Codice Civile art. 49 - Dichiarazione di assenza.

Giuseppe Buffone
aggiornato da Annachiara Massafra

Dichiarazione di assenza.

[I]. Trascorsi due anni dal giorno a cui risale l'ultima notizia, i presunti successori legittimi e chiunque ragionevolmente creda di avere sui beni dello scomparso diritti dipendenti dalla morte di lui possono domandare al tribunale competente, secondo l'articolo precedente, che ne sia dichiarata l'assenza [722, 723, 724 c.p.c.].

Inquadramento

L'assenza è il fatto, giudizialmente dichiarato, che la persona è scomparsa da oltre due anni (Bianca C. M., 2014, 121). L'assenza non presume né fa presumere la morte della persona fisica ma nemmeno consente più di presumere che essa sia in vita. Per le sue caratteristiche peculiari, l'assenza si distingue dalla scomparsa: la dottrina qualifica l'assenza come situazione di diritto e la scomparsa come situazione di fatto (Sesta, 272).

Dichiarazione di assenza

La dichiarazione di assenza va richiesta al Tribunale dell'ultimo domicilio o dell'ultima residenza dell'assente, con ricorso a cui devono essere allegati i documenti comprovanti lo stato di famiglia, il fatto e il tempo della scomparsa (art. 190 disp. att. c.p.c.). Il ricorso deve indicare il nome e cognome e la residenza dei presunti successori legittimi dello scomparso e, se esistono, del suo procuratore o rappresentante legale. Legittimati attivi sono i presunti successori legittimi e chiunque ragionevolmente creda di avere sui beni dello scomparso diritti dipendenti dalla morte di lui: rispetto alla disciplina per la scomparsa, non è prevista la legittimazione attiva del p.m. e ciò perché la ratio della disciplina è più quella di tutelare i terzi interessati piuttosto che l'assente (Sesta, 146).

Secondo la dottrina, in particolare, il p.m. non può proporre ricorso per la dichiarazione di assenza in quanto diretta a tutelare gli interessi dei presunti eredi e, in generale, di coloro che possono trarre vantaggi dai provvedimenti previsti dagli artt. 50 e ss. (Jannuzzi — Lorefice, 2006, 287). Il Presidente, letto il ricorso, fissa l’udienza con decreto davanti a sé o ad un giudice da lui designato e può essere ordinata la pubblicazione in uno o più giornali (art. 473-bis.60 c.p.c.).  Il decreto è comunicato al p.m. Il procedimento non è sottoposto a particolari formalità e mira a raccogliere ogni informazione utile in merito all'assente. Esaurita l'istruzione ritenuta necessaria, il tribunale provvede in composizione collegiale e pronuncia la dichiarazione di assenza con sentenza. La sentenza deve essere inserita per estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e pubblicata nel sito internet del Ministero della Giustizia. Copia della G.U. e dei giornali nei quali è stato pubblicato l'estratto deve essere depositata nella cancelleria del giudice che ha pronunciato la sentenza per l'annotazione sull'originale. La sentenza è impugnabile con appello e la decisione di secondo grado è suscettibile di ricorso in Cassazione. Si sono registrati contrasti in merito al rito da seguire in appello: una opinione prevalente ritiene che l'appello segua le norme camerali e si introduca con reclamo (Jannuzzi - Lorefice, 2006, 288; Cass. n. 70/1954).

La giurisprudenza, tuttavia, si è orientata diversamente in questioni analoghe. Sulla scorta del rilevante arresto delle Cass., S.U. n. 2907/2014, trova applicazione, in assenza di una specifica previsione normativa per il giudizio di secondo grado, la disciplina ordinaria di cui agli artt. 339 ss. c.p.c. Di questo principio, la S.C. ha fatto applicazione, tra l'altro, in materia di procedimento sommario di cognizione, predicando, per l'impugnazione ex art. 702-quater c.p.c.(oggi abrogato ex art.3, comma,48 del d.lgs. n. 149 del 2022, con effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023), l'applicazione del rito ordinario ex artt. 339 ss. c.p.c. (Cass. n. 26326/2014). A lume di questi principi, deve ritenersi che l'appello avverso la sentenza di dichiarazione di assenza debba essere introdotto con atto di citazione e segua la disciplina ordinaria.

Assenza e morte presunta

Può essere dichiarata la morte presunta anche se sia mancata la dichiarazione di assenza (v. art. 58, comma 3): la dichiarazione di assenza, pertanto, non è condizione per la pronuncia di morte presunta.

Del pari, la dichiarazione di assenza può essere pronunciata anche qualora non sia stato nominato il curatore dello scomparso (Jannuzzi - Lorefice, 2004, 287).

Dichiarazione di assenza e cessazione degli effetti della comunione legale

Ai sensi dell'art. 191 (come modificato dalla l. n. 55/2015, in materia di divorzio cd. breve), la comunione si scioglie per la dichiarazione di assenza o di morte presunta di uno dei coniugi.

Bibliografia

Callegari, Assenza in Nss. D. I., I, 2, Torino, 1957; Cian, Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Giorgianni, La dichiarazione di morte presunta, Milano, 1943; Jannuzzi - Lorefice, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 2004; Jannuzzi - Lorefice, La volontaria giurisdizione, Milano, 2006; Montei, Detenzione, in Nss. D. I., V, Torino, 1960; Omodei - Salé, La detenzione e le detenzioni: unità e pluralismo nelle situazioni di fatto contrapposte al possesso, Padova, 2012; Perlingieri, Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Preite, Cagnazzo, Atti notarili - Volontaria giurisdizione 1 - Il procedimento. Incapaci, scomparsa, assenza e dichiarazione di morte presunta, Torino, 2012; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015; Zaccaria, Faccioli, Omodei Salè, Tescaro, Commentario all'ordinamento dello stato civile, Sant'Arcangelo di Romagna, 2013.

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