Codice Civile art. 20 - Convocazione dell'assemblea delle associazioni.Convocazione dell'assemblea delle associazioni. [I]. L'assemblea delle associazioni deve essere convocata dagli amministratori una volta l'anno per l'approvazione del bilancio [2364 2]. [II]. L'assemblea deve essere inoltre convocata quando se ne ravvisa la necessità o quando ne è fatta richiesta motivata da almeno un decimo degli associati. In questo ultimo caso, se gli amministratori non vi provvedono, la convocazione può essere ordinata dal presidente del tribunale [2367; 8 att.]. InquadramentoL'assemblea è l'organo collegiale dell'associazione con funzione deliberante, cui partecipano, in linea di principio, tutti gli associati (Cian, Trabucchi, 112). Essa, in buona sostanza, è la riunione degli associati in funzione deliberante (Bianca C. M., 2014, 148). Gli artt. 20, 21, 22 ne delineano le funzioni e le attribuzioni. L'organo assembleare è il “cuore” dell'associazione poiché concentra in sé l'imperium, l'alta sovranità corporativa e l'attua in forma diretta e plenaria con le sue deliberazioni (Ferrara F., in Tr. Vas., 1958, 273). Il costume dottrinale collaudato distingue le assemblee in ordinarie e straordinarie: queste ultime, ricorrono nei casi modificazione dell'atto costitutivo e dello statuto, scioglimento dell'associazione, devoluzione dei beni; le altre, sono ordinarie (Cendon, 675). L'assemblea ha delle specifiche competenze emergenti dalla (pur scarna) disciplina di diritto comune: è competente per l'approvazione del bilancio, le modificazioni all'atto costitutivo e allo statuto, lo scioglimento dell'associazione e la devoluzione del patrimonio, la nomina e la revoca degli amministratori o le azioni nei loro confronti (Galgano, in Comm. S. B., 1988, 313). L'assemblea gode di una potestà molto ampia: può persino cambiare lo scopo dell'associazione; sussiste, però, un limite: non può deliberare un provvedimento che sia contrario allo statuto o all'atto costitutivo. L'art 20 spiega la sua efficacia soltanto sul piano privatistico. Pertanto, non può estendersi l'ambito di applicazione di esso sul piano pubblicistico, e cioè agli enti di diritto pubblico (Cass. S.U., n. 1527/1962) Convocazione dell'assembleaL'art. 20, comma 1, individua una specifica ipotesi di assemblea ordinaria ossia quella convocata per l'approvazione del bilancio: si tratta di una assemblea da tenere annualmente. Nel comma 2 della medesima norma è previsto, comunque, che l'assemblea deve essere convocata «quando se ne ravvisa la necessità o quando ne è fatta richiesta motivata da almeno un decimo degli associati». In quest'ultimo caso, se gli amministratori non vi provvedono, la convocazione può essere ordinata dal presidente del tribunale. Il funzionamento dell'assemblea è lineare: gli associati vengono convocati con indicazione della data, del luogo dell'assemblea e dell'oggetto; ha quindi luogo la riunione di tutti i partecipanti; segue la discussione e conclude la votazione che è retta dal principio maggioritario. Il metodo è collegiale: attraverso il procedimento di formazione di volontà dell'assemblea, viene assunta una decisione che esterna il volere dell'ente, sommando tutte le volontà dei singoli. In linea di principio, l'assemblea è convocata presso la sede associativa ma non è escluso che la riunione possa anche avvenire in un luogo diverso, purché ciò sia espressamente previsto o risponda a particolari esigenze. Convocazione su ordine dell'autorità giudiziariaL'assemblea deve essere convocata quando ne è fatta richiesta da almeno un decimo degli associati. Se, nonostante la richiesta, gli amministratori non vi provvedono, la convocazione può essere fatta dall'Autorità giudiziaria. La giurisprudenza ha avuto modo di chiarire che il provvedimento con il quale il Presidente del tribunale ordina la convocazione dell'assemblea di una associazione non è soggetto a reclamo e nemmeno può esserne sospesa l'efficacia; gli associati possono, però, eventualmente far valere le ragioni di irritualità del provvedimento in sede di convocazione dell'assemblea, e, occorrendo, mediante l'impugnazione della deliberazione adottata (Cass. n. 3228/1957). Ci si chiede se la convocazione possa essere richiesta anche a mezzo dello strumento cautelare ex art. 700 c.p.c.: si tratterebbe di una misura tesa ad anticipare gli effetti dell'ordine presidenziale che risponde, in realtà, esso stesso a una cautela per porre rimedio a una situazione di stallo. Si tratterebbe, cioè, del “cautelare del cautelare”: come ha ritenuto, sin da data risalente, la giurisprudenza, deve dunque predicarsi la inammissibilità dello strumento ex art. 700 c.p.c. per ottenere l'ordine presidenziale ex art. 20 Modalità della convocazioneL'ente può introdurre regole precipue per la convocazione: in particolare, può disciplinarne le modalità a mezzo dello statuto. In difetto, può trovare applicazione l'art. 8 disp. att. La convocazione dell'assemblea delle associazioni deve, dunque, farsi mediante avviso personale che deve contenere l'ordine del giorno degli argomenti da trattare. Se non è vietato dall'atto costitutivo o dallo statuto, gli associati possono farsi rappresentare nell'assemblea da altri associati mediante delega scritta anche in calce all'avviso di convocazione. Si ritiene che la convocazione possa essere fatta anche oralmente; in ogni caso, se irregolare, porta alla invalidità dell'assemblea e il relativo provvedimento adottato è annullabile (cfr., in materia di delibere condominiali, Cass. S.U., n. 4806/2005). La convocazione, in linea di principio, deve essere fatta dagli amministratori: una eventuale convocazione fatta da chi non sia competente rende la deliberazione inesistente (Cass. n. 2493/1982). BibliografiaBarba A., Pagliantini S. (a cura di), Commentario del codice civile, Torino, 2014; Casetta, Manuale di diritto amministrativo, Milano, 2014; Cendon (a cura di), Commentario al codice civile. Artt. 1 - 142, Milano, 2009; Cerrina Feroni G., Fondazione e banche. Modelli ed esperienze in Europa e negli Stati Uniti, Torino, 2011; Cian, Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Galgano, Trattato di Diritto Civile, Padova, 2014; Iorio, Le trasformazioni eterogenee e le fondazioni, Milano, 2010; Lipari, Diritto Civile, Milano, 2009; Perlingieri P., Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Petrelli G., Formulario notarile commentato, Milano, 2011; Sarale, Trasformazione e continuità dell'impresa, Milano, 1996, 88; Sesta M., Codice delle successioni e donazioni, I, Milano, 2011; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015;. Zoppini, Le fondazioni, Napoli, 1995. |