Codice Penale art. 689 - Somministrazione di bevande alcooliche a minori o a infermi di mente (1).

Roberto Carrelli Palombi di Montrone

Somministrazione di bevande alcooliche a minori o a infermi di mente (1).

[I]. L'esercente un'osteria o un altro pubblico spaccio di cibi o di bevande, il quale somministra, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, bevande alcooliche a un minore degli anni sedici, o a persona che appaia affetta da malattia di mente, o che si trovi in manifeste condizioni di deficienza psichica a causa di un'altra infermità, è punito con l'arresto fino a un anno.

[II]. La stessa pena di cui al primo comma si applica a chi pone in essere una delle condotte di cui al medesimo comma, attraverso distributori automatici che non consentano la rilevazione dei dati anagrafici dell'utilizzatore mediante sistemi di lettura ottica dei documenti. La pena di cui al periodo precedente non si applica qualora sia presente sul posto personale incaricato di effettuare il controllo dei dati anagrafici (2).

[III]. Se il fatto di cui al primo comma è commesso più di una volta si applica anche la sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 euro a 25.000 euro con la sospensione dell'attività per tre mesi (2).

[IV]. Se dal fatto deriva l'ubriachezza [690], la pena è aumentata [64].

[V]. La condanna importa la sospensione dall'esercizio [35].

(1) V. art. 4 d.lg. 28 agosto 2000, n. 274, in tema di competenza penale del giudice di pace. V. inoltre la norma transitoria di cui all'art. 64 d.lg. n. 274, cit. Per le ipotesi di reato attribuite alla competenza del giudice di pace si applica la sanzione dell'ammenda da 516 euro a 2.582 euro o quella della permanenza domiciliare da 15 a 45 giorni o del lavoro di pubblica utilità da 20 giorni a 6 mesi.

(2)Comma inserito, in sede di conversione, dall'art. 7, d.l. 13 settembre 2012, n. 158, conv., con modif., in l. 8 novembre 2012, n. 189.

Inquadramento

La dottrina ha individuato l'interesse tutelato dall'art. 689 nella tutela di persone che, per immaturità o per condizioni psicopatologiche, mancano della potestà di autogoverno e nella prevenzione dell'alcolismo quale causa di degenerazione individuale o sociale e di criminalità (Manzini, X, 556).

Soggetti

Soggetto attivo

L'art. 689 rappresenta una figura di reato proprio, in quanto soggetto attivo di esso può essere soltanto l'esercente di un'osteria o di altro pubblico spaccio di cibi e bevande.

La dottrina ha, al riguardo, precisato che soggetto attivo del reato potrà essere anche colui che gestisca, in luogo del titolare, legittimamente o abusivamente, l'osteria o lo spaccio (Erra, V, 316).

Soggetto passivo

Soggetto passivo del reato sono le persone che, per ragioni di età, infermità o deficienza psichica, non sono in grado di regolarsi da se stessi.

Si tratta, quindi, dei minori di anni sedici, dei soggetti appaiono affetti da malattie di mente e dei soggetti che si trovino in manifeste condizioni di deficienza psichica a causa di un'altra infermità. In dottrina si ritiene che il reato sia escluso laddove, malgrado l'apparenza, la persona non sia inferma di mente o deficiente (Erra, V, 316). Invece il consenso del soggetto passivo e quindi anche la richiesta di somministrazione avanzata dallo stesso all'esercente non esclude la punibilità del fatto, in quanto l'interesse tutelato dalla norma non è disponibile.

Elemento materiale

L'elemento materiale del reato consiste nella somministrazione, in luogo pubblico o aperto al pubblico, di bevande alcoliche ad uno dei soggetti passivi, così come sopra indicati. La pubblicità del luogo ove avviene la somministrazione è considerata elemento essenziale del reato (Antolisei, I, 527).

La Cassazione ha ritenuto integrato il reato in caso di somministrazione da parte del gestore di un bar di bevande alcoliche a minori di anni sedici, a nulla rilevando che nel predetto bar vi fossero cartelli indicanti il divieto di erogazione di bevande alcoliche a minori; ciò in quanto, stante la natura di reato di pericolo della contravvenzione prevista dall'art. 689, è richiesta una particolare diligenza nell'accertamento dell'età del consumatore (Cass. V, n. 7021/2010).

Elemento soggettivo

Il reato è punibile a titolo di dolo o di colpa, essendo sufficiente la volontarietà del fatto. L'errore circa l'età del soggetto passivo potrà scusare solo ove sia stato determinato da caso fortuito o forza maggiore. Ove il soggetto passivo sia una persona che appaia affetta da malattia di mente o che si trovi in condizioni di manifesta deficienza psichica, per la sussistenza del reato è necessario che l'esercente sia consapevole di tale stato in cui versa il soggetto passivo.

La Cassazione ha ritenuto integrato il reato nella condotta di chi somministri bevande alcoliche al minore di anni sedici, limitandosi a prendere atto della risposta di quest'ultimo sul superamento dell'età richiesta (Cass. V, n. 27916/2009).

Circostanze

Nel comma 2 dell’art. 689 è prevista una circostanza aggravante speciale, nel caso in cui dal fatto derivi l’ubriachezza del soggetto passivo.

Casistica

Somministrazione effettuata dal dipendente di bevande alcoliche a minore degli anni sedici

La Cassazione ha ritenuto che sussiste la responsabilità del titolare di un bar, per il reato di cui all'art. 689, anche se la somministrazione di bevande alcoliche a minori degli anni sedici sia stata effettuata dai propri dipendenti; ciò in quanto la natura di reato di pericolo impone l'obbligo della diligenza nell'accertamento dell'età del consumatore da parte del soggetto che gestisce l'esercizio commerciale di vendita di bevande alcoliche, il quale è titolare di una specifica posizione di garanzia a tutela di interessi diffusi; a ciò consegue che lo stesso è tenuto a vigilare affinché i propri dipendenti svolgano diligentemente i propri compiti ed osservino scrupolosamente le indicazioni impartite in ordine all'accertamento dell'effettiva età del consumatore (Cass. V, n. 46334/2013).

Profili processuali

 

Il reato è procedibile d'ufficio.

 

Bibliografia

Antolisei, Manuale di diritto penale, parte speciale, I, Milano, 1999; Erra, Bevande alcoliche, in Enc. dir., Milano, 1959; Manzini, Trattato di diritto penale italiano, Torino, 1990.

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