Codice Penale art. 635 ter - Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici pubblici o di interesse pubblico 1 2 .

Roberto Carrelli Palombi di Montrone

Danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici pubblici o di interesse pubblico 12.

[I]. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque commette un fatto diretto a distruggere, deteriorare, cancellare, alterare o sopprimere informazioni, dati o programmi informatici di interesse militare o relativi all'ordine pubblico o alla sicurezza pubblica o alla sanità o alla protezione civile o comunque di interesse pubblico, è punito con la reclusione da due a sei anni3.

[II]. La pena è della reclusione da tre a otto anni:

1) se il fatto è commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio, con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti alla funzione o al servizio, o da chi esercita, anche abusivamente, la professione di investigatore privato, o con abuso della qualita' di operatore del sistema;

2) se il colpevole per commettere il fatto usa minaccia o violenza ovvero se è palesemente armato;

3) se dal fatto deriva la distruzione, il deterioramento, la cancellazione, l'alterazione o la soppressione delle informazioni ovvero la sottrazione, anche mediante riproduzione o trasmissione, o l'inaccessibilita' al legittimo titolare dei dati o dei programmi informatici4.

[III]. La pena è della reclusione da quattro a dodici anni quando taluna delle circostanze di cui ai numeri 1) e 2) del secondo comma concorre con taluna delle circostanze di cui al numero 3) 5.

 

competenza: Trib. monocratico (comma 1); Trib. monocratico (udienza prelim.) (comma 2)

arresto: facoltativo

fermo: non consentito (primo comma); consentito (secondo e terzo comma)

custodia cautelare in carcere: consentito

altre misure cautelari personali: consentite

procedibilità: d'ufficio

[1] Articolo inserito dall'art. 5 l. 18 marzo 2008, n. 48Per la confisca di danaro, beni o altre utilità di non giustificata provenienza, nel caso di condanna o di applicazione della pena su richiesta, v. ora artt. 240-bis c.p., 85-bis d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 e 301, comma 5-bis, d.P.R. 23 gennaio 1973, n. 43 (per la precedente disciplina, v. l'art. 12-sexies d.l. 8 giugno 1992, n. 306, conv., con modif., in l. 7 agosto 1992, n. 356).

[2]  Rubrica modificata dall'art. 16, comma 1, lett. o) n. 3) l. 28 giugno 2024, n. 90,  che ha sostituito le parole: «utilizzati dallo Stato o da altro ente pubblico o comunque di pubblica utilità»  con le seguenti: «pubblici o di interesse pubblico».

[3]  L'art. 16, comma 1, lett. o) n. 1) l. 28 giugno 2024, n. 90 ha sostituito le parole: «utilizzati dallo Stato o da altro ente pubblico o ad essi pertinenti, o comunque di pubblica utilita', e' punito con la reclusione da uno a quattro anni» con le seguenti: «di interesse militare o relativi all'ordine pubblico o alla sicurezza pubblica o alla sanita' o alla protezione civile o comunque di interesse pubblico, e' punito con la reclusione da due a sei anni».

[4] Comma sostituito dall'art. 16, comma 1, lett. o) n. 2) l. 28 giugno 2024, n. 90, il testo precedente alla sostituzione era il seguente: «Se dal fatto deriva la distruzione, il deterioramento, la cancellazione, l'alterazione o la soppressione delle informazioni, dei dati o dei programmi informatici, la pena è della reclusione da tre a otto anni».

[5] Comma già sostituito dall'art. 2 d.lgs. 15 gennaio 2016, n. 7. Il testo era il seguente: «Se ricorre la circostanza di cui al numero 1) del secondo comma dell'articolo 635 ovvero se il fatto è commesso con abuso della qualità di operatore del sistema, la pena è aumentata» V. sub art. 635Successivamente il comma è stato nuovamente sostituito dall'art. 16, comma 1, lett. o) n. 2) l. 28 giugno 2024, n. 90, il testo precedente alla sostituzione era il seguente:

Inquadramento

Si rimanda a quanto sopra riportato in relazione all'art. 635- bis con riguardo alla completa riformulazione della fattispecie criminosa di cui all'art. 635 ad opera del d.lgs. 15 gennaio 2016 n. 7.

Il reato di danneggiamento di danneggiamento di informazioni e programmi informatici utilizzati dallo Stato o da altro ente pubblico o comunque di pubblica utilità è stato introdotto dall'art. 5 comma 2 l. 18 marzo 2008 n. 48 recante “Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla criminalità informatica fatta a Budapest il 23 novembre 2001 e norme di adeguamento interno”.

Si tratta di un reato plurioffensivo che lede, oltre ad un interesse di tipo patrimoniale, anche l'interesse collettivo all'integrità dei dati informatici di rilievo pubblico (DolciniMarinucci, 6342).

Soggetto attivo

Trattasi di un reato comune che può essere commesso chiunque. Nell'art. 635-ter comma 3 è presa in considerazione, quale soggetto, attivo, specificamente la figura dell'operatore del sistema, prevedendosi una circostanza aggravante se il fatto è commesso da un soggetto che svolge tale funzione.

Elemento materiale

Con l'introduzione dell'art. 635-ter è stata prevista l'anticipazione della punibilità allo stadio del tentativo per quelle condotte dirette a produrre la distruzione, il deterioramento, la cancellazione, l'alterazione o la soppressione di dati o programmi informatici utilizzati dallo Stato o da altro ente pubblico o ad essi o pertinenti o comunque di pubblica utilità (Picotti, 715). Si tratta, quindi, di un delitto di attentato volto a punire il compimento di atti idonei e diretti in modo non equivoco a danneggiare i suddetti beni.

Con l'art. 16 comma 1 lett. o) l. 28 giugno 2024, n. 90 le parole ”utilizzati dallo stato o da altro ente pubblico o ad essi pertinenti o comunque di pubblica utilità…” sono state sostituite dalle seguenti “di interesse militare o relativi all'ordine pubblico o alla sicurezza pubblica o alla sanità o alla protezione civile o comunque di interesse pubblico”.   

Elemento psicologico

Trattasi di un delitto doloso e tuttora per la sua integrazione è necessario il dolo generico consistente nella coscienza e volontà di distruggere, deteriorare, cancellare, alterare o sopprimere i predetti beni informatici, cui deve accompagnarsi, nell'ipotesi aggravata prevista dall'art 635-ter comma 3, la violenza alla persona o la minaccia o la qualità di operatore del sistema.

Consumazione

Come sopra si diceva, trattasi di un reato a consumazione anticipata che si perfeziona con il compimento dell'azione descritta nella fattispecie incriminatrice. Di conseguenza non è configurabile il tentativo, trattandosi di un reato di pericolo.

Circostanze aggravanti

L'art. 635-ter comma 2 prevede un aggravamento della pena qualora l'evento danno si verifichi; la disposizione, quindi, viene a configurare una figura autonoma di reato, qualificabile come delitto aggravato dall'evento.

L'art. 635-ter comma 3, nella sua nuova formulazione introdotta dall'art. 2 comma 1 lett. n) d.lgs. 15 gennaio 2016 n. 7, prevede come circostanza aggravante, in primo luogo, la commissione del fatto con violenza alla persona o con minaccia. Valgono, al riguardo, le considerazioni svolte in relazione all'art. 635. Per il resto nella disposizione è rimasto il riferimento, quale ulteriore fattispecie di circostanza aggravante del fatto previsto dall'art. 635-ter comma 1, alla commissione del fatto con abuso della qualità di operatore del sistema. Valgono, al riguardo, le considerazioni svolte in relazione all'art. 635-bis. 

Profili processuali

Il reato è procedibile d'ufficio.

In seguito alle modifiche introdotte dalla l. 28 giugno 2024 n. 90, il reato previsto dall'art. 635-ter comma 1 è punito con la reclusione da due a sei anni.

La fattispecie prevista dall'art. 635-ter  comma  2 è stata completamente riscritta dall'art. 16 comma 1 lett. o)  n. 2 della l. 28 giugno 2024n. 90, prevedendosi la pena della reclusione da tre ad otto anni per il fatto commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio, con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti alla funzione o al servizio, o per il fatto commesso da chi esercita, anche abusivamente, la professione di investigatore privato o per il fatto commesso con abuso della qualità di operatore del sistema. La stessa pena della reclusione da tre ad otto anni è prevista nell'ipotesi in cui per commettere il fatto venga fatto uso di minaccia o violenza o nell'ipotesi in cui il fatto venga commesso da persona palesemente armata.  

Si applica ancora la pena della reclusione da tre ad otto anni se dal fatto deriva la distruzione, il deterioramento, la cancellazione, l'alterazione o la soppressione  delle informazioni ovvero la sottrazione, anche mediante riproduzione o trasmissione, o l'inaccessibilità al legittimo titolare dei dati o dei programmi informatici.

È prevista, infine, l'applicazione della pena della reclusione da quattro a dodici anni in caso di concorso delle circostanze previste dall'art. 635-ter comma 2 numeri 1 e 2 con taluna delle circostanze previste dal n. 3 della stessa norma.  

Bibliografia

De Matteis, sub art. 635 ter, in Lattanzi - Lupo Codice penale. Rassegna di giurisprudenza e di dottrina, XII, Milano, 2010; Dolcini - Marinucci, Codice penale commentato, Milano, 2011; Picotti, La ratifica della Convenzione Cybercrime del Consiglio d'Europa, in Dir. pen. e proc. 2008, 715.

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