Codice Civile art. 50 - Immissione nel possesso temporaneo dei beni.Immissione nel possesso temporaneo dei beni. [I]. Divenuta eseguibile la sentenza che dichiara l'assenza [730 c.p.c.], il tribunale, su istanza di chiunque vi abbia interesse o del pubblico ministero [69 c.p.c.], ordina l'apertura degli atti di ultima volontà dell'assente, se vi sono [620-623]. [II]. Coloro che sarebbero eredi testamentari o legittimi, se l'assente fosse morto nel giorno a cui risale l'ultima notizia di lui, o i loro rispettivi eredi [479] possono domandare l'immissione nel possesso temporaneo dei beni [725 c.p.c.]. [III]. I legatari, i donatari e tutti quelli ai quali spetterebbero diritti dipendenti dalla morte dell'assente possono domandare di essere ammessi all'esercizio temporaneo di questi diritti. [IV]. Coloro che per effetto della morte dell'assente sarebbero liberati da obbligazioni possono essere temporaneamente esonerati dall'adempimento di esse, salvo che si tratti delle obbligazioni alimentari previste dall'articolo 434 [63 2]. [V]. Per ottenere l'immissione nel possesso, l'esercizio temporaneo dei diritti o la liberazione temporanea dalle obbligazioni si deve dare cauzione nella somma determinata dal tribunale; se taluno non sia in grado di darla, il tribunale può stabilire altre cautele, avuto riguardo alla qualità delle persone e alla loro parentela con l'assente [63 4; 119, 725 c.p.c.]. InquadramentoLa dichiarazione di assenza che sia divenuta esecutiva è idonea a produce un triplice serie di effetti: a) l'immissione dei presunti eredi nel possesso dei beni dell'assente (art. 50 comma 2); b) l'esercizio temporaneo dei diritti da parte dei legatari e donatori dell'assente (art. 50 comma 3); c) la liberazione temporanea dalle obbligazioni da parte degli obbligati dell'assente (art. 50 comma 4). Per ottenere l'immissione nel possesso, l'esercizio temporaneo dei diritti o la liberazione temporanea dalle obbligazioni, l'avente diritto deve, però, offrire cauzione nella somma determinata dal tribunale; se l'onerato della cauzione non sia in grado di darla, il tribunale può stabilire altre cautele, avuto riguardo alla qualità delle persone e alla loro parentela con l'assente (art. 50 comma 5). I beni dell'assente, nell'attesa del suo possibile ritorno, sono sottoposti a una serie di misure di garanzia: l'inventario (art. 52 comma 1), l'accantonamento di una parte delle rendite (art. 53), un sistema legale di controlli sull'amministrazione (art. 54). La disciplina dell'assenza, complessivamente considerata, realizza pertanto un equo contemperamento tra le due esigenze in gioco: quelle degli aventi diritti sul patrimonio dell'assente o interessi meritevoli di tutela e quella dell'assente a che i suoi beni siano sottoposti a conservazione e protezione. Successione a causa di assenzaLa dichiarazione di assenza, una volta divenuta esecutiva, consente l'apertura dei testamenti dell'assente; per l'effetto, su istanza dei presunti eredi, ossia coloro che sarebbero eredi se la morte dell'assente cedesse nel giorno in cui risale l'ultima notizia di lui, il tribunale può autorizzare l'immissione nel possesso temporaneo dei beni, ai sensi dell'art. 50 L'immissione nel possesso temporaneo dei beni dà luogo ad una successione provvisoria a causa di assenza (Bianca C. M, 2014, 122): essa, pertanto, si realizza nelle stesse forme e nei modi della successione a causa di morte ma in ragione dell'incertezza sull'esistenza dell'assente la legge salvaguarda l'interesse di quest'ultimo per l'ipotesi suo ritorno. Per questo motivo la successione non è definitiva e i successori possono disporre dei beni (venderli, ipotecarli, impegnarli) solo nei casi di necessità o di utilità evidente e con l'autorizzazione del tribunale (Bianca C. M., 2014, 122). Altri autori, in dottrina, ipotizzano che non si tratti di una successione provvisoria bensì di una aspettativa. Atto prodromico rispetto alla immissione temporanea è l'apertura (provvisoria) della successione dell'assente, rispetto alla quale godono di legittimazione attiva non solo i presunti eredi ma anche i creditori della persona assente, interessati a che il suo patrimonio sia diligentemente conservato (Romagnoli, in Comm. S. B., 1970, 222). Le norme di procedura, già contenute nell'art. 725 c.p.c. abrogato dall'art. 3 del d.lgs.n. 149 del 2022, sono oggi enucleate dall'art. 473-bis.59 e seguenti del c.p.c. Se la domanda per l'apertura degli atti di ultima volontà è proposta da coloro che sarebbero eredi legittimi, il Tribunale provvede in camera di consiglio, pure pronunciando l'immissione nel possesso temporaneo dei beni. Se la domanda è, invece, presentata da altri interessati (da soli o unitamente agli eredi presunti), il giudice si svolge nelle forme ordinarie e coloro che sarebbero eredi legittimi sono litisconsorti necessari. Il provvedimento conclusivo del giudizio, pronunciando l'immissione nel possesso dei beni, deve anche: determinare la cauzione o le altre cautele previste dall'art. 50 comma 5 e impartire le disposizioni opportune per la conservazione delle rendite riservate all'assente (art. 53). La dichiarazione di assenza è il dies a quo a partire del quale non è più consentita la nomina di un curatore dello scomparso ex art. 48 (Cass. n. 1021/1955). Immissione nel possesso dei beniL'immissione nel possesso dei beni è sottesa a un fenomeno di tipo successorio, anche se provvisorio: ne consegue l'applicabilità (anche già solo analogica) di tutte le norme compatibili in materia di successione, non escluse quelle in materia di riduzione, indegnità, collazione (Cian, Trabucchi, 147). Il codice civile vigente, innovando rispetto al codice previdente (art. 26) che limitava l'esercizio temporaneo ai diritti incidenti sui beni dell'assente, consente l'esercizio di qualsiasi diritto, anche se non legato ai beni ed al patrimonio dell'assente, purché sia dipendente dalla (successiva) morte dello stesso assente (Cass. n. 6168/1988, anche se contra Cass. n. 299/1983, con indirizzo risalente, superato da Cass. n. 16283/2005). Tuttavia non sono suscettibili di successione ereditaria — in dipendenza, appunto, della (successiva) morte dell'assente — i diritti che non fanno parte del patrimonio dello stesso assente, in quanto sorti posteriormente alla data a cui risale l'assenza, oppure i diritti che, pure essendo sorti in epoca anteriore, si estinguono con la morte del loro titolare, perché strettamente personali e non trasferibili agli eredi (quali i diritti di usufrutto, uso, abitazione). Nel novero degli stessi diritti — strettamente personali e, perciò, non trasferibili agli eredi — devono essere inclusi, altresì, i diritti a prestazioni previdenziali dirette (quali i diritti a pensione diretta a carico dell'Ago), che possono essere esercitati, infatti, soltanto dal titolare, fino a che il medesimo sia ancora in vita, mentre non possono essere esercitati, invece, da altri soggetti — ancorché siano (probabili) successori futuri dell'assente — non essendo consentita — per quanto si è detto — la immissione nel possesso — ed il conseguente esercizio — di diritti personali dell'assente, quale, appunto, il diritto a prestazione previdenziale diretta, della quale sia titolare lo stesso assente (in tal senso, Cass. n. 5988/1988). Resta, tuttavia, la questione se — a seguito della dichiarazione di assenza del titolare del diritto a prestazione previdenziale diretta — possa essere esercitato il diritto alla prestazione indiretta o di reversibilità corrispondente, che — a seguito della morte dello stesso assente — spetta, iure proprio, al coniuge e ad altri familiari superstiti (per la soluzione positiva della questione, Cass. n. 5988/1988, e Cass. n. 6168/1988, cit.; in senso contrario Cass. n. 299/1983, cit., che nega, ai superstiti dell'assente, il diritto a conseguire, sia pure in via provvisoria, prestazioni pensionistiche indirette da parte di enti previdenziali, quale, nella fattispecie considerata, l'Enpam). Rapporti obbligatoriColoro che per effetto della morte dell'assente sarebbero liberati da obbligazioni possono essere temporaneamente esonerati dall'adempimento di esse, salvo che si tratti delle obbligazioni alimentari previste dall'art. 434 (art. 50 comma 4). Per ottenere la liberazione temporanea dalle obbligazioni si deve dare cauzione nella somma determinata dal tribunale; se taluno non sia in grado di darla, il tribunale può stabilire altre cautele, avuto riguardo alla qualità delle persone e alla loro parentela con l'assente BibliografiaCallegari, Assenza in Nss. D. I., I, 2, Torino, 1957; Cian, Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Giorgianni, La dichiarazione di morte presunta, Milano, 1943; Jannuzzi - Lorefice, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 2004; Jannuzzi - Lorefice, La volontaria giurisdizione, Milano, 2006; Montei, Detenzione, in Nss. D. I., V, Torino, 1960; Omodei - Salé, La detenzione e le detenzioni: unità e pluralismo nelle situazioni di fatto contrapposte al possesso, Padova, 2012; Perlingieri, Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Preite, Cagnazzo, Atti notarili - Volontaria giurisdizione 1 - Il procedimento. Incapaci, scomparsa, assenza e dichiarazione di morte presunta, Torino, 2012; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015; Zaccaria, Faccioli, Omodei Salè, Tescaro, Commentario all'ordinamento dello stato civile, Sant'Arcangelo di Romagna, 2013. |