Codice Civile art. 58 - Dichiarazione di morte presunta dell'assente.

Giuseppe Buffone
aggiornato da Annachiara Massafra

Dichiarazione di morte presunta dell'assente.

[I]. Quando sono trascorsi dieci anni dal giorno a cui risale l'ultima notizia dell'assente, il tribunale competente secondo l'articolo 48, su istanza del pubblico ministero [69 c.p.c.] o di taluna delle persone indicate nei capoversi dell'articolo 50, può con sentenza dichiarare presunta la morte dell'assente nel giorno a cui risale l'ultima notizia [114 trans.; 726 c.p.c.].

[II]. In nessun caso la sentenza può essere pronunziata se non sono trascorsi nove anni dal raggiungimento della maggiore età dell'assente [2].

[III]. Può essere dichiarata la morte presunta anche se sia mancata la dichiarazione di assenza.

Inquadramento

La morte presunta è la morte dichiarata giudizialmente dal Tribunale con riguardo a persona la cui scomparsa persista oltre un determinato tempo (Bianca C. M., 2014, 123). La dichiarazione di morte presunta presuppone, da un lato, la scomparsa del soggetto e, dall'altro, che essa scomparsa persista per un periodo — di norma — di almeno dieci anni, sia o non intervenuta dichiarazione di assenza. Alla morte presunta si ricorre quanto non sia possibile accertare, in via diretta o indiretta, la effettiva morte del soggetto (Perlingieri, 117): si tratta, dunque, di un particolare tipo di accertamento della morte naturale (Sesta, 2015, 277). La dichiarazione di morte presunta è differente dalla dichiarazione di assenza: quest'ultima dichiarazione, infatti, a mezzo dell'immissione nel possesso temporaneo dei beni, dà luogo ad una successione provvisoria nell'ambito della quale, i successori possono disporre dei beni (venderli, ipotecarli, impegnarli) solo nei casi di necessità o di utilità evidente e con l'autorizzazione del tribunale (Bianca C. M., 2014, 122).

La dichiarazione di morte presunta, al contrario, determina una vera e propria successione mortis causa dei presunti eredi del dichiarato morto, come si evince dalle norme dettate in ordine alla devoluzione degli elementi attivi del patrimonio di quest'ultimo ai suoi presunti eredi e legatari (artt. 63, 64, 69, 73) e dal contrapposto silenzio sulla sorte degli elementi passivi di detto patrimonio, spiegabile solo con la sottintesa applicabilità della disciplina delle successioni mortis causa (Cass. n. 536/1981). Non coglie nel segno la tesi che predica un mero subentro dei presunti eredi nei diritti dello scomparso, senza che si realizzi una vera e propria successione, deponendo contro questa tesi, il dato normativo di riferimento (artt. 58 e ss.).

Dichiarazione di morte presunta

La dichiarazione di morte presunta determina l'apertura della successione con riferimento alla data della presunta morte (Cass. n. 1996/1961).

Al lume dell'art. 58, morte naturale e morte presunta tendono a coincidere non valendo a distinguere il regime della provvisorietà che contraddistinguerebbe, secondo taluni, solo la morte presunta: e, invero, entrambe sono soggette a un regime eventualmente cedevole ove frutto di errore posto che la morte presunta viene meno se il soggetto si scopre esistente e la morte fisica viene revocata ove sia stata accertata per sbaglio (Esu, in Tr. Res., 1982, 152). Il presupposto per la dichiarazione di morte presunta è che siano trascorsi dieci anni dal giorno a cui risale l'ultima notizia dell'assente; in virtù dell'art. 58 comma 3, può essere dichiarata la morte presunta anche se sia mancata la dichiarazione di assenza. L'art. 58 pone un limite alla dichiarazione di morte presunta: essa non può essere pronunziata se non sono trascorsi nove anni dal raggiungimento della maggiore età dell'assente. Questa norma non trova applicazione nei casi di cui all'art. 60 (Cian, Trabucchi, 152).

La Suprema Corte ha chiarito che il diritto alla percezione della pensione di reversibilità del coniuge scomparso sorge dalla pubblicazione della sentenza dichiarativa di morte presunta, sicché anteriormente a tale momento non decorre il termine di prescrizione del relativo diritto (Cass. n. 17133/2016).

Profili processuali

Per la pronuncia di morte presunta è competente il Tribunale del luogo di ultimo domicilio o di ultima residenza dell'assente. Legittimati attivi sono il p.m. e coloro che sarebbero eredi testamentari o legittimi qualora lo scomparso fosse morto nel giorno in cui risale l'ultima notizia di lui e i loro rispettivi eredi (v. art. 58, comma 1). La domanda si propone con ricorso, nel quale debbono essere indicati il nome, cognome e domicilio dei presunti successori legittimi dello scomparso e, se esistono, del suo procuratore o rappresentante legale e di tutte le altre persone, che, a notizia del ricorrente, perderebbero diritti o sarebbero gravate da obbligazioni, per effetto della morte dello scomparso (art. 473-bis.62 c.p.c., in precedenza art.726 c.p.c.abrogato con effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023). Ai sensi dell'art. 190 disp. att. c.p.c., al ricorso deve essere allegato lo stato di famiglia dello scomparso e i documenti che comprovano il fatto e il tempo della scomparsa. Il ricorso è sottoposto a un regime di pubblicità: la domanda deve essere inserita per estratto, due volte consecutive a distanza di dieci giorni, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e in due giornali, con invito a chiunque abbia notizie dello scomparso di farle pervenire al tribunale entro sei mesi dall'ultima pubblicazione. Decorsi sei mesi dalla data dell'ultima pubblicazione il giudice, su istanza del ricorrente, fissa con decreto l'udienza di comparizione davanti a sé del ricorrente e delle persone indicate nel ricorso e il termine per la notificazione del ricorso e del decreto a cura del ricorrente (art. 473-bis.62 c.p.c., in precedenza art. 728 c.p.c. abrogato con effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 ). Il decreto è comunicato al p.m.

Esaurita l'istruzione, il Tribunale pronuncia la decisione con sentenza che deve essere inserita per estratto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica e pubblicata nel sito internet del Ministero della giustizia.

Dichiarazione di morte presunta di persone scomparse in seguito a deportazione

La l. n. 103/1951 ha introdotto un regime speciale per la dichiarazione di morte presunta di persone scomparse in seguito a deportazione, avvenuta tra l'8 settembre 1943 e il 25 aprile 1945. Ai sensi dell'art. 1 l. n. 103/1951, la disposizione del secondo comma dell'art. 58 non si applica per la dichiarazione di morte presunta di persone scomparse in seguito a deportazione avvenuta tra l'8 settembre 1943 ed il 25 aprile 1945.

Stato civile

L'ordinamento di stato civile vigente (d.P.R. n. 396/2000) non ripete la previsione di cui all'art. 137 r.d. n. 1238/1939, relativa alla trascrizione delle sentenze di dichiarazione di morte presunta.

Ciò considerato, la dottrina afferma che l'ufficiale di stato civile, al quale sia stata presentata una sentenza di questo genere, dovrebbe intendersi tenuto (soltanto) alla redazione (e quindi alla iscrizione) di un atto di morte in conformità al contenuto della sentenza (Zaccaria, Faccioli, Omodei Salè, Tescaro, 366). Questa conclusione è avvalorata dall'art. 81, comma 2, d.P.R. n. 396/2000, ove è prevista «l'annotazione, negli atti di more, delle sentenze che, ai sensi dell'art. 67, dichiarano la esistenza delle persone di cui era stata dichiarata la morte presunta o ne accertano la morte»; sentenze queste che, nel regime previgente, erano assoggettate a trascrizione. Ciò nondimeno, il Ministero dell'Interno (Circolare Miacel 26 marzo 2001 n. 2) ha optato per una soluzione diversa affermando che «per necessità logica e nonostante il silenzio della legge (...) la trascrizione per riassunto, nei registri ed archivi di morte, della sentenza di dichiarazione della morte presunta».

Bibliografia

Callegari, Assenza in Nss. D. I., I, 2, Torino, 1957; Cian, Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Giorgianni, La dichiarazione di morte presunta, Milano, 1943; Jannuzzi - Lorefice, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 2004; Jannuzzi - Lorefice, La volontaria giurisdizione, Milano, 2006; Montei, Detenzione, in Nss. D. I., V, Torino, 1960; Omodei - Salé, La detenzione e le detenzioni: unità e pluralismo nelle situazioni di fatto contrapposte al possesso, Padova, 2012; Perlingieri, Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Preite, Cagnazzo, Atti notarili - Volontaria giurisdizione 1 - Il procedimento. Incapaci, scomparsa, assenza e dichiarazione di morte presunta, Torino, 2012; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015; Zaccaria, Faccioli, Omodei Salè, Tescaro, Commentario all'ordinamento dello stato civile, Sant'Arcangelo di Romagna, 2013.

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