Codice Civile art. 93 - Pubblicazione (1).

Giuseppe Buffone
aggiornato da Annachiara Massafra

Pubblicazione (1).

[I]. La celebrazione del matrimonio dev'essere preceduta dalla pubblicazione fatta a cura dell'ufficiale dello stato civile [100, 101, 134, 135] (2).

(1) V. d.P.R. 3 novembre 2000, n. 396.

(2) L'articolo recava un secondo comma abrogato dall'art. 110, comma 3, d.P.R. n. 396, cit. Il testo recitava: «La pubblicazione consiste nella affissione alla porta della casa comunale di un atto dove si indica il nome, il cognome, la professione, il luogo di nascita e la residenza degli sposi, se essi siano maggiori o minori di età nonché il luogo dove intendono celebrare il matrimonio. L'atto deve anche indicare il nome del padre e il nome e il cognome della madre degli sposi, salvi i casi in cui la legge vieta questa menzione».

Inquadramento

La celebrazione del matrimonio dev'essere preceduta dalla pubblicazione fatta a cura dell'ufficiale dello stato civile. Gli sposi e l'ufficiale dello stato civile che hanno celebrato il matrimonio senza che la celebrazione sia stata preceduta dalla prescritta pubblicazione sono puniti con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 41 ad euro 206, v. art. 134). L'omessa pubblicazione non è dunque causa di nullità. L'art. 93, comma 2, regolava le modalità della pubblicazione ma questa norma è stata abrogata dall'art. 110 d.P.R. n. 396/2000 che ha riorganizzato la materia in un corpus iuris a sé stante (la disciplina è oggi contenuta negli artt. 50-58 d.P.R. n. 396/2000).

La pubblicazione

La pubblicazione rappresenta la fase preliminare di un procedimento finalizzato a perfezionare l'unione coniugale, ed è destinata ad accertare la sussistenza di tutti i requisiti richiesti per contrarre matrimonio (Sesta, 338). Le successive fasi sono costituite dalla celebrazione e dalla documentazione.

Il procedimento in parola ha natura amministrativa ancorché in esso possano aprirsi fasi di carattere giurisdizionale nei casi di opposizione contro il rifiuto dell'ufficiale di Stato Civile a procedere all'adempimento richiesto. La finalità del procedimento è quella di realizzare una pubblicità — notizia; pertanto, esso non partecipa della validità del negozio matrimoniale e la sua violazione costituisce una mera irregolarità sanzionabile ex lege (Cass. n. 9578/1993).

Sorto come adempimento “indeclinabile” (Finocchiaro F., in Comm. S. B., 1993, 57) è fortemente dubitabile che oggi esso conservi ancora una significativa importanza, già tenuto conto delle nuove modalità di attuazione (totalmente telematiche) nonché del peso specifico delle sanzione che conseguono alla sua inosservanza. Là dove la misura della sanzione punitiva sia irrisoria, di fatto l'adempimento diventa negoziabile (nel senso che chi vuole ometterlo semplicemente “corrisponde” il prezzo dell'omissione stessa, nel caso di specie, minimo).

Informatizzazione delle pubblicazioni

L'art. 32 l. n. 69/2009 ha previsto che gli obblighi di pubblicazione di atti e provvedimenti amministrativi aventi effetto di pubblicità legale si intendono assolti con la pubblicazione nei propri siti informatici da parte delle amministrazioni e degli enti pubblici obbligati. Il Ministero dell'Interno, con Circolare n. 29/2009, ha chiarito che la trasposizione delle pubblicazioni in internet, prevista dalla cennata disposizione della l. n. 69/2009, riguarda anche gli adempimenti di pubblicità legale di cui all'art. 93. Con successiva Circolare n. 1/2011, il medesimo Dicastero ha reso disposizioni operative/attuative in merito alle pubblicazioni di matrimonio da parte delle amministrazioni comunali sui propri siti informatici precisando l'esclusività della detta nuova modalità di pubblicazione.

Formalità procedurali

Le formalità procedurali sono tipizzate in seno agli artt. 54 e ss. d.P.R. n. 396/2000. La richiesta di pubblicazione va presentata all'ufficiale di Stato Civile il quale, ricevuta la richiesta stessa, redige processo verbale in cui indica l'identità delle persone comparse, la richiesta a lui fatta, le dichiarazioni degli sposi o di chi li rappresenta, la documentazione acquisita, la durata della pubblicazione o se essa è stata abbreviata o dispensata. Il matrimonio non può essere celebrato prima del quarto giorno dopo compiuta la pubblicazione; ma va anche celebrato entro i centottanta giorni successivi, altrimenti la pubblicazione si considera come non avvenuta (art. 99). Trascorsi i tre giorni successivi alla pubblicazione di citato art. 99, senza che sia stata fatta alcuna opposizione, l'ufficiale dello stato civile può procedere alla celebrazione del matrimonio. Fra i documenti registrati di seguito all'atto di matrimonio, l'ufficiale dello stato civile, che procede alla celebrazione o che richiede per questa altro ufficiale, inserisce anche i certificati attestanti che la pubblicazione è stata eseguita e che non è stata notificata alcuna opposizione. L'autorità giudiziaria può autorizzazione la riduzione del termine per le pubblicazioni o finanche l'omissione (v. artt. 100; art. 58 d.P.R. n. 396/2000).

Matrimonio celebrato all'estero

Sulla base della costante giurisprudenza di legittimità, il matrimonio celebrato da cittadini italiani all'estero, secondo le forme ivi stabilite e sempre che sussistano i requisiti sostanziali relativi allo stato ed alla capacità delle persone previsti nel nostro ordinamento è immediatamente valido e rilevante nell'ordinamento italiano, indipendentemente dall'osservanza delle norme italiane relative alla pubblicazione, che possono dar luogo solo ad irregolarità suscettibile di sanzioni amministrative, ed alla trascrizione nei registri dello stato civile, la quale ha natura certificativa e di pubblicità e non costitutiva (Cass. n. 3599/1990; Cass. n. 569/1975).

Come detto, ai fini della validità in Italia del matrimonio, occorre che siano state rispettate le forme previste dallo Stato di celebrazione, con l'unica clausola di salvaguardia rappresentata dall'ordine pubblico. Sulla scia di questo principio, la Suprema Corte ha ad esempio affermato che è compatibile con l'ordine pubblico interno il matrimonio celebrato in Pakistan da una cittadina italiana e da un cittadino pakistano e contratto, secondo la legge straniera, in forma telematica e, dunque, senza la contestuale presenza dei nubendi (Cass. n.  15343/2016).

Bibliografia

Cian, Trabucchi - a cura di -, Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Ferrando, L'invalidità del matrimonio, in Trattato di diritto di famiglia, diretto da Paolo Zatti, I, Milano 2002; Perlingieri, Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015; Spallarossa, Le condizioni per contrarre matrimonio, in Trattato di diritto di famiglia, diretto da Paolo Zatti, I, Milano 2011.

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