Codice Penale art. 609 - Perquisizione e ispezione personali arbitrarie.Perquisizione e ispezione personali arbitrarie. [I]. Il pubblico ufficiale [357], che, abusando dei poteri inerenti alle sue funzioni, esegue una perquisizione [247-249, 250 3, 252, 352 c.p.p.; 79 att. c.p.p.] o un'ispezione personale [245 c.p.p.; 79 att. c.p.p.], è punito con la reclusione fino ad un anno (1). (1) Per un'ipotesi di aumento della pena, v. art. 36 l. 5 febbraio 1992, n. 104. competenza: Trib. monocratico arresto: non consentito fermo: non consentito custodia cautelare in carcere: non consentita altre misure cautelari personali: non consentite procedibilità: d'ufficio InquadramentoIl reato ha natura plurioffensiva. Nonostante la collocazione sistematica e le indicazioni provenienti dai lavori preparatori, esso è posto a tutela della libertà morale del soggetto passivo, oltre che dell'interesse pubblicistico alla legalità dell'azione dei pubblici poteri (Fiandaca, Musco, PS, II-1, 198). Soggetto attivoIl reato è proprio; può essere commesso soltanto dal pubblico ufficiale (anche se non competente a effettuare perquisizioni e ispezioni personali) o dal privato che, avendo proceduto all'arresto in flagranza ex art. 283 c.p.p., proceda ad una arbitraria perquisizione o ispezione personale (Mantovani, PS, I, 314; Fiandaca, Musco, PS, II-1, 198; contra escludono il pubblico ufficiale che non abbia competenza in materia Gallinelli, 2; Marini, PS, I, 375). Viceversa, se il privato agisce al di fuori dell'arresto in flagranza, potrà configurarsi a suo carico unicamente il delitto di violenza privata, mancandogli la qualifica di pubblico ufficiale. MaterialitàLa condotta consiste nell'eseguire una perquisizione o una ispezione personale, abusando dei poteri inerenti alle funzioni di pubblico ufficiale. I casi e le forme delle ispezioni e perquisizioni personali, in conformità a quanto disposto dal comma 2 dell'art. 13 Cost., sono disciplinate nel Capo I e II del Titolo III del Libro III del codice di procedura penale (artt. 244 e 245 c.p.p. per le ispezioni personali; artt. 247, 248 e 249 c.p.p. per le perquisizioni personali), nonché all'art. 118 c.p.c. La dottrina ravvisa gli estremi dell'abuso sia nell'ipotesi di incompetenza assoluta ad operare la perquisizione o l'ispezione personale, quando cioè il potere di compiere tali atti fuoriesca totalmente dalla sfera della competenza propria del pubblico ufficiale (ad esempio perquisizione effettuata dal bidello per accertare l'autore di un furto), sia nei casi di incompetenza relativa ossia nelle ipotesi in cui l'agente, pur avendo la potestà istituzionale compiere tali atti, esegua la perquisizione o l'ispezione fuori dai casi previsti o in spregio delle modalità prescritte dalla legge (si configura in questi casi un eccesso di potere) (Mantovani 376). E' stato ritenuto da Cass. II, n. 25709/2011 che l''esecuzione di una perquisizione con modalità violente, tali da provocare lesioni sulla persona del soggetto perquisito, integra unicamente il reato di lesioni personali volontarie aggravate dalla qualità di pubblico ufficiale, restando in esso assorbito il delitto di perquisizione arbitraria. (In motivazione la Corte ha precisato che, a ritenere diversamente, sarebbe ravvisabile un solo reato complesso perchè, quando l'arbitrarietà si traduce in lesioni, queste ultime dovrebbero ritenersi elemento costitutivo del reato previsto dall'art. 609, complesso a norma dell'art. 84). Elemento soggettivoIl reato è punito a titolo di dolo generico. È necessaria la coscienza e volontà di eseguire la perquisizione o l'ispezione, ma anche la consapevolezza dell'abuso di poteri. L'errore sull'illegittimità della condotta esclude il dolo (Mantovani, PS, I, 315; Fiandaca, Musco, PS, II-1, 199). Il delitto di arresto illegale, così come quello di perquisizione arbitraria, richiede per la sua configurazione l'abuso di potere del pubblico ufficiale, rientrando così fra le ipotesi di reato a cosiddetta illiceità o antigiuridicità speciale. Conseguentemente, l'abuso o l'arbitrarietà dell'atto compiuto, oltre ad essere parte integrante del fatto di reato, condiziona anche la sussistenza del dolo, che consiste nella coscienza e volontà dell'abuso delle funzioni da parte dell'agente. Profili processualiL’arresto e il fermo non sono consentiti, così come le misure cautelari personali. La procedibilità è d'ufficio e la competenza è del Tribunale monocratico. BibliografiaGallinelli, Libertà (abusive limitazioni della libertà personale), in Enc. giur., XIX, Roma, 1990, 2; Marini, Libertà personale (delitti contro la), in Nss.D.I., agg., IV, Torino, 1983, 911. |