Codice Penale art. 676 - Rovina di edifici o di altre costruzioni.

Roberto Carrelli Palombi di Montrone

Rovina di edifici o di altre costruzioni.

[I]. Chiunque ha avuto parte nel progetto o nei lavori concernenti un edificio o un'altra costruzione, che, poi, per sua colpa [43], rovini, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 154 euro a 929 euro (1).

[II]. Se dal fatto è derivato pericolo alle persone, la pena è dell'arresto fino a sei mesi ovvero dell'ammenda non inferiore a 309 euro.

(1) L'attuale sanzione amministrativa è stata sostituita alla pena dell'ammenda non inferiore a 103 euro dall'art. 51 d.lg. 30 dicembre 1999, n. 507. Per l'individuazione dell'autorità competente all'applicazione di detta sanzione, v. art. 19-bis disp. att.

Inquadramento

La fattispecie prevista dall'art. 676 comma 2 c.p., sotto la rubrica “Rovina di edifici o di altre costruzioni”, che originariamente prevedeva come reato contravvenzionale punito con la sola pena dell'ammenda la condotta di colui che ha avuto parte nel progetto o nei lavori concernenti un edificio o un'altra costruzione e poi, per sua colpa, rovini, è stata depenalizzata ad opera dell'art. 51 d.lgs. 30 dicembre 1999 n. 507 che ha sostituito l'originaria pena dell'ammenda con quella della sanzione amministrativa pecuniaria da euro 154 a euro 929. È, invece, tuttora, prevista come reato la fattispecie descritta nel comma 2, che si realizza nell'ipotesi in cui dal fatto di cui al comma 1 sia derivato pericolo alle persone. La dottrina ha precisato trattarsi di un reato di pericolo concreto riferito ad una pluralità di persone determinate (Manzini, Trattato, X, 488).

Soggetto attivo

La giurisprudenza ha chiarito che la contravvenzione prevista dall'art. 676 c.p. a differenza del delitto di crollo, sia nell'ipotesi dolosa che in quella colposa, ha natura di reato proprio del progettista o del direttore dei lavori (Cass. I, n. 19928/2014).

Elemento materiale

Il reato è integrato in conseguenza della semplice esistenza di un pericolo per le persone in conseguenza del crollo di un edificio o altra costruzione determinato da colpa del progettista o del costruttore (Cass. I, n. 47475/2003).

Elemento psicologico

La norma incriminatrice fa espresso riferimento all'elemento soggettivo della colpa in conseguenza della quale si sia verificata la rovina dell'edificio o della costruzione.

Rapporti con altri reati

La giurisprudenza ha individuato nel soggetto attivo l'elemento distintivo del delitto di crollo colposo di cui all'art. 449  rispetto all'ipotesi contravvenzionale prevista dall'art. 676 comma 2, stabilendo che nella contravvenzione soggetto attivo può essere solo colui che ha preso parte al progetto o ai lavori della costruzione, mentre nel delitto la condotta può essere posta in essere da chiunque; ciò in quanto per la sussistenza dell'ipotesi delittuosa la condotta deve concretarsi in un disastro vero e proprio, mentre per aversi la contravvenzione è sufficiente che si tratti di un piccolo di crollo con pericolo anche di una sola persona (Cass. IV, n. 159/1983). In tale direzione si è precisato che le due ipotesi di reato, rispettivamente delittuosa e contravvenzionale, previste dall'art. 449, con riferimento all'art. 434 ed all'art. 676, differiscono tra loro non soltanto perché soggetto attivo del delitto può essere chiunque, mentre soggetti attivi della contravvenzione possono essere esclusivamente il progettista e il costruttore, ma si distinguono anche e soprattutto per la differenza inerente l'elemento materiale e, particolarmente per la maggiore gravità dell'avvenimento che caratterizza il delitto rispetto alla contravvenzione. Difatti si è affermato che per la sussistenza del delitto occorre che il crollo della costruzione abbia assunto la fisionomia di un disastro, cioè di un avvenimento grave e complesso con conseguente pericolo per la vita e l'incolumità delle persone, indeterminatamente considerate, mentre per l'integrazione della contravvenzione basta la semplice rovina di un edificio o di altra costruzione e la circostanza che sia derivato pericolo alle persone è prevista come aggravante (Cass. IV, n. 32216/2018).

Casistica

Responsabilità dell'esecutore materiale dei lavori

La contravvenzione di rovina di edifici o di altre costruzioni rientra nella categoria dei reati propri e può essere commessa solo da chi abbia avuto parte nella elaborazione del progetto o nell'esecuzione dei lavori concernenti l'edificio od altra costruzione che poi per sua colpa siano crollati, cioè da chi abbia svolto, nella fase ideativa, o in quella esecutiva dell'opera edilizia, un'attività non meramente attuativa di direttive altrui, realizzando una condotta non conforme alle regole della scienza e della tecnica delle costruzioni. Conseguentemente, mentre possono essere compresi nel novero dei soggetti attivi del reato il progettista, il costruttore o il direttore dei lavori, ne deve essere escluso l'esecutore materiale dei lavori, salvo che non abbia operato colposamente di propria iniziativa, in contrasto o al di fuori delle istruzioni ricevute o comunque senza le direttive di un tecnico dell'edilizia (Cass. I, n. 7925/1988).

Profili processuali

Il reato di rifiuto di rovina di edifici o di altre costruzioni è procedibile d'ufficio.

È ammessa l'oblazione ai sensi dell'art. 162-bis c.p.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario