse da chi cagioni per colpa ad altri una lesione personale con violazione delle norme sulla disciplina della navigazione marittima o interna. Il quadro normativo relativo alla navigazione marittima e interna a livello nazionale prevede l'applicazione delle disposizioni del codice della navigazione (R.D. n. 327/ 1942) e quelle del codice della nauticada diporto (d.lgs. n. 171/ 2005). In assenza di disposizioni del diritto della navigazione applicabili, neanche per analogia, si applica il diritto civile, secondo quanto disposto dall'art. 1, comma 2, cod. nav.. L'apparato normativo deve essere integrato con il richiamo al Regolamento internazionale per prevenire gli abbordi in mare (International Regulations for Preventing Collisions at Sea”, emendato dalla Convention on the International Regulations for Preventing Collisions at Sea, 1972, c.d. COLREG72, recepito in Italia con la l. n. 1085/1977, entrato in vigore nel 1978), contenente una serie di regole cautelari sulla condotta delle navi nelle diverse condizioni di visibilità e manovrabilità (si v. Demuro, Uguali ma diversi: sul reato di omicidio stradale o nautico, in sistema penale.it, 26 ss.). La navigazione interna, regolamentata dal codice della navigazione (R.D. n. 327/1942) e dal relativo regolamento attuativo (d.P.R. n. 631/ 1949), s'intende comprensiva della navigazione effettuata in acque diverse da quelle marittime (si v. art. 2, comma1, lettera e, d.lgs. n. 22/2009; quindi fiumi, laghi, lagune, canali, etc.). Le funzioni amministrative relative alla disciplina della navigazione interna sono state attribuite alle regioni (si v. art. 105, d.lgs. n. 112/1998); mentre sono di competenza statale le materie della sicurezza della navigazione interna e della competenza del personale navigante. Il codice della nautica da diporto (d.lgs. n. 171/2005) trova applicazione alle unità da diporto (si v. art. 3, codice della nautica) che navigano in acque marittime e interne (così art. 1 bis, d.lgs. n. 229/2017, che richiama le previsioni di cui all'art. 3, l. n. 173/2003 e al d.l. n. 457/1997).

Soggetti

Si tratta di un delitto comune; nei casi descritti dalle aggravanti, è previsto che il soggetto attivo sia il conducente del veicolo a motore o di un'unità da diporto (previsione aggiunta dalla l.n. 138/2023). Per ‘unità da diporto', secondo quanto stabilito dall'art. 3 d.lgs. n. 171/2005, si intende “ogni costruzione di qualunque tipo e con qualunque mezzo di propulsione destinata alla navigazione da diporto”, cioè quella effettuata in acque marittime ed interne a scopi sportivi o ricreativi e senza fine di lucro, nonché quelle esercitate a scopi commerciali, anche mediante le navi a noleggio per finalità turistiche iscritte al Registro internazionale (disciplinate dalla l. n. 172/2003). Per unità da diporto a fini commerciali (commercial yacht), secondo quanto stabilito dall'artt. 2, comma 1, e 3, codice della nautica da diporto (integrato dal d.lgs. n. 160/2020), si intende l'unità da diporto che sia: oggetto di contratti di locazione o noleggio; utilizzata per l'insegnamento professionale della navigazione da diporto; utilizzata da centri di immersione e di addestramento subacqueo come unità di appoggio per praticanti immersioni subacquee a scopo sportivo o ricreativo; utilizzata per l'assistenza all'ormeggio delle unità di cui all'art. 3 del codice nell'ambito delle strutture dedicate alla nautica da diporto; utilizzata per l'attività di assistenza e di traino di cui all'art. 3; utilizzata, nel rispetto della normativa europea, nazionale e regionale di settore, per l'esercizio di attività in forma itinerante di somministrazione di cibo e di bevande e di commercio al dettaglio. L'elenco di cui all'art. 2 è integrato dal riferimento alle navi destinate al noleggio per finalità turistiche (si v. art. 3, l. n.172/2003, cui si rinvia per l'indicazione dei requisiti delle navi predette).

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In sede di legittimità si è precisato come fra gli "utenti della strada", destinatari delle norme del codice della strada, rientrino non soltanto i conducenti di autoveicoli, ma chiunque faccia della strada un uso conforme alla destinazione di essa, circolandovi personalmente, a piedi o a bordo di un mezzo, ovvero facendovi circolare persone, animali o cose delle quali debba rispondere. (Cass. IV, n. 32223/2018).

Materialità

La condotta consiste nel cagionare lesioni gravi o gravissime (per la relativa nozione si richiamano le definizione di cui all'art. 583, si v. sub art. 583).

L'attuale fattispecie di cui all'art. 590 bis disciplina pertanto esclusivamente le lesioni personali gravi e gravissime commesse con violazione delle norme sulla circolazione stradale o della navigazione marittima o interna (previsione aggiunta dall’art.1, comma 3, l.n.138/2023): le lesioni non gravi, né gravissime rimangono nell'ambito applicativo della previsione di cui all'art. 590.

Elemento psicologico

La fattispecie di cui all'art. 590 bis, secondo l'attuale configurazione, fa riferimento esclusivamente alle ipotesi di colpa specifica (comma 1, “chiunque cagioni per colpa ad altri una lesione personale con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale”). Il conducente di mezzi di soccorso, pur essendo autorizzato - quando usa congiuntamente il dispositivo acustico supplementare di allarme e quello di segnalazione visiva a luce lampeggiante blu - a violare le norme sulla circolazione stradale, è comunque tenuto ad osservare le regole di comune prudenza e diligenza. (Cass. IV, n. 28178/2021; la Corte ha ritenuto esente da censure la sentenza che aveva affermato la responsabilità, per il delitto di lesioni personali stradali gravi, di un vigile del fuoco che, alla guida di un'autopompa, percorrendo la corsia di sinistra per evitare i veicoli fermi, aveva investito un pedone che stava attraversando la strada con semaforo verde, così violando la norma dell'art. 140 cod. strada).

Con riferimento alle lesioni nautiche, introdotte dalla l.n.138/2023, l'individuazione del titolo soggettivo di responsabilità deve tener conto delle regole cautelari indicate nel c.d. COLREG72 (v. supra, §1), che contiene una serie di norme precauzionali relative alla condotta delle navi nelle diverse condizioni di visibilità e manovrabilità; si tratta di un apparato cautelare che, come rilevato in dottrina (G.P.Demuro, Uguali ma diversi: sul reato di omicidio stradale o nautico, in sistema penale.it, p. 26 ss), non ha il carattere dell'esaustività, come si evince dalla disposizione a tenore della quale le regole contenute nel Regolamento non devono ostacolare l'applicazione di speciali disposizioni emanate dalle autorità competenti, le quali tuttavia devono essere conformi alle norme della Convenzione (regola 1, lettera b). In tale sede è previsto come l'osservanza delle norme del Regolamento non esoneri dall'osservanza delle precauzioni richieste dall'ordinaria esperienza dei naviganti o dalle speciali circostanze del caso (regola 2, lettera a); viene inoltre stabilita la necessità di discostarsi dai precetti cautelari positivizzati nel Regolamento, quando sopravvengano regole di esperienza che meglio si attaglino al caso concreto per evitare incidenti (regola 2, lettera b). In sintesi, come affermato in sede dottrinale, l'inosservanza delle regole codificate nel COLREG72 integra il parametro della colpa, salvo il caso in cui il rispetto della norma, in ragione di particolari circostanze concrete, sia esso stesso fonte di aumento del rischio (Demuro, cit., p. 27, che osserva come il parametro cautelare sia dunque costituito dall'esperienza del “navigante modello”). Quanto alla qualificazione della colpa - generica o specifica - la dottrina richiamata si è interrogata sulla possibilità che l'elaborazione svolta in sede dottrinale e giurisprudenziale sul tema in materia di “circolazione stradale”, possa essere utilmente richiamata anche con riferimento alla “navigazione marittima o interna”. Alla questione si è risposto osservando come, se da un lato, il richiamo alla “violazione delle norme” contenuta nella fattispecie, parrebbe imporre una qualificazione in termini di colpa specifica, in ragione del riferimento a regole positivizzate, tuttavia l'apertura alle regole non codificate (come quella esemplificata dalla regola 2, lettera a, COLREG72) autorizzerebbe l'eventuale ascrizione di responsabilità anche a titolo di colpa generica (Demuro, cit., p. 27 s., il quale aggiunge come la natura c.d. elastica delle regole cautelari che interessano la circolazione sia nautica che stradale, tali cioè da essere necessariamente legate alle condizioni specifiche in cui l'agente deve operare, impone la necessità, in sede di accertamento dell'efficienza causale della condotta antidoverosa, di procedere alla valutazione del caso concreto).

Consumazione

Il delitto di consuma al verificarsi della malattia, quale evento del reato di lesioni.

Forme di manifestazione

Circostanze aggravanti

Sono previste delle aggravanti corrispondenti a quelle introdotte per l' “omicidio stradale”, relative: allo stato di ebbrezza alcolica grave; all'alterazione psicofisica da abuso di droga del conducente; alla qualità soggettiva professionale del conducente; alla commissione specifiche gravi violazioni alle norme della circolazione stradale (si v. sub art. 589-bis).

A nche per le lesioni nautiche, come per le lesioni stradali, sono stati stabiliti degli aumenti di pena per i casi in cui la condotta sia stata realizzata da un soggetto che si sia posto alla conduzione dell'unità da diporto in stato di ebbrezza alcolica o di alterazione psico-fisica conseguente all'assunzione di sostanze stupefacenti o psicotrope. I riferimenti normativi relativi agli aggravamenti di pena devono essere integrati con il richiamo agli artt. 53 bis, comma 2, 53 ter, comma 1, lettera b), e 53 quater, d.lgs. n. 171/2005, concernenti le sanzioni amministrative previste per le ipotesi di conduzione delle unità da diporto rispettivamente sotto l'influenza dell'alcol (art. 53 bis, comma 2 e 53 ter, comma 1, b)) ovvero in stato di alterazione psico-fisica per uso di sostanze stupefacenti o psicotrope (art. 53 quater). Si tratta di previsioni (inserite nel d.lgs. n. 171/ 2005 dal d.lgs. n. 229/2017), che trovano applicazione “ove il fatto non costituisca reato”.

La previsione dell'aggravante di cui al comma 2 è collegata al riscontro in capo al soggetto che si ponga alla guida di un'unità di diporto, di un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l (art. 53 bis, comma 2, lettera c) o di uno stato di alterazione psicofisica conseguente all'assunzione di sostanze stupefacenti (art. 54 quater).

Per l'aggravante di cui al comma 3, ricorrente nel caso di realizzazione della condotta da parte di coloro che utilizzino unità da diporto a fini commerciali, trova applicazione la stessa pena prevista dal secondo comma, benché si sia in presenza di un tasso alcolemico inferiore (compreso tra 0.8 g/l e 1,5 g/l , secondo quanto prevsito dall'art. 53 bis, comma 2, lettera b), in ragione del fatto che lo stato di ebbrezza viene riscontrato nell'esercizio dell'attività professionale (art. 53 ter, comma 1, lettera b).

Come per l'omicidio stradale è previsto un aggravamento di pena se l'autore del reato non ha conseguito la patente, o gli è stata revocata o sospesa o non ha assicurato il proprio veicolo (art. 590-bis, comma 6).

La previsione dell'aggravamento di pena relativo alla mancanza, sospensione o revoca della patente di guida è stata estesa dalla l.n. 138/2023 alla patente nautica, ove prescritta, ovvero nel caso in cui l'unità da diporto sia di proprietà dell'autore del fatto e il mezzo risulti sprovvisto di assicurazione obbligatoria.

Nel caso di fuga del conducente il veicolo, dopo aver cagionato le lesioni di cui alla norma in commento, il legislatore ha introdotto una nuova aggravante — art. 590-ter — a tenore della quale è stabilito un aumento di pena da un terzo a due terzi (si v. sub art. 590-ter).

Le aggravanti in parola trovano applicazione solo per il conducente del “veicolo a motoreo di una delle “unità da diporto”.

È prevista una diminuzione di pena fino alla metà nel caso in cui l'evento non sia esclusiva conseguenza dell'azione o dell'omissione del colpevole (art. 590-bis, comma 7); si ritiene che essa possa trovare applicazione anche nel caso di incidente dovuto al contributo di più persone, oltre che della vittima.

L 'attenuazione di pena relativa all'ipotesi in cui la realizzazione dell'evento non sia conseguenza esclusiva della condotta del soggetto attivo, trova applicazione anche per le lesioni nautiche (si v. art. 1, comma 3, l.n. 138/2023). In sede dottrinale si è osservato come si tratti di una previsione che potrebbe avere in tale materia un notevole impatto, in quanto consentirà di tener conto delle condizioni meteorologiche nelle quali l'incidente si è verificato (Demuro, cit.,  33).

Lesioni personali colpose plurime (art. 590-bis , comma 8). Nel caso in cui il conducente, nel medesimo contesto, provochi lesioni a più persone, si è previsto un innalzamento del limite di massimo di pena (da cinque anni, così come previsto all'art. 590, comma 4) a sette anni. La previsione è stata estesa alle lesioni nautiche (si v. art. 1, comma 3, l.n.138/2023).

Computo delle circostanze (art. 590-quater ). Conformemente all'intento del legislatore di aggravare la risposta sanzionatoria nel caso di omicidio o di lesioni commessi con violazione del codice della strada, si prevede una limitazione del potere del giudice in sede di giudizio di comparazione delle circostanze, prevedendosi che in presenza delle nuove aggravanti (artt. 589-bis, commi da 2 a 6, 589-ter, 590-bis, commi da 2 a 6, 590-ter), le concorrenti attenuanti (salvo che per le ipotesi di cui agli artt. 98 e 114), non possano essere ritenute equivalenti o prevalenti (le diminuzioni di pena si operano sulla quantità di pena determinata a seguito dell'applicazione delle aggravanti). 

Benchè nella novella n. 138/2023, con cui sono state introdotte le lesioni nautiche, non si faccia riferimento espresso all'art. 590 quater, tuttavia il richiamo nel testo della previsione in parola alle aggravanti di cui agli artt. 590 bis (commi 2-6) e 590 ter, consente di ritenere estesa anche alle aggravanti relative alle lesioni nautiche la disciplina del computo delle circostanze.

La Corte costituzionale ha respinto l'eccezione di costituzionalità relativamente al divieto per il giudice di considerare prevalente o equivalente la circostanza attenuante speciale della “responsabilità non esclusiva” dell'imputato rispetto alle concorrenti aggravanti speciali relative alla guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di stupefacenti, previste per questi reati. Si è ritenuto infatti rientrante nella discrezionalità del legislatore (che la Corte assume esercitata non irragionevolmente) graduare l'effetto diminuente della pena dell'attenuante in parola in riferimento alle dette aggravanti speciali, in presenza di un generico concorso della colpa  della parte offesa o di altre concause che rendono non esclusivo il contributo causale della condotta del colpevole (Corte cost. n. 88/2019).

Rapporti con altri reati

La previsione di cui all'art. 590-bis in commento, ha scorporato dalla previsione di cui all'art. 590, le ipotesi concernenti le lesioni gravi e gravissime: l'art. 590 continuerà pertanto a trovare applicazione in materia violazione della disciplina della circolazione stradale nei casi di lesione che non presentino le caratteristiche di cui all'art. 583 (norma di riferimento quanto alla qualificazione delle lesioni come “gravi” o “gravissime”). Le medesime conclusioni appaiono estensibili alle lesioni nautiche.

In sede di legittimità si è affermato come a seguito dell'introduzione delle fattispecie di omicidio colposo  e lesioni colpose con violazione delle norme sulla circolazione stradale, nel caso in cui il fatto sia stato commesso in stato di ebbrezza alcolica o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti (nelle ipotesi di cui ai commi 2, 3 e 4, artt. 589-bis e 590-bis), non trovi applicazione la disciplina generale sul concorso di reati (che comporterebbe l'applicazione anche della pena per i reati di guida in stato di alterazione, ex artt. 186 e 187 codice della strada), ma la disciplina del reato complesso, ex art. 84, comma 1, con conseguente assorbimento dei reati di cui agli artt. 186 e 187 codice della strada (Cass. IV, n. 26857/2018).

La procedibilità: le modifiche introdotte dalla c.d. Riforma Cartabia. Profili processuali

La fattispecie in commento è stata interessata dalla c.d. riforma Cartabia, che ha previsto la procedibilità a querela nell'ipotesi-base di lesioni gravi o gravissime causate dalla violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale e della navigazione (art. 590 bis, comma 9, c.p.; la previsione deve intendersi riferita, a seguito della l.n. 138/2023 che ha lasciato immutato il testo del comma 9, anche alle lesioni nautiche), e la procedibilità d'ufficio per tutte le ipotesi aggravate speciali (art. 2, comma 1, lett. c), d.lgs. n. 150/2022, che dopo l'ottavo comma ha aggiunto il seguente: «Il delitto è punibile a querela della persona offesa se non concorre alcuna delle circostanze aggravanti previste dal presente articolo.»). In sede interpretativa si è  precisato come la procedibilità a querela, in assenza delle aggravanti, vada tenuta ferma anche nell'ipotesi attenuata di cui all'art. 590-bis, comma 7, cp, e nell'ipotesi di pluralità degli eventi lesivi, di cui all'ultimo comma dell'articolo in commento (si v. si v. Relazione su novità normativa. La “Riforma Cartabia”, Ufficio del Massimario, Corte Suprema di Cassazione, 5 gennaio 2023, p. 236, in senso conforme a quanto previsto dalla Relazione illustrativa, schema d.lgs. attuazione l.n.134/2021 , 330) . Si è osservato in senso critico come, diversamente da quanto previsto con riferimento alle lezioni di cui all'art. 582, comma 2, cp, le condizioni di incapacità, per età o per infermità della persona offesa non rendano procedibili d'ufficio le lesioni stradali di cui all'art. 590 bis comma 1 cp (si v. Gatta, L'estensione del regime di procedibilità a querela nella riforma Cartabia e la disciplina transitoria dopo la l.n. 199/2022, § 4, in sistemapenale.it).

Si sofferma sulla relazione tra ampliamento delle ipotesi di procedibilità a querela in materia di lesioni e competenza del giudice di paceCass.V, n. 12517/2023; in tale sede, seppur con riferimento all’art. 582 novellato, e al difetto di coordinamento con l’art. 4, comma 1, lettera a), d.lgs.n. 274/2000, la Corte afferma come l’attribuzione alla competenza del giudice di pace delle lesioni a querela di parte si ponga in termini di coerenza con l’intento della c.d. Riforma  Cartabia di determinare un ampliamento della competenza del giudice di pace.

Con l'introduzione del regime di procedibilità a querela per la condotta base di cui al primo comma, il legislatore ha inteso recepire le indicazioni formulate nella decisione della Corte cost. n. 248/2020, secondo la quale tale ipotesi doveva qualificarsi come dotata di minore disvalore sul piano della condotta e del grado della colpa (rispetto a quelle previste dai commi successivi), oltre che avente spesso come possibili soggetti attivi non solo i conducenti di veicoli a motore, ma anche chi circoli sulla strada a bordo di una bicicletta. In tale sede, la Corte aveva giudicato non fondata la questione di costituzionalità della omessa previsione della procedibilità a querela anche per le lesioni personali non aggravate ex art. 590-bis c.p.; tuttavia, benché si fosse riconosciuto come non manifestamente irragionevole il regime di procedibilità stabilito dal legislatore —  in ragione del particolare allarme sociale delle lesioni stradali — si invitava il legislatore ad un ripensamento quanto alla disciplina sulla procedibilità delle diverse ipotesi. Si osservava in particolare come le lesioni stradali previste nel primo comma dell'art. 590-bis cp fossero spesso l'esito di condotte meno rimproverabili di quelle descritte nei commi successivi (caratterizzate dalla consapevole assunzione di rischi irragionevoli); aggiungendo come nel caso di occasionali disattenzioni, si sarebbe potuto dubitare della necessità di celebrare il processo penale, quando la persona offesa fosse stata integralmente risarcita. Già in altre occasioni il tema della procedibilità a querela con riferimento alla fattispecie in commento era stata oggetto di interventi da parte della Corte costituzionale, che, con sentenza n. 223/2019 aveva dichiarato non fondata la questione di costituzionalità del d.lgs. n. 36/2018, sollevata per presunto contrasto con l'art. 76 Cost. nella parte in cui non prevedeva la procedibilità a querela anche per il delitto previsto dall'art. 590-bis, comma 1, c.p. Il giudice remittente lamentava la non corretta osservanza di uno specifico criterio di delega — quello di cui all'art. 1, comma 16 a), l. n. 103/2017 — da parte del Governo, che, nell'esercitare tale delega, avrebbe arbitrariamente omesso di prevedere la procedibilità a querela del delitto di cui all'art. 590-bis, comma 1, c.p. Si trattava dunque di valutare se la scelta del Governo di non includere le fattispecie delittuose previste dall'art. 590-bis, comma 1, c.p.nel novero dei reati procedibili a querela, ai sensi del d.lgs. n. 36/2018, si giustificasse in relazione all'eccezione prevista dal criterio di delega di cui all'art. 1, comma 16, lett. a), n. 1), l. n. 103/2017, che impone di preservare la procedibilità d'ufficio quando ricorra la condizione di incapacità della persona offesa per (età o per) infermità. La Corte, pur avendo rilevato l'ambiguità della formula normativa  richiamante “l'incapacità”, aveva osservato come l'eccezione in parola mirasse a confermare la regola della procedibilità d'ufficio per le ipotesi in cui la persona offesa sia una persona vulnerabile a causa della propria incapacità, in modo da assicurare che la tutela dell'ordinamento non venisse fatta dipendere dalla sua iniziativa giudiziaria. La Corte aggiungeva altresì come una tale esigenza di tutela rafforzata ricorresse anche rispetto al delitto di lesioni stradali gravi o gravissime previsto dall'art. 590-bis, comma 1, c.p. (in quanto  “ produttivo di notevoli conseguenze pregiudizievoli per la salute della vittima, le quali a loro volta possono determinare una situazione di incapacità, transitoria o permanente, tale da renderle più difficoltosa una eventuale iniziativa giudiziaria volta a sollecitare la persecuzione penale del responsabile delle lesioni”). In un'altra occasione ,  l a Corte costituzionale aveva dichiarato manifestamente infondata una questione di legittimità costituzionale riguardante la mancata previsione della procedibilità a querela di parte del reato di lesioni personali stradali gravi nei casi in cui la vittima avesse conseguito l'integrale risarcimento dei danni patiti (Corte cost. n. 244/2021).

Con l'attuale previsione della procedibilità a querela per l'ipotesi di cui all'art. 590 bis comma 1 cp, la fattispecie ritorna pertanto al regime previsto prima che essa diventasse (da aggravante del reato di lesioni colpose, ex art. 590 cp)  autonomo reato, con la legge n.41/2016 (sui riflessi quanto alla competenza del giudice di pace, si v. Cass. IV, n. 46394/2018; si v. pure Cass. IV, n. 13577/2019, in cui la Corte ha precisato come, in tema di lesioni personali stradali gravi o gravissime commesse in data anteriore all'entrata in vigore dell'art. 590-bis c.p., introdotto dalla l. n. 41/2016, non trovasse applicazione il nuovo regime di procedibilità d'ufficio, ma quello più favorevole della procedibilità a querela, vigente al momento del fatto).

L'assetto normativo attuale appare pertanto il seguente: procedibilità a querela nell'ipotesi-base di lesioni gravi o gravissime causate da una violazione generica delle norma sulla circolazione stradale; procedibilità d'ufficio in tutte le ipotesi aggravate speciali previste dall'art. 590-bis (nuovo comma 9).  L'affermazione, sostenuta in sede di Relazione illustrativa, secondo la quale la procedibilità a querela debba riguardare anche l'ipotesi attenuata di cui al comma 7 (“qualora l'evento non sia esclusiva conseguenza dell'azione o dell'omissione del colpevole”), è stata oggetto di riserve da parte di chi si è chiesto “se una valutazione di questo tipo competa al querelante e, soprattutto, in che modo egli possa concretamente valorizzarla (Paonessa, I nuovi scenari della procedibilità a querela veicolati dalla riforma Cartabia: una prima lettura, cit., 9).

Più in generale, si è rilevato in senso critico come la formulazione dell'ultimo comma, che stabilisce la procedibilità a querela se non concorrono le aggravanti di cui all'art. 590 bis, non abbia considerato la possibilità del ricorso di altre aggravanti (es. fuga del conducente, di cui all'art. 590-ter c.p.; oppure la colpa con previsione, di cui all'art. 61, n. 3, c.p.). In tale sede si è così osservato come la previsione di cui al comma 9, autorizzerebbe le seguenti possibili interpretazioni: procedibilità d'ufficio solo per le aggravanti di cui all'art. 590 bis (per le altre aggravanti, invece, procedibilità a querela); oppure procedibilità a querela solo per le ipotesi non aggravate dalle circostanze previste dall'art. 590 bis (procedibilità d'ufficio per le altre ipotesi; si v. Paonessa, cit., 10).

Relativamente all'entrata in vigore del nuovo regime, a seguito dell'approvazione del d.l. n. 162/2022 l'entrata in vigore del d.lgs. n.150/2022 è stata spostata al 30 dicembre 2022 (art. 6 d.l. n. 162/2022, che ha aggiunto l'art. 99 bis al d.lgs. 150/2022). La qualificabilità del nuovo regime di procedibilità in termini di modifica più favorevole, ne determina l'applicazione retroattiva anche ai reati commessi fino al 29/12/2022 (ex art. 2, comma 4, cp; in tal senso, Relazione su novità normativa. La “Riforma Cartabia”, Ufficio del Massimario, Corte Suprema di Cassazione, 5 gennaio 2023, p.240).

Nella parte in cui comporta la procedibilità a querela di parte per fattispecie di reato in precedenza procedibili di ufficio, secondo quanto stabilito dalle disposizioni transitorie ad hocdi cui all'art. 85, comma 1, D. Lgs. n. 150 del 2022, e di quelle introdotte dalla l. n.199 del 2022 (sostituendo nel corpo del predetto art. 85 il comma 2, ed introducendovi, inoltre, i nuovi commi 2-bis e 2-ter), la predetta modifica, immediatamente operante per i reati commessi a partire dal 30/12/2022, data di vigenza della novella, opererà, per i reati commessi fino al 29/12/2022, divenuti procedibili a querela di parte in forza delle nuove disposizioni, nei termini di seguito indicati:

A) nei casi in cui non pende il procedimento penale:

- se il soggetto legittimato a proporre querela ha avuto in precedenza notizia “del fatto costituente reato” (ovvero sempre, trattandosi di un reato del quale non è possibile che non si sia avveduto), il termine per proporre querela (di mesi tre, ex art. 124 c.p., non toccato dall'intervento novellatore) decorre dal 30/12/2022, data di entrata in vigore della novella, e scade, pertanto, il 30/03/2023;

B) nei casi in cui pende il procedimento penale:

- avendo il soggetto legittimato a proporre querela necessariamente avuto in precedenza notizia “del fatto costituente reato”, il termine trimestrale per proporre querela decorre dal 30/12/2022, data di entrata in vigore della novella, e scade il 30/03/2023: diversamente rispetto a quanto previsto dall'originario comma 2 della disposizione, nessun onere di informare la persona offesa di tale facoltà incombe sul giudice procedente, presumendosi, pertanto, che la persona offesa debba avere conoscenza della novella.

Ferma restando la predetta disciplina, si è anche stabilito che le misure cautelari personali in corso di esecuzione perdono efficacia se, entro venti giorni dalla data di entrata in vigore del D. Lgs. n. 150 del 2022, e quindi entro il 19/01/2022, l'autorità giudiziaria che procede (da individuare nel giudice che ha emesso il provvedimento impugnato, ove penda ricorso per cassazione) non acquisisce la querela: a tal fine, l'a.g. procedente effettua ogni utile ricerca della persona offesa, anche avvalendosi della polizia giudiziaria (art. 5 bis, comma 1, lettera a, d.l. n. 162/2022, conv. l. 199/2022, che ha modificato l'art. 85, comma 2, d.lgs. n. 150/2022).

Durante la pendenza del predetto termine di venti giorni, i termini di cui all'art. 303 c.p.p. sono sospesi (art. 5 bis, comma 1, lettera a, d.l. n. 162/2022 conv. l. 199/2022, che ha modificato l'art. 85, comma 2, d.lgs. n. 150/2022).

In pendenza del termine per proporre querela, si applica quanto disposto dall'art. 346 c.p.p. in tema di atti compiuti in mancanza di condizioni di procedibilità (art. 5 bis, comma 1, lettera b, d.l. n. 162/2022, conv. l. 199/2022, che ha aggiunto il comma 2 bis all'art. 85, d.lgs. n. 150 /2022). La disposizione è motivata dall'esigenza di consentire nel periodo di pendenza del termine per presentare querela (per un reato in precedenza procedibile d'ufficio), lo svolgimento delle sole attività di raccolta delle prove a rischio di dispersione (si v. Gatta, L'estensione del regime di procedibilità, cit., § 10).

La competenza

Il nuovo regime di procedibilità a querela per le ipotesi non aggravate di cui all'articolo in commento ha naturalmente inciso sull'individuazione del giudice competente.

La competenza è ora del Giudice di pace per le ipotesi non aggravate di cui all'art. 590 bis, comma 1, cp. (secondo quanto previsto dall'art. 2, comma 1, lettera c, d.lgs. n. 150/2022); mentre per le ipotesi aggravate è competente il Tribunale monocratico.

Quanto alle sanzioni, le sanzioni sono rimaste identiche, a quanto previsto dall'art. 590 con riguardo alle lesioni gravissime, mentre per le lesioni gravi è venuta meno la possibilità di applicazione della multa.

Misure cautelari

È previsto l'arresto facoltativo in flagranza, nel caso in cui l'art. 590-bis sia aggravato, ex art. 590-bis, commi da 2 a 5. La previsione trova applicazione anche per le lesioni nautiche (si v. art. 2, comma 2, l. n. 138/2023, che ha modificato l'art. 381, comma 2, lettera m-quinquies, c.p.p., integrandolo con il richiamo alla “lesioni nautiche”).

È consentito il fermo, ex art. 384 c.p.p., nei casi di lesioni gravissime aggravate ex art. 590-bis, commi 2 e 3, c.p.

È ammissibile l'applicazione della custodia cautelare in carcere, per le ipotesi aggravate di cui agli artt. 590-bis, commi 2 e 3, così come delle altre misure cautelari (queste ultime applicabili anche per le ipotesi di cui ai commi 4 e 5, nei soli casi di lesioni gravissime).

Nel caso in cui il conducente si fermi e presti assistenza a coloro che hanno subito danni alla persona, mettendosi immediatamente a disposizione degli organi di polizia giudiziaria, quando dall'incidente derivi il delitto di lesioni personali colpose, non è soggetto all'arresto stabilito per il caso di flagranza di reato (art. 189, comma 8, d.lgs. n. 285/1992).

Non è più consentita la proroga dei termini di durata delle indagini relative al reato di cui all'art. 590-bis (art. 406, comma 2-ter, c.p.p.).

Sanzioni amministrative

Quanto alle sanzioni amministrative, si prevede, ex art. 222 cod. strada, che alla condanna o al patteggiamento per i casi di lesioni personali stradali gravi o gravissime, consegua la revoca della patente di guida (anche in ipotesi di concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena).La Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della previsione dell'automatica revoca della patente di guida in tutti i casi di condanna per omicidio e lesioni stradali (art. 222 cod. strada). Tale automatismo viene consentito solo per i casi di condanna per reati stradali aggravati dallo stato di ebbrezza o di alterazione psicofisica per l'assunzione di droghe; per le altre ipotesi di condanna per omicidio o lesioni stradali, sarà il giudice a valutare se applicare la revoca della patente o la meno grave misura della sospensione (Corte cost. n. 88/2019). La revoca della patente di guida correlata alla condanna per i delitti di cui agli artt. 589-bis e 590-bis c.p. ha natura di sanzione amministrativa accessoria, attesa la sua finalità precipuamente preventiva e la limitatezza dell'arco di tempo in cui al destinatario è inibito il conseguimento di un nuovo titolo abilitativo alla guida; pertanto, anche nel caso di condotte suscettibili, a seguito della sentenza della Corte cost. n. 88 del 2019, di dar luogo, in sede di cognizione, alla più mite sanzione della sospensione, non rientra tra i poteri del giudice dell'esecuzione modificare la statuizione della sentenza di condanna passata in giudicato relativa alla suddetta revoca, esulando questa dall'ambito di applicazione dell'art. 30, comma 4, l. n. 87/1953 (Cass. IV, n. 1804/2020). TrapassoMaria Teresa   In caso di condanna irrevocabile per il delitto di omicidio stradale o di lesioni personali stradali gravi o gravissime, non aggravato dallo stato di ebbrezza alcoolica o dall'uso di sostanze stupefacenti, pronunciata prima della sentenza della Corte costituzionale n. 68 del 2021 - che ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'art. 30, comma 4, legge 11 marzo 1953, n. 87 in quanto interpretato nel senso della sua inapplicabilità alla sanzione della revoca della patente di guida disposta con sentenza irrevocabile ai sensi dell'art. 222, comma 2, cod. strada - il giudice dell'esecuzione può sostituire detta sanzione con quella della sospensione della patente di guida, stante la sua natura sostanzialmente punitiva (Cass. I, 35457/2021; si v. ancheCass.IV, n. 11479/2021, secondo la quale il giudice non è tenuto a dare conto, in modo puntuale, delle ragioni che lo hanno indotto a scegliere il trattamento più favorevole sulla base dei parametri di cui all'art. 218, comma 2, cod. strada, essendo sufficiente anche il richiamo alle "circostanze del fatto" e/o alla "gravità della condotta". La dichiarazione di parziale illegittimità costituzionale dell'art. 222, comma 2, cod. strada, intervenuta con la sentenza della Corte costituzionale n. 88 del 2019, non comporta che, in caso di revoca della patente di guida disposta con sentenza di condanna passata in giudicato per alcuno dei delitti previsti dagli art. 589-bis e 590-bis c.p., il giudice dell'esecuzione possa applicare, in luogo della stessa, la più mite disciplina derivante dalla citata pronuncia della Corte costituzionale, atteso che detta revoca ha natura di sanzione amministrativa accessoria e, come tale, esula dall'ambito di operatività dell'art. 30, comma 4, della l. n. 87/1953, che circoscrive soltanto alle pene la retroattività degli effetti favorevoli delle sentenze di illegittimità costituzionale oltre il limite dei rapporti esauriti (Cass. IV, n. 1634/2020).

Bibliografia

Addante, Vox populi vox Dei? L’omicidio stradale: una riforma figlia del tempo attuale, in archiviopenale.it; Lattanzi, L’omicidio stradale, in Cass. pen., 2014, 1978; Mantovani, In tema di omicidio stradale, in penalecontemporaneo.it, 2015; Losappio, Dei nuovi delitti di omicidio e lesioni stradali, in penalecontemporaneo.it., 30 giugno 2016; Mauri, La Cassazione sul concorso tra omicidio o lesioni personali stradali e guida in stato di ebbrezza, in penalecontemporaneo.it, 17 ottobre 2018; Squillaci, Ombre e (poche) luci nella introduzione dei reati di omicidio e lesioni personali stradali, in penalecontemporaneo.it., 2016.

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