Codice Penale art. 602 ter - Circostanze aggravanti 1 .

Paola Borrelli

Circostanze aggravanti 1.

[I]. La pena per i reati previsti dagli articoli 600, 601 primo e secondo comma e 602   è aumentata da un terzo alla metà2:

a) se la persona offesa è minore degli anni diciotto;

b) se i fatti sono diretti allo sfruttamento della prostituzione o al fine di sottoporre la persona offesa al prelievo di organi;

c) se dal fatto deriva un grave pericolo per la vita o l'integrità fisica o psichica della persona offesa.

[II]. Se i fatti previsti dal titolo VII, capo III, del presente libro sono commessi al fine di realizzare od agevolare i delitti di cui agli articoli 600, 601 e 602, le pene ivi previste sono aumentate da un terzo alla metà.

[III]. Nei casi previsti dagli articoli 600-bis, primo comma, e 600-ter, la pena è aumentata da un terzo alla metà se il fatto è commesso con violenza o minaccia 3.

[IV]. Nei casi previsti dagli articoli 600-bis, primo e secondo comma, 600-ter, primo comma, e 600-quinquies, la pena è aumentata da un terzo alla metà se il fatto è commesso approfittando della situazione di necessità del minore 4.

[V]. Nei casi previsti dagli articoli 600-bis, primo e secondo comma, 600-ter e 600-quinquies, nonché dagli articoli 600, 601 e 602, la pena è aumentata dalla metà ai due terzi se il fatto è commesso in danno di un minore degli anni sedici 5.

[VI]. Nei casi previsti dagli articoli 600-bis, primo comma, e 600-ter, nonché, se il fatto è commesso in danno di un minore degli anni diciotto, dagli articoli 600, 601 e 602, la pena è aumentata dalla metà ai due terzi se il fatto è commesso da un ascendente, dal genitore adottivo, o dal loro coniuge o convivente, dal coniuge o da affini entro il secondo grado, da parenti fino al quarto grado collaterale, dal tutore o da persona a cui il minore è stato affidato per ragioni di cura, educazione, istruzione, vigilanza, custodia, lavoro, ovvero da pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio nell'esercizio delle loro funzioni ovvero ancora se è commesso in danno di un minore in stato di infermità o minorazione psichica, naturale o provocata 6.

[VII]. Nei casi previsti dagli articoli 600-bis, primo comma, e 600-ter, nonché dagli articoli 600, 601 e 602, la pena è aumentata dalla metà ai due terzi se il fatto è commesso mediante somministrazione di sostanze alcoliche, narcotiche, stupefacenti o comunque pregiudizievoli per la salute fisica o psichica del minore, ovvero se è commesso nei confronti di tre o più persone7.

[VIII]. Nei casi previsti dagli articoli 600-bis, 600-ter, 600-quater, 600-quater.1 e 600-quinquies, la pena è aumentata

a) se il reato è commesso da più persone riunite;

b) se il reato è commesso da persona che fa parte di un'associazione per delinquere e al fine di agevolarne l'attività;

c) se il reato è commesso con violenze gravi o se dal fatto deriva al minore, a causa della reiterazione delle condotte, un pregiudizio grav8

c-bis) se dal fatto deriva pericolo di vita per il minore9;

[IX]. Le pene previste per i reati di cui al comma precedente sono aumentate in misura non eccedente i due terzi nei casi in cui gli stessi siano compiuti con l'utilizzo di mezzi atti ad impedire l'identificazione dei dati di accesso alle reti telematiche10.

[X]. Le circostanze attenuanti, diverse da quelle previste dagli articoli 98 e 114, concorrenti con le circostanze aggravanti di cui alla presente sezione, non possono essere ritenute equivalenti o prevalenti rispetto a queste e le diminuzioni di pena si operano sulla quantità della stessa risultante dall'aumento conseguente alle predette aggravanti11.

 

[1] Articolo inserito dall'art. 3 della legge 2 luglio 2010, n. 108.

[2] Alinea modificato dall'art. 2, comma 1, lett. h) d.lgs. 1 marzo 2018, n. 21,  che  ha inserito le parole: «primo e secondo comma».

[3] Comma aggiunto dall'art. 4, l. 1° ottobre 2012, n. 172.

[4] Comma aggiunto dall'art. 4, l. 1° ottobre 2012, n. 172.

[5] Comma aggiunto dall'art. 4, l. 1° ottobre 2012, n. 172.

[6] Comma aggiunto dall'art. 4, l. 1° ottobre 2012, n. 172.

[7] Comma aggiunto dall'art. 4, l. 1° ottobre 2012, n. 172.

[8] Comma aggiunto dall'art. 1, d.lg. 4 marzo 2014, n. 39.

[10] Comma aggiunto dall'art. 1, d.lg. 4 marzo 2014, n. 39.

[11] Comma aggiunto dall'art. 4, l. 1° ottobre 2012, n. 172.

Inquadramento

L'art. 602-ter contempla una nutrita schiera di circostanze aggravanti applicabili a vari reati della sezione ed ai reati di falso documentale laddove commessi allo scopo di realizzare o agevolare i delitti di cui agli artt. 600,601 e 602, circostanze quasi tutte implicanti un aumento di pena superiore ad un terzo e tutte soggette al divieto di comparazione in termini di equivalenza o prevalenza

L'articolo è stato inserito dall'art. 3 co. 1 lett. d) l. n. 108/2010, è stato interpolato dalla l. n. 172/2012 che ha ratificato e dato esecuzione alla Convenzione di Lanzarote e nuovamente rimaneggiato dall'art. 1 d.lgs. n. 39/2014 (legge di Attuazione della direttiva 2011/93/UE relativa alla lotta contro l'abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia minorile, che sostituisce la decisione quadro 2004/68/Gai); nonché, ancora, dalla l. 23 dicembre 2021, n. 238, quale ulteriore adeguamento alla direttiva 2011/93/UE; il risultato è un quadro molto fitto di circostanze ed un inasprimento sanzionatorio rispetto al regime preesistente.

Contenuto

La norma contiene una cospicua serie di circostanze aggravanti, quasi tutte ad effetto speciale, in quanto comportano un aumento di pena superiore al terzo, salvo quella di cui all'art. 602-ter co. 8.

Reati a cui si applica

I reati richiamati nella disposizione, a cui, si applica una o più tra le circostanze aggravanti di cui si discute, sono i delitti di:

a) Riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù di cui all'art. 600;

b) Prostituzione minorile (art. 600 bis);

c) Pornografia minorile (art. 600 ter);

d) Detenzione e accesso a  materiale pedopornografico (art. 600 quater);

e) Pedopornografia virtuale (art. 600 quater.1);

f) Iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile (art. 600 quinquies);

g) Tratta di persone  (art. 601);

h) Acquisto e alienazione di schiavi (art. 602).

Inoltre, se commessi al fine di realizzare o agevolare i delitti di cui agli artt. 600, 601 e 602, le circostanze si applicano ai reati di cui al capo III del titolo VII del libro II del codice penale sulla falsità in atti.

Comma 1

In generale

Le circostanze aggravanti contemplate al co. 1, che trovano applicazione per i soli reati di cui agli artt. 600, 601, commi 1 e 2, e 602, comportano un aumento di pena da un terzo alla metà.

Esse appartengono all'assetto originario dell'art. 602-ter come inserito dalla L. n. 108/2010 e, inoltre, le lettere a) e b) ripropongono le aggravanti già previste nell'art. 600 co. 3,  601 co. 2 e 602 co. 2, disposizioni contestualmente abrogate dalla stessa legge ad eccezione del capoverso dell'art. 601. Invece, nuova appare la previsione di cui alla lett. c).

Le circostanze de quo si applicano:

a) se la p.o. è minore degli anni diciotto. Sui rapporti tra art. 601 co. 2 e 602-ter co. 1 lett. a) cfr. sub art. 601.

b) Se i fatti sono diretti allo sfruttamento della prostituzione della p.o. o al fine di sottoporre quest'ultima al prelievo di organi. Nel caso di cui alla lettera (b) in combinato disposto con il reato di cui all'art. 600 sub specie di riduzione di schiavitù ovvero con i reati di cui agli artt. 601 e 602 allorché richiamano il primo e limitatamente alla posizione di schiavitù, si è sostenuto che non è necessario che la condotta abbia determinato neanche un solo atto di sfruttamento della prostituzione (così si desume dall'espressione «fatti» «diretti a»), ma è pur sempre necessario che siano stati posti in essere atti idonei diretti in modo non equivoco allo sfruttamento della prostituzione non portati a compimento per cause estranee alla volontà dell'autore; di contro, non è sufficiente il mero fine di sfruttamento (in dottrina Mantovani, 2013, 484 e segg.; in giurisprudenza Cass. III, n. 32332/2015). Diversamente, nel caso di cui alla lettera (b) in combinato disposto con il reato di cui all'art. 600 sub specie di riduzione in servitù ovvero con i reati di cui agli artt. 601 e 602 allorché richiamano il primo e limitatamente alla posizione di servitù, si è opinato che è necessaria l’effettività delle pratiche prostituzionali giacché il reato base presuppone già il costringimento a prestazioni sessuali, difficilmente scindibili da quelle a pagamento (in dottrina Mantovani, 2013, 486 e segg.).

Lo sfruttamento può essere realizzato sia dall'autore del fatto che da terze persone, a cui la p.o. venga ceduta (in dottrina Mantovani, 2013, 484 ss.).

Una questione interpretativa è legata al fatto che, in forza della l. n. 39/2014, quello che rappresentava solo un elemento circostanziale — il fine di sottoporre la vittima al prelievo degli organi — è stato anche inserito tra le connotazioni modali dello stato di soggezione della p.o. di servitù ex art. 600, secondo cui quest'ultima diviene soggetto passivo quando, tra le altre possibili evenienze, è forzatamente sottoposta al prelievo di organi.

La dottrina (Peccioli, cit.) si è interrogata su come uscire da questa impasse interpretativa: la conclusione è che — lungi dal potersi ritenere che l'aggravante sia stata implicitamente abrogata, così determinando una regressione dell'inasprimento sanzionatorio non in linea con la voluntas legis — la circostanza potrà trovare applicazione nei soli casi in cui la finalità del prelievo degli organi non rappresenti lo scopo iniziale di colui che riduce (o mantiene) in servitù la vittima, ma si manifesti nelle intenzioni del reo solo in un secondo momento.

Per la nozione di sfruttamento, cfr. 600-bis.

c) Se dal fatto deriva un grave pericolo per la vita o l'integrità fisica o psichica della p.o.

Sull'assorbimento nel reato ex art. 600 aggravato ai sensi dell''art. 602-ter co.1 lett. b) o lett. a) e b), di quelli in materia di sfruttamento della prostituzione, minorile (art. 600-bis co.1 n. 2) e non (art. 3 l. n. 75/1958), cfr. sub art. 600.

Questioni di diritto intertemporale

L'aggravante di cui al co.3 dell'art. 600, norma abrogata dalla l. n. 108/2010, “sopravvive” nelle norme di cui ai commi 1 lett. a) e 5 dell'art. 602-ter (Cass. V, n. 17946/2014, ha negato la soppressione dell' aggravante dell'aver ridotto in schiavitù un minore, nel caso di specie un bambino di dieci anni schiavizzato dal padre per costringerlo all'accattonaggio).

Comma 2

L'aggravante contemplata al co.2, che trova applicazione per i reati di falso documentale allorché essi siano commessi al fine di realizzare o agevolare i reati di cui agli artt. 600, 601 e 602, comporta un aumento di pena da un terzo alla metà.

Comma 3

La circ. aggravante contemplata al co. 3 (già prevista nel co. 3 dell'abrogato art. 600-sexies c.p. ed inserita nell'art. 602-ter dalla l. n. 172/2012), che trova applicazione per i soli reati di cui all'art. 600-bis co. 1 e 600-ter quando essi siano commessi con violenza o minaccia, comporta un aumento di pena da un terzo alla metà. La violenza fisica o psichica non è indicata come mezzo coattivo, ma, più in generale, come modalità di esecuzione del reato, per cui essa si riferisce sia ai casi in cui la violenza sia utilizzata per costringere il minore a compiere l'attività-scopo (per esempio, a prostituirsi), sia quando sia utilizzata gratuitamente, come espressione di sadismo (Mantovani, 2013, 520).

Quando la condotta non eccede rispetto a quella strettamente funzionale alla commissione del reato a cui l'aggravante si riferisce, i reati di violenza astrattamente configurabili sono da ritenersi assorbiti nel primo; viceversa, quando vi sia superamento dei limiti, si avrà concorso di reati (Mantovani, 2013, 521).

Comma 4

La circostanza aggravante contemplata al comma 4 (pure introdotta dalla l. n. 172/2012), che trova applicazione per i soli reati di cui agli artt. 600-bis commi 1 e 2, 600-ter co. 1 e 600-quinquies quando essi siano commessi approfittando della situazione di necessità del minore, comporta un aumento di pena da un terzo alla metà.

La situazione di necessità si identifica in difficoltà economiche, bisogno di lavoro, necessità di salvaguardare la salute propria o di propri familiari (Mantovani, 2013, 521). Si tratta di una condizione di difficoltà o di particolare vulnerabilità da accertare nel caso concreto (Peccioli, cit.)

Comma 5

La circ. aggravante contemplata al comma 5 (come introdotto dalla l. n. 172/2012), che trova applicazione per i soli reati di cui agli artt. 600 bis commi 1 e 2, 600 ter co. 1, 600-quinquies, 600 , 601 e 602 quando essi siano commessi ai danni di un minore degli anni sedici, comporta un aumento di pena dalla metà ai due terzi.

Per la prostituzione, la predetta aggravante ha sostituito — restringendone la portata applicativa — quella contemplata nell'abrogato n. 2 dell'art. 4 l. 20 febbraio 1958 n. 75. L'aggravante era già prevista all'art. 600-sexies co. 1, ma riguardava la commissione del fatto in danno di un minore degli anni quattordici e prevedeva l'aumento da un terzo alla metà.

Una lettura coordinata e sistematica di questa norma con quella di cui al co.1 lett. a) induce a ritenere che vi sia spazio applicativo per entrambe: l'aumento della pena sarà da un terzo alla metà se la p.o. ha un'età compresa tra 16 e 18 anni (art. 602-ter, comma 1 lett. a) e dalla metà ai due terzi in caso di minore di età inferiore ad anni 16 (art. 602-ter co. 5) (in dottrina Peccioli, cit.).

Comma 6

La circ. aggravante contemplata al co. 6 era già prevista dall'art. 600-sexies co. 2 ed è stata inserita nell'art. 602-ter dalla l. n. 172/2012. Essa comporta un aumento dalla metà ai due terzi e trova applicazione per i soli reati di cui agli artt. 600-bis co.1, 600 ter e — nel solo caso in cui la p.o. sia un minore degli anni diciotto — agli artt. 600, 601 e 602 quando essi siano commessi, alternativamente:

a) da un ascendente,

b) dal genitore adottivo

c) dal loro coniuge o convivente,

d) dal coniuge,

e) da affini entro il secondo grado,

f) da parenti fino al quarto grado collaterale,

g) dal tutore,

h) da persona cui il minore sia stato affidato per ragioni di cura, educazione, istruzione, vigilanza, custodia, lavoro,

i) da pubblici ufficiali o da incaricati di pubblico servizio nell'esercizio delle loro funzioni (cfr. sub artt. 357 e 358); l'aggravante in parola prevale su quella di cui all'art. 61 n. 9) perché più gravemente sanzionata. 

j) ai danni di un minore in stato di infermità o minorazione psichica, naturale o provocata. Per infermità o minorazione psichica devono intendersi sia le situazioni di carattere morboso, anche se non clinicamente definibili, che abbiano reso la p.o. incapace di intendere o di volere, sia quelle condizioni che abbiano semplicemente ridotto la sua capacità, legate non già solo a condizioni morbose psichiche o fisiche (per esempio il sordomutismo, l'età avanzata, la dipendenza da alcool o da droghe), ma anche a quelle ambientali (si pensi ai casi di emarginazione sociale) o culturali

Nel caso in cui l'infermità sia provocata, si configurano solo i reati aggravati dalla circ. in commento e non anche il reato di cui all'art. 613 (Mantovani, 2013, 523).

Trattandosi di norma aggravatrice a più fattispecie, nel caso ricorrano più evenienze tra quelle indicate, si applicherà un solo aumento (Mantovani, 2013, 523).

A proposito della norma in discorso, giova osservare che le definizioni delle figure da (a) a (g) sono quelle della normativa civilistica e che la filiazione naturale è equiparata a quella legittima (Mantovani, 2013, 523).

Comma 7

La circ. aggravante contemplata al co. 7 (pure introdotta dalla l. n. 172/2012) comporta un aumento di pena dalla metà ai due terzi e trova applicazione per i soli reati di cui agli artt. 600-bis co. 1, 600-ter, 600, 601 e 602 quando, alternativamente essi siano commessi:

a) mediante somministrazione di sostanze alcoliche, narcotiche, stupefacenti o comunque pregiudizievoli per la salute fisica o psichica del minore,

b) da tre o più persone.

Comma 8

La circ. aggravante contemplata al co. 8 (inserita dal d.lgs. n. 39/2014) comporta l'ordinario aumento fino al terzo e trova applicazione per i soli reati di cui agli artt. 600bis , 600ter , 600quater , 600quater .1 e 600quinquies quando, alternativamente, il reato è commesso:

a) da più persone riunite;

b) dal partecipe di un'associazione per delinquere al fine di agevolare l'attività di quest'ultima;

c) con violenze gravi o, se dal fatto deriva al minore, a causa della reiterazione delle condotte, un pregiudizio grave.

c bis) se dal fatto deriva pericolo di vita per il minore (lettera inserita dalla l. 23 dicembre 2021, n. 238, quale ulteriore adeguamento alla direttiva 2011/93/UE del 13/12/2011).

Comma 9

La circ. aggravante — inserita dal d.lgs n. 39/2014 — contemplata al co. 9 trova applicazione per i soli reati di cui agli artt 600-bis, 600-ter, 600-quater, 600-quater.1 e 600-quinquies quando essi siano compiuti con l'utilizzo di mezzi atti ad impedire l'identificazione dei dati di accesso alle reti telematiche; essa comporta un aumento di pena fino a due terzi. Secondo Cass. III, 32166/20, è sufficiente, per integrare l’aggravante, che l’agente avesse adoperato un computer ed un client di accesso alla rete non a lui direttamente riferibili, ma alla Polisportiva presso cui lavorava, e che avesse ripetutamente fatto uso di nickname diversi e di fantasia sulla piattaforma Gigatribe.

Il divieto di equivalenza o prevalenza

Il co. 10 dell'art. 602-ter — già previsto dall'art. 600-sexies, ultimo comma, — sancisce il divieto di comparazione, con giudizio di equivalenza o prevalenza, delle circostanze attenuanti diverse da quelle di cui agli artt. 98 114 con le aggravanti testé illustrate e comunque con tutte quelle della sezione (si pensi a quella di cui all'art. 600-quater co. 2). La relativa diminuzione, pertanto, va operata sulla pena risultante dall'aumento per le aggravanti. Si tratta di una norma molto simile, solo per citarne due, a quelle previste dagli artt. 280 co. 5 e 628 ultimo comma.

Il divieto di comparazione, trattandosi di norma di sfavore che determina un inasprimento sanzionatorio, soggiace alla disciplina di cui all'art. 2 co. 4 e, di conseguenza, non si applica ai fatti commessi prima della data di entrata in vigore della l. n. 172/2012, salvo che essi non corrispondano a situazioni riconducibili alle aggravanti di cui ai commi 1 e 2 dell'abrogato art. 600-sexies, per cui già vigeva, prima dell'abrogazione ad opera della l. n. 172/2012, il predetto divieto.

Bibliografia

Leopizzi, L’attuazione del principio della “riserva di codice” in materia penale (d.lgs. 1 marzo 2018, n. 21), in Ilpenalista,  23 marzo 2018; Peccioli, Un ulteriore intervento a tutela dei minori (I parte), in Dir. Pen. e Processo 2013; Peccioli, La tutela delle vittime vulnerabili nei delitti di riduzione in schiavitù e di tratta, in Dir. Pen. e Processo 2015.

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