Codice Civile art. 51 - Assegno alimentare a favore del coniuge dell'assente (1).

Giuseppe Buffone
aggiornato da Annachiara Massafra

Assegno alimentare a favore del coniuge dell'assente (1).

[I]. Il coniuge dell'assente, oltre ciò che gli spetta per effetto del regime patrimoniale dei coniugi [171 4, 191] e per titolo di successione [540], può ottenere dal tribunale, in caso di bisogno, un assegno alimentare da determinarsi secondo le condizioni della famiglia e l'entità del patrimonio dell'assente [117 3, 433, 438].

(1) Articolo così sostituito dall'art. 2 l. 19 maggio 1975, n. 151.

Inquadramento

L'assenza non scioglie il matrimonio e quindi il coniuge dell'assente non può passare a nuove nozze.

In dottrina, tuttavia, si sostiene che la dichiarazione di assenza, ove eseguibile, munirebbe il coniuge della possibilità di contrarre un nuovo matrimonio, quasi godesse di uno stato libero provvisorio (Perlingieri, 2005). In ogni caso, a prescindere dall'opinione che si sposi, ove il coniuge dell'assente contragga ugualmente matrimonio, questo non può essere impugnato finché dura l'assenza (v. art. 117 comma 3) poiché l'obiettiva incertezza sulla sorte del coniuge assente rende incerta la sussistenza dell'impedimento del vincolo coniugale (Bianca C. M., 2014, 122). Per effetto della riscrittura dell'art. 51, ad opera della l. n. 151/1975, il coniuge dell'assente, oltre ciò che gli spetta per effetto del regime patrimoniale dei coniugi e per titolo di successione, può ottenere dal tribunale, in caso di bisogno, un assegno alimentare da determinarsi secondo le condizioni della famiglia e l'entità del patrimonio dell'assente. Questo strumento rimediale non è accessibile se il coniuge dell'assente ha contratto nuove nozze successivamente alla dichiarazione di assenza (Romagnoli, in Comm. S. B., 1970, 258) e nemmeno può essere richiesto se il secondo matrimonio viene meno, ad esempio per divorzio.

Assegno al coniuge dell'assente

La dichiarazione di assenza dà diritto al coniuge dell'assente di beneficiare degli effetti della successione provvisoria a causa di assenza e, dunque, di potere ottenere l'immissione nel possesso dei beni.

Proprio per tali motivi, l'assegno ex art. 51 è giustificabile solo ove questi dimostri che, nonostante la successione, non dispone di mezzi sufficienti per provvedere al proprio sostentamento (Cian, Trabucchi, 148). Perché ricorra il requisito dello “stato di bisogno”, l'avente diritto deve mancare delle risorse economiche occorrenti per soddisfare le essenziali e primarie esigenze di vita, in linea con altre previsioni animate da finalità analoghe (v. art. 438, v. art. 9-bis l. n. 898/1970). Il coniuge può accedere al diritto ex art. 51 anche se separato, ma purché non sia destinatario di pronuncia di addebito (Sesta, 275). L'assegno in questione si traduce in una prestazione periodica di carattere alimentare, versata in denaro all'avente diritto e gravante sul patrimonio dell'assente, dunque a carico dei suoi successori.

Assegno al coniuge dell'assente e fondo di solidarietà per il coniuge debole (l. stabilità 2016)

La legge di stabilità 2016 (art. 1 commi 414 — 416, l. n. 208/2015; v. anche d.m. 15 dicembre 2016) ha introdotto nell'Ordinamento (per i soli anni 2016 – 2017) una misura di sostegno per il coniuge (separato) in stato di bisogno che non sia in grado di provvedere al proprio mantenimento e quello dei figli, a causa dell'omessa corresponsione dell'assegno ex art. 156 da parte del partner onerato. La norma assume rilevanza in questa sede poiché entrambe le due misure prendono di mira “lo stato di bisogno” del coniuge. Deve ritenersi che il Fondo di solidarietà istituito dal Legislatore con la l. n. 208/2015 abbia carattere residuale, anche per la ristrettezza delle risorse disponibili (250.000 euro per il 2016 e 500.000 euro per il 2017) e, pertanto, operi solo là dove l'avente diritto abbia infruttuosamente esperito ogni altro rimedio a sua disposizione. La conseguenza è duplice: il coniuge in stato di bisogno — astrattamente legittimato a richiedere il contributo legale di solidarietà — ha accesso all'assegno ex art. 51 poiché rimedio preventivo rispetto a quello pubblico e, dunque, la sua domanda non potrà essere rigettata perché possibile beneficiario (astratto) degli importi riconosciuti dal Ministero; il coniuge in stato di bisogno, legittimato a richiedere (con successo) l'assegno ex art. 51, non ha diritto al Fondo di solidarietà.

Quota di pensione dell'assente

In tema di azione (di accertamento) di un coniuge, volta alla dichiarazione di assenza dell'altro coniuge ed al regolamento interinale del patrimonio dello scomparso, la S.C. ha affermato che l'Inps è passivamente legittimato in ordine alla pretesa dell'attore concernente l'attribuzione, a titolo di assegno alimentare ai sensi dell'art. 51, di una quota della pensione dell'assente (Cass. n. 3405/1992). Il coniuge dell'assente, pertanto, può ottenere tutela ex art. 51 anche richiedendo all'Inps una quota della pensione che spetterebbe all'assente.

Bibliografia

Callegari, Assenza in Nss. D. I., I, 2, Torino, 1957; Cian, Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Giorgianni, La dichiarazione di morte presunta, Milano, 1943; Jannuzzi - Lorefice, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 2004; Jannuzzi - Lorefice, La volontaria giurisdizione, Milano, 2006; Montei, Detenzione, in Nss. D. I., V, Torino, 1960; Omodei - Salé, La detenzione e le detenzioni: unità e pluralismo nelle situazioni di fatto contrapposte al possesso, Padova, 2012; Perlingieri, Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Preite, Cagnazzo, Atti notarili - Volontaria giurisdizione 1 - Il procedimento. Incapaci, scomparsa, assenza e dichiarazione di morte presunta, Torino, 2012; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015; Zaccaria, Faccioli, Omodei Salè, Tescaro, Commentario all'ordinamento dello stato civile, Sant'Arcangelo di Romagna, 2013.

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