Codice Penale art. 712 - Acquisto di cose di sospetta provenienza.Acquisto di cose di sospetta provenienza. [I]. Chiunque, senza averne prima accertata la legittima provenienza, acquista o riceve a qualsiasi titolo cose, che, per la loro qualità o per la condizione di chi le offre o per la entità del prezzo, si abbia motivo di sospettare che provengano da reato, è punito con l'arresto fino a sei mesi o con l'ammenda non inferiore a 10 euro [648; 166 c.p.m.p.]. [II]. Alla stessa pena soggiace chi si adopera per fare acquistare o ricevere a qualsiasi titolo alcuna delle cose suindicate, senza averne prima accertata la legittima provenienza [713]. InquadramentoLa contravvenzione prevista dall'art. 712 persegue lo scopo di prevenire la commissione di delitti contro il patrimonio, in quanto la condotta di incauto acquisto, come quella di ricettazione, costituisce un fatto che agevola la realizzazione del profitto derivante da tali reati (Dall'Ora, 521). La giurisprudenza ha individuato la ratio dell'art. 712 nella finalità di evitare che venga agevolata la fruizione di profitti derivanti da delitti offensivi del patrimonio; a ciò consegue che, per la sussistenza del reato, la circostanza di fatto della provenienza delle cose da reato deve essere certa, trattandosi di elemento costitutivo della contravvenzione medesima (Cass. II, n. 7661/1994). Tale ultima affermazione deve considerarsi oggi superata, in quanto le sezioni unite della Corte di Cassazione hanno chiarito che, ai fini della configurabilità della contravvenzione di acquisto di cose di sospetta provenienza non occorre che sia accertata la provenienza delle cose da reato, perché è richiesta solo la prova dell'acquisto o della ricezione, senza gli opportuni accertamenti, di cose rispetto alle quali l'agente abbia motivi di sospetto circa la loro provenienza, come indicati nell'art. 712 (Cass. S.U., n. 12433/2009). Soggetto attivoSoggetto attivo del reato può essere chiunque, non occorrendo, ai fini dell'integrazione dello stesso, una particolare connotazione soggettiva del soggetto agente. Elemento materialeL'elemento materiale del reato consiste nell'acquistare o ricevere cose che, per la loro qualità, il loro prezzo o le condizioni di chi le offre, fanno oggettivamente sorgere il sospetto che provengano da un reato; e la condotta costitutiva del reato consiste nell'avere omesso di compiere i dovuti accertamenti circa la provenienza illecita delle cose, pur in presenza degli ora indicati indici di sospetto. Per questo motivo si è parlato di un reato a condotta mista, prima omissiva, consistente nell'avere omesso di compiere i dovuti accertamenti circa la legittima provenienza delle cose e poi caratterizzato da una condotta attiva consistente, appunto, nell'acquisto o nella ricezione delle cose stesse. L'indicazione degli indici di sospetto contenuti nella norma incriminatrice deve considerarsi tassativa; essi non devono ricorrere congiuntamente, bastando, ai fini dell'integrazione del reato, la sussistenza di uno di essi (Cass. V, n. 839/1980). Sulla base del tenore testuale della norma, il reato presupposto non deve necessariamente consistere in un delitto, potendo anche trattarsi di una contravvenzione. Al riguardo la giurisprudenza ha chiarito che per la configurabilità della contravvenzione di incauto acquisto non si richiede che il sospetto di provenienza da reato possa realizzarsi unicamente in relazione ad un reato contro il patrimonio, ne si richiede necessariamente l'esistenza di un negozio idoneo a trasferire un diritto di disposizione della cosa. Può pertanto sussistere la contravvenzione di incauto acquisto di merce proveniente da contrabbando, e titolo idoneo ai sensi dell'art. 712 e anche l'affidamento della cosa in uso e per il suo sfruttamento (Cass. VI, n. 873/1971). Già si è detto che per la sussistenza del reato, oggi, la giurisprudenza non richiede che sia accertata la provenienza delle cose da reato, essendo necessaria solo la prova dell'acquisto o della ricezione, senza gli opportuni accertamenti, di cose rispetto alle quali l'agente abbia motivi di sospetto circa la loro provenienza; ed in tale direzione recentemente si è affermato che, ai fini della configurabilità del reato contravvenzionale di cui all'art. 712, non è necessario che l'acquirente abbia effettivamente nutrito dubbi sulla provenienza della merce, dovendo, invece, ritenersi sussistente il reato, ogni qualvolta l'acquisto avvenga in presenza di condizioni che obiettivamente avrebbero dovuto indurre al sospetto, indipendentemente dal fatto che questo vi sia stato o meno (Cass. II, n. 43929/2015). La giurisprudenza ha ritenuto non configurabile l'elemento oggettivo della contravvenzione di cui all'art. 712 nella condotta di un soggetto che trovi e conservi il possesso di un oggetto, abbandonato da chi lo ha sottratto al legittimo proprietario, in quanto nel concetto di «acquisto di una cosa di sospetta provenienza», non può essere inclusa la mera «ricezione» di essa (Cass. II, n. 43084/2003); così nel caso di specie è stata esclusa la sussistenza del fatto illecito nell'impossessamento di un telefono cellulare, privo di scheda, di provenienza furtiva, rinvenuto abbandonato. Elemento soggettivoLa giurisprudenza ha precisato che l'elemento psicologico del reato di incauto acquisto prescinde totalmente dalle ragioni della ricezione delle cose, e si compendia in un comportamento colposo, che sta a monte dello stesso acquisto o ricezione e, cioè, nel mancato accertamento della legittima provenienza degli oggetti (Cass. I, n. 6319/1984). Ciò la Cassazione ha affermato in modo molto chiaro nel momento in cui è stata chiamata a definire i caratteri distintivi della contravvenzione in esame rispetto al delitto di ricettazione. Ed, infatti, al riguardo, si è costantemente ritenuto che il criterio distintivo tra il delitto di ricettazione e la contravvenzione prevista dall'art. 712 — acquisto di cose di sospetta provenienza — consiste nell'elemento psicologico nel senso che nel primo caso l'agente ha la consapevolezza della provenienza delittuosa della cosa acquistata o ricevuta, mentre nel secondo caso ricorre da parte dell'agente una condotta colposa consistente nel mancato accertamento della provenienza della cosa acquistata o ricevuta (Cass. I, n. 6684/1995). Rapporto con altri reatiGià sopra si è evidenziato come debba essere ravvisato nell'elemento soggettivo il criterio distintivo fra la contravvenzione di incauto acquisto ed il delitto di ricettazione. Qui è necessario precisare che nell'ambito di quest'ultimo delitto, l'elemento psicologico può assumere anche la forma del dolo eventuale, che ricorre laddove l'agente ha consapevolmente accettato il rischio che la cosa acquistata o ricevuta fosse di provenienza illecita; nell'ipotesi in cui sussista una semplice mancanza di diligenza nel verificare la provenienza della cosa sarà configurabile la contravvenzione di incauto acquisto (Cass. II, n. 41002/2013). La giurisprudenza ha poi chiarito che il medesimo fatto, attribuito a coimputati, può qualificarsi per l'uno incauto acquisto e per l'altro ricettazione a seconda che l'elemento soggettivo emerga sotto il profilo del sospetto oppure della consapevolezza della provenienza illecita della cosa (Cass. II, n. 5724/1982). CasisticaDetenzione a titolo precario La condotta costitutiva del reato di acquisto di cose di sospetta provenienza, previsto dall'art. 712, può consistere anche nella detenzione di un bene a titolo precario o a scopo di custodia (Cass. II, n. 11999/2010). Acquisto per uso personale di supporti audiovisivi, informatici o multimediali L'incauto acquisto per uso personale di supporti audiovisivi, fonografici, informatici o multimediali non conformi alle prescrizioni della l. n. 633/1941 integra gli estremi della contravvenzione prevista dall'art. 712, mentre l'acquisto di cose di provenienza altrimenti illecita, ovvero non provenienti da reato, configura l'illecito amministrativo di cui all'art. 1, comma 7, d.l. 14 marzo 2005, n. 35, conv., con modif., in l. n. 80/2005 (Cass. S.U., n. 47164/2005). Ricezione del bene senza scopo di uso, sfruttamento o altra utilità Si è ritenuta non configurabile l'ipotesi contravvenzionale prevista dall'art. 712 qualora la ricezione della cosa da parte del soggetto attivo del reato avvenga senza scopo di uso, di sfruttamento o di altro corrispettivo. Nel caso di specie è stata esclusa la sussistenza della contravvenzione di cui all'art. 712 in un'ipotesi in cui l'agente aveva ricevuto e custodito per una sola notte un ciclomotore rubato, senza alcun corrispettivo, al solo fine di evitare che il mezzo circolasse sprovvisto di idonea illuminazione (Cass. II, n. 6369/1996) Profili processualiIl reato è procedibile d'ufficio.
BibliografiaAntolisei, Manuale di diritto penale parte speciale, I, Milano, 1999; Blaiotta, Ricettazione ed incauto acquisto: un confine mal segnato, in Cass. pen. 1995, II, 1186; Dall'Ora, Acquisto di cose di sospetta provenienza, in Enc. dir., I, 520; Manzini, Trattato di diritto penale italiano, Torino, 1981; Vigna - Bellagamba, Le contravvenzioni nel codice penale, Milano, 1974. |