Codice Civile art. 4 - Commorienza.Commorienza. [I]. Quando un effetto giuridico dipende dalla sopravvivenza di una persona a un'altra e non consta quale di esse sia morta prima, tutte si considerano morte nello stesso momento [2697]. InquadramentoLa morte (accertata secondo criteri normativamente previsti: v. l. n. 578/1993; v. infra, art. 1) determina la perdita della capacità giuridica. Il decesso della persona fisica è un fatto giuridicamente rilevante poiché da esso conseguono effetti giuridici. Taluni di questi effetti assumono particolare rilevanza: in primis, quelli successori (v. art. 456). Per l'effetto della morte, il patrimonio del de cuius si trasmette agli eredi. In questa ipotesi, l'effetto giuridico (successorio) dipende dalla sopravvivenza di una persona a un'altra: elemento determinante, quindi, è che l'una sia deceduta prima dell'altra. E, invero, nella maggior parte dei casi, il decesso riguarda una sola persona fisica, autonomamente considerata. Pur trattandosi dell'ipotesi ordinaria, non è l'unica: in taluni casi, infatti, può verificarsi un decesso plurimo (che riguarda più soggetti), in un determinato lasso di tempo ristretto o, addirittura, simultaneamente (commorienza). In queste ipotesi, la commorienza può avvenire in circostanze che rendono difficile (se non impossibile) stabilire quali delle persone sia deceduta prima dell'altra. L'art. 4 regola questo specifico fenomeno, introducendo una apposita norma regolatrice: quando un effetto giuridico dipende dalla sopravvivenza di una persona a un'altra e non consta quale di esse sia morta prima, tutte si considerano morte nello stesso momento. La disposizione in commento ha, dunque, uno specifico perimetro applicativo: non riguarda, tout court, la morte contemporanea di più persone ma, piuttosto, il decesso contestuale di più persone fisiche in circostanze che non consentono di appurare la sopravvivenza dell'una rispetto all'altra (Trib. Firenze, 5 dicembre 1993). Si tratta di una presunzione legale (Perlingieri, 119) pertanto, colui il quale voglia dimostrare che l'uno è deceduto prima dell'altro (o viceversa) è tenuto a offrirne prova. La previsione in commento costituisce, allora, una “regola di diritto probatorio” che specifica il principio generale dell'onere della prova, contenuto nell'art. 2697, in base al quale chi voglia far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento (Pizzorusso, Romboli, Brescia, De Vita, in Comm. S. B., 1988, 118). In questo senso è orientata la giurisprudenza di legittimità se non altro là dove afferma che la a norma dell'art. 4 prevede soltanto la presunzione legale di non sopravvivenza con la conseguenza che colui il quale afferma la sopravvivenza di una persona, deve dare la prova di tale sopravvivenza in base al principio dell'onere della prova (Cass. n. 963/1986). Applicazioni della normaLa presunzione fissata dall'art. 4 può scontrarsi con l'interesse di chi vanti un diritto fondato sulla sopravvivenza di una persona rispetto all'altra: è questi, allora, che deve provare la sopravvivenza da cui germina il suo diritto. La prova deve essere certa e sicura e non meramente indiziaria, tuttavia sono ammesse altre presunzioni: per esempio sulla maggiore o minore resistenza fisica della persona deceduta (Dogliotti in Tr. Res., 1982, 26). Le maggiori applicazioni della disposizione normativa sulla commorienza si hanno in materia di successioni, atti di liberalità, assicurazioni. L'ambito successorio è, invero, il terreno d'elezione di questa norma risolutiva di conflitti tant'è che il codice abrogato la inseriva solo in questo comparto normativo, poiché il problema del momento della morte veniva sollevato quasi sempre per questioni ereditarie. Giova ricordare, come, in occasione di calamità collettive come il terremoto calabro-siciliano si ebbero interventi legislativi (v. il d.l. n. 23/1909) diretti a stabilire che tutte le persone perite nel disastro dovevano considerarsi, agli effetti delle questioni successorie e senza possibilità di prova contraria, morte nello stesso istante. La commorienza è, comunque, oggi, uno dei casi in cui si verifica il diritto di accrescimento in caso di successione testamentaria (v. art. 674); sempre la commorienza è una ipotesi che incide nella fisiologia del contratto assicurativo (da ultimo, ad es., v. Inps, circ. 12 settembre 2014 n. 104, in materia di assicurazione sulla vita). Ad esempio, la commorienza del beneficiario rispetto al contraente comporta la trasmissione del diritto al capitale assicurato a favore degli eredi dello stesso beneficiario, sempre che lo stipulante non abbia revocato il beneficio o, comunque, disposto diversamente (Bartolini, 122). Diritto UE e internazionale privatoL'art. 32 del Reg. (CE) n. 650/2012 (relativo alla competenza, alla legge applicabile, al riconoscimento e all'esecuzione delle decisioni e all'accettazione e all'esecuzione degli atti pubblici in materia di successioni e alla creazione di un certificato successorio europeo) regola l'ipotesi della commorienza: «quando due o più persone le cui successioni sono regolate da leggi diverse decedono in circostanze che non consentono di determinare l'ordine dei decessi e quelle leggi regolano la fattispecie in maniera differente ovvero non la regolano affatto, nessuna di tali persone ha diritto di succedere all'altra o alle altre». La l. n. 218/1995 (legge di riforma del diritto internazionale privato) ha introdotto una specifica norma in materia di commorienza: «quando occorre stabilire la sopravvivenza di una persona ad un'altra e non consta quale di esse sia morta prima, il momento della morte si accerta in base alla legge regolatrice del rapporto rispetto al quale l'accertamento rileva» (art. 21). BibliografiaBaratta R., Diritto internazionale privato, Milano, 2010; Bartolini, La commorienza del beneficiario e del contraente-assicurato, in Dir. prat. ass. 1959, 122; Bianca C. M., Diritto civile, I. La norma giuridica. I soggetti, Milano, 2002; Birkhoff J. M., Nozioni di medicina legale. 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Artt. 1 - 142, Milano, 2009; Cian, Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Falzea, Il soggetto nel sistema dei fenomeni giuridici, Milano, 1939; Falzea A., Capacità (teoria generale), in Enc. dir., VI, Milano, 1960; Finocchiaro G., Diritto all'anonimato: anonimato, nome e identità personale, Padova, 2008; Lipari, Diritto civile, 1, Milano, 2009; Malagoli Togliatti M., Lubrano Lavadera A. (a cura di), Bambini in Tribunale: l'ascolto dei figli contesi, Milano, 2011; Perlingieri P., Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Pizzorusso, Romboli, Brescia, Rescigno, Capacità giuridica, in Dig. civ., II, Torino, 1988; Rescigno, Capacità giuridica, in Dig. civ., II, Torino, 1988; Rossi S., Corpo umano (atti di disposizione sul) in Dig. civ., Torino, 2010; Santoro Passarelli, Dottrina generali del diritto civile, Napoli, 1985; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015; Tozzi, La circolazione dei diritti della persona, Torino, 2013; Trabucchi, «Buon costume», in Enc. dir., VI, Milano, 1959, 700. |