Codice Penale art. 647 - [Appropriazione di cose smarrite, del tesoro e di cose avute per errore o caso fortuito.] (1)

Roberto Carrelli Palombi di Montrone

[Appropriazione di cose smarrite, del tesoro e di cose avute per errore o caso fortuito.] (1)

(1) Articolo abrogato dall'art. 1 d.lg. 15 gennaio 2016, n. 7. Il testo dell'articolo, come modificato dall'art. 93 l. 24 novembre 1981, n. 689, era il seguente: «[I]. È punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a un anno o con la multa da 30 euro a 309 euro: 1) chiunque, avendo trovato denaro o cose da altri smarrite, se li appropria, senza osservare le prescrizioni della legge civile sull'acquisto della proprietà di cose trovate; 2) chiunque, avendo trovato un tesoro, si appropria, in tutto o in parte, la quota dovuta al proprietario del fondo; 3) chiunque si appropria cose, delle quali sia venuto in possesso per errore altrui o per caso fortuito. [II]. Nei casi preveduti dai numeri 1 e 3, se il colpevole conosceva il proprietario della cosa che si è appropriata, la pena è della reclusione fino a due anni e della multa fino a 309 euro». In relazione al testo abrogato, v. l'art. 4 d.lg. 28 agosto 2000, n. 274, in tema di competenza penale del giudice di pace. Per la responsabilità civile e per la sanzione pecuniaria civile, v. ora artt. 3, 4, comma 1 lett. d), e), f) d.lg. n. 7, cit. Per la disciplina transitoria, v. art. 12 d.lg. n. 7, cit. 

Inquadramento

Il delitto di appropriazione di cose smarrite, del tesoro o di cose avute per errore o caso fortuito, previsto dall'art. 647, è stato abrogato per effetto dell'art. 1 d.lgs 15 gennaio 2016 n. 7 recante Disposizioni in materia di abrogazione di reati e introduzione di illeciti con sanzioni pecuniarie civili, a norma dell'art. 2 comma 3 della legge 28 aprile 2014, n. 67, pubblicato nella G.U. 22 gennaio 2016, n. 17.

Problemi di diritto intertemporale

L'abrogazione del reato previsto dall'art. 647 può determinare degli effetti concreti sul reato di ricettazione previsto dall'art. 648, nell'ipotesi in cui l'oggetto della condotta di ricettazione sia costituito da cosa smarrita di cui all'art. 647.

Va, in proposito, evidenziato che, sulla base della costante giurisprudenza della Corte di Cassazione, tale effetto va limitato alle sole condotte di ricettazione commesse successivamente all'entrata in vigore del d.lgs. n. 7/2016, che, appunto, ha soppresso il reato presupposto; ciò in quanto la provenienza da delitto dell'oggetto materiale del reato è elemento definito da norma esterna alla fattispecie incriminatrice, di talché l'eventuale abrogazione o le modifiche di tale norma non assumono rilevanza ai sensi dell'art. 2 e la rilevanza del fatto, sotto il profilo in questione, deve essere valutata con esclusivo riferimento al momento in cui è intervenuta la condotta tipica di ricezione della cosa od intromissione affinché altri la ricevano (Cass. II, n. 18710/2016).

In proposito  la Cassazione ha affermato che la ricettazione di bene proveniente dal reato presupposto di cui all'art. 647 conserva rilevanza penale anche dopo la depenalizzazione, ad opera del d.lgs. 15 gennaio 2016, n. 7, del reato di appropriazione di cosa smarrita, atteso che nella ricettazione la provenienza da delitto dell'oggetto materiale del reato è elemento definito da norma esterna alla fattispecie incriminatrice, per cui l'eventuale abrogazione di tale norma non assume rilievo ai sensi dell'art. 2, dovendo la rilevanza penale del fatto essere valutata con esclusivo riferimento al momento in cui ha avuto luogo la condotta tipica di ricezione della cosa (Cass. VII, n. 20644/2016).

Inoltre in una fattispecie concreta relativa alla falsa denuncia di smarrimento di assegni bancari, presentata da un soggetto dopo averli consegnati ad altra persona in pagamento di un'obbligazione, si è ritenuto integrato il delitto di calunnia anche dopo la depenalizzazione, ad opera del d.lgs. n. 7/2016, del reato di appropriazione di cose smarrite, atteso che tra i reati in astratto configurabili come presupposto rispetto al reato di cui all'art. 368 vi sono, oltre a quello di cui all'art. 647, anche il furto e la ricettazione (Cass. VI, n. 15964/2016).

Relativamente ad una fattispecie concreta di appropriazione indebita di una somma di denaro bonificata per errore e non restituita, nonostante l'esplicita richiesta del disponente, a fronte dell'assoluzione dell'imputato dal fatto contestato per difetto di tipicità, la Corte d Cassazione, chiamata a pronunciarsi in seguito a ricorso per saltum proposto dal P.M., ha ritenuto che il fatto integrasse il diverso reato di cui all'art. 647 comma 1 n. 3 c.p. oggi depenalizzato, affermando in proposito il seguente principio di diritto:”Il reato di appropriazione di "cose" ricevute per errore o per caso fortuito (art. 647, comma 1, n. 3, cod. pen., oggi depenalizzato) è configurabile anche con riguardo all'appropriazione di denaro, conformemente a quanto previsto dall'art. 646 cod. pen., disposizione rispetto alla quale la norma in esame, oggi depenalizzata, si pone in rapporto di specialità, senza che alcun rilievo assuma la circostanza che l'appropriazione del "denaro" sia invece espressamente prevista nel n. 1 del medesimo art. 647 e nel testo dell'art. 316 cod. pen.” (Cass. II, n. 45891/2021).

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