Codice Penale art. 658 - Procurato allarme presso l'Autorità.

Roberto Carrelli Palombi di Montrone

Procurato allarme presso l'Autorità.

[I]. Chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l'Autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio [358], è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda da 10 euro a 516 euro [340, 656, 657].

Inquadramento

La contravvenzione prevista dall'art. 658 mira a proteggere la pubblica quiete e la tranquillità della collettività dai pregiudizi che possono conseguire all'annuncio di falsi allarmi portati a conoscenza dell'autorità o di altri enti o persone esercenti un pubblico servizio. È un reato di natura istantanea con effetti permanenti.

Elemento materiale

L'elemento materiale del reato consiste nell'annuncio di notizie false concernenti un disastro, un infortunio o un pericolo inesistenti, che venga portato a conoscenza dell'autorità o di altri enti o persone esercenti un pubblico servizio. Con il termine annuncio ci si vuole riferire ad ogni comunicazione, effettuata con qualsiasi mezzo ed avente un contenuto certo e definito relativo ad un disastro, un infortunio od un pericolo. L'annuncio potrà essere portato a conoscenza dell'autorità con qualsiasi mezzo ed è irrilevante, ai fini dell'integrazione del reato, che sia stata controllata la fondatezza della notizia o che l'allarme si sia effettivamente diffuso. Deve trattarsi di un annuncio relativo ad eventi inesistenti e tale da suscitare allarme in vista della predisposizione di misure idonee a far fronte all'evento prospettato. Ciò implica che l'annuncio abbia suscitato nell'autorità una giustificata apprensione o abbia determinato un'attività d'investigazione finalizzata all'adozione di rimedi provvedimenti idonei per fronteggiare i danni o i pericoli annunciati.

In questa direzione si è precisato che il reato è configurabile anche nel caso in cui l'infortunio annunciato sia stato artificiosamente costruito, dovendo equipararsi all'infortunio "inesistente" di cui all'art. 658 anche quello "falso", poiché la ratio della contravvenzione va ravvisata nell'interesse dello Stato all'ordine pubblico, che si vuole garantire contro tutti i falsi allarmi, che distolgono l'Autorità costituita dalle ordinarie incombenze (Cass. I, n. 26897/2018).

La dottrina ritiene necessario, ai fini dell'integrazione del reato, che alla condotta dell'agente sia conseguito un danno, nel senso che l'autorità abbia posto in essere effettivamente un'attività investigativa o anche solo informativa in conseguenza del falso allarme (De Vero).

Elemento psicologico

La contravvenzione di procurato allarme potrà essere punita, indifferentemente, a titolo di dolo o di colpa e l'errore colposo sulla sussistenza del pericolo annunciato non potrà escludere la punibilità. Viceversa un errore incolpevole e scusabile potrà essere ravvisato nell'ipotesi in cui il soggetto, in ragione di particolari situazioni contingenti, abbia acquisito una giustificabile convinzione di comunicare un disastro o un pericolo sussistente. La giurisprudenza ha poi avuto modo di chiarire che il fine di protesta non esclude l'elemento materiale e quello psicologico del reato, costituendo, invece, il movente dello stesso; in tale direzione la Suprema Corte ha affermato che non era idoneo ad escludere la sussistenza del reato il carattere di azione di denunzia e protesta riferito ad una comunicazione telefonica effettuata dall'imputato alla polizia giudiziaria con la quale lo stesso aveva preannunciato che avrebbe appiccato il fuoco ad un materasso ed a rifiuti vari ammassati nel retro di una pizzeria (Cass. I, n. 99/2012).

Rapporti con altri reati

Si è ritenuto sussistente oltre al delitto di simulazione di reato anche la contravvenzione di procurato allarme nella condotta di colui che, dopo essersi prodotta una ferita, telefoni all'Ansa asserendo falsamente di avere subito un attentato ad opera dei N.A.R., che ne avevano rivendicato l'esecuzione (Cass. VI, n. 4951/1984).

Casistica

Richiesta di intervento della P.G. segnalando falsamente che il coniuge impedisce di incontrare il figlio minore

Si è ritenuto non integrare il reato di cui all'art. 658 c.p. la condotta di colui che segnala falsamente col mezzo del telefono alla polizia giudiziaria, sollecitandone l'intervento, che il coniuge gli impedisce di incontrare il figlio minore, in quanto in tale comportamento difetta la prospettazione di un pericolo presso l'autorità tale da ingenerare pubblico allarme (Cass. I, n. 41739/2014).

Profili processuali

Il reato di procurato allarme presso l'Autorità è procedibile d'ufficio.

È ammessa l'oblazione ai sensi dell'art. 162-bis.

Bibliografia

De Vero, Tutela dell'ordine pubblico, Milano, 1988; Vigna-Bellagamba, Le contravvenzioni al codice penale, Milano, 1974.

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