Codice Penale art. 640 quinquies - Frode informatica del soggetto che presta servizi di certificazione di firma elettronica (1).Frode informatica del soggetto che presta servizi di certificazione di firma elettronica (1). [I]. Il soggetto che presta servizi di certificazione di firma elettronica, il quale, al fine di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto ovvero di arrecare ad altri danno, viola gli obblighi previsti dalla legge per il rilascio di un certificato qualificato, è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa da 51 a 1.032 euro. (1) Articolo inserito dall'art. 5 l. 18 marzo 2008, n. 48. competenza: Trib. monocratico arresto: non consentito fermo: non consentito custodia cautelare in carcere: non consentita altre misure cautelari personali: non consentite procedibilità: d'ufficio InquadramentoL'art. 640-quinquies è stato inserito nel codice penale dall'art. 5 comma 3 l. 18 marzo 2008 n. 48 di ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d'Europa sulla criminalità informatica sottoscritta a Budapest il 23 novembre 2001. L'introduzione della nuova norma si è resa necessaria per l'insufficienza della sola fattispecie di cui all'art. 640-ter con riferimento alle attività di certificazione anche se manca nella stessa qualsiasi riferimento a condotte fraudolente ed è certamente impropria la sua collocazione nell'ambito dei delitti contro il patrimonio. SoggettiSoggetto attivo Il reato di cui all'art. 640-quinquies è un'ipotesi specifica di frode informatica che può essere commessa solo dal soggetto che presta servizi di certificazione di firma elettronica; è quindi un reato proprio. Il riferimento contenuto nella norma incriminatrice al rilascio di un certificato qualificato impone di identificare il soggetto attivo del reato, non semplicemente in colui il quale presta servizi di certificazione di firma elettronica, ma soltanto in quel certificatore che sia abilitato al rilascio dei certificati qualificati; si tratta, appunto, dei certificatori qualificati di cui all'art. 27 d.lgs. 7 marzo 2005 n. 82. Elemento materialeLa descrizione della condotta incriminata consiste in un rinvio alle violazioni degli obblighi previsti dalla legge per il rilascio di un certificato qualificato; i suddetti obblighi sono quelli descritti nel cosiddetto codice dell'amministrazione digitale di cui al d.lgs. 7 marzo 2005 n. 82. Elemento psicologicoTrattasi di un reato di mera condotta per la cui realizzazione non è richiesto il profitto o il danno. L'elemento soggettivo consiste, da un lato nel dolo generico rappresentato dalla coscienza e volontà di rilasciare un certificato qualificato con la consapevolezza di violare uno degli obblighi previsti dalla legge, e da un altro lato nel dolo specifico, del fine alternativo del conseguimento di un ingiusto profitto per sé o per altri o della produzione di un danno per altri. Profili processualiPer i reati informatici, fra i quali quello previsto dall'art. 640-quinquies, è prevista, ai sensi dell'art. 51 comma 3-quinquies c.p.p., la competenza delle procure distrettuali. Il reato è procedibile d'ufficio. È punito con la pena della reclusione fino a tre anni e della multa da € 51,00 ad € 1.032,00. BibliografiaResta, Cybercrime e cooperazione internazionale nell'ultima legge della legislatura, in Giur. merito, 2008, 2147; Sarzana D'Ippolito, Informatica, internet e diritto penale, Milano.2009. |