Codice Penale art. 726 - Atti contrari alla pubblica decenza. [Turpiloquio] 1 . 2[I]. Chiunque, in un luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, compie atti contrari alla pubblica decenza è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 10.000 3 4 .
[1] La parola «Turpiloquio» si intende implicitamente abrogata dall' art. 18, comma 1, l. 25 giugno 1999, n. 205, per effetto dell'abrogazione del comma 2 del presente articolo. [2] La Corte cost. 14 aprile 2022, n. 95, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del presente articolo, come sostituito dall'art. 2, comma 6, del decreto legislativo 15 gennaio 2016, n. 8 (Disposizioni in materia di depenalizzazione, a norma dell'articolo 2, comma 2, della legge 28 aprile 2014, n. 67), nella parte in cui prevede la sanzione amministrativa pecuniaria «da euro 5.000 a euro 10.000» anziché «da euro 51 a euro 309». [3] Articolo sostituito dall'art. 2 d.lgs. 15 gennaio 2016, n. 8. Il testo recitava: «Chiunque, in un luogo pubblico o aperto o esposto al pubblico, compie atti contrari alla pubblica decenza è punito con l'arresto fino a un mese o con l'ammenda da 10 euro a 206 euro». Per la disciplina transitoria e procedurale v. artt. 6-9 d.lg. n. 8, cit. La competenza ad irrogare le sanzioni amministrative pecuniarie ora previste è attribuita al prefetto, ai sensi dell'art. 7, comma 2, d.lgs. n. 8, cit. Precedentemente la contravvenzione era attribuita alla competenza del giudice di pace qualora non ricorressero una o più delle aggravanti di cui all'art. 4, comma 3, d.lg. 28 agosto 2000, n. 274, con l'applicazione dell'ammenda da 258 euro a 2.582 euro (v. artt. 4, comma 1, lett. b) e 52, comma 2, lett. a), d.lg. cit.). [4] Seguiva un secondo comma abrogato dall'art. 18, comma 1, l. 25 giugno 1999, n. 205. Il testo del comma era il seguente: «Soggiace all'ammenda fino a lire centomila chi in un luogo pubblico o aperto al pubblico usa linguaggio contrario alla pubblica decenza». InquadramentoLa contravvenzione prevista dall'art. 726 — è stata trasformata in illecito amministrativo ad opera del d.lgs. n. 8/2016, Disposizioni in materia di depenalizzazione, a norma dell'articolo 2 comma 2 della legge 28 aprile 2014, n. 67, che ha sostituito l'articolo in commento, prevedendo la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 10.000. Con la sentenza sopra citata è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale della norma stante la riconosciuta violazione del principio di uguaglianza con riguardo al trattamento sanzionatorio previsto per l’illecito amministrativo di atti osceni colposi previsto dall’art. 527 co. 3 c.p. punito con la sanzione amministrativa da € 51 ad € 309; la Corte ha riconosciuto la violazione del principio di proporzionalità della pena ritenendo che, a fronte di condotte caratterizzate da limitato disvalore, la previsione di una sanzione minima di € 5.000 e di una massima di € 10.000 è apparsa manifestamente sproporzionata. Bibliografia. Fiandaca, Atti osceni ed atti contrari alla pubblica decenza, in Foro it. 2015, 2, 111; Vigna-Bellagamba, Le contravvenzioni nel codice penale, Milano, 1974. |