Codice Civile art. 217 - Amministrazione e godimento dei beni (1).

Giuseppe Buffone
aggiornato da Annachiara Massafra

Amministrazione e godimento dei beni (1).

[I]. Ciascun coniuge ha il godimento e l'amministrazione dei beni di cui è titolare esclusivo.

[II]. Se ad uno dei coniugi è stata conferita la procura ad amministrare i beni dell'altro con l'obbligo di rendere conto dei frutti, egli è tenuto verso l'altro coniuge secondo le regole del mandato [185, 1703 ss.].

[III]. Se uno dei coniugi ha amministrato i beni dell'altro con procura senza l'obbligo di rendere conto dei frutti, egli ed i suoi eredi, a richiesta dell'altro coniuge o allo scioglimento o alla cessazione degli effetti civili del matrimonio, sono tenuti a consegnare i frutti esistenti e non rispondono per quelli consumati [185].

[IV]. Se uno dei coniugi, nonostante l'opposizione dell'altro, amministra i beni di questo o comunque compie atti relativi a detti beni risponde dei danni e della mancata percezione dei frutti [185].

(1) Articolo così sostituito dall'art. 85 l. 19 maggio 1975, n. 151. L'art. 82 della stessa legge, ha modificato l'intitolazione di questa Sezione.

Inquadramento

Il regime di amministrazione e godimento dei beni in regime di separazione ex art. 215, è regolato dall'art. 217, nel testo risultante per effetto della riscrittura ad opera della l. n. 151/1975. Questa norma ha un duplice ambito di applicazione. In primo luogo, il regime di amministrazione e godimento dei beni ex art. 217 opera con riguardo alle convenzioni di separazione stipulate dai coniugi al momento del matrimonio o successivamente per regolare i rapporti patrimoniali tra i coniugi. In secondo luogo, le norme scandite dalla disposizioni in commento operano per il regime che si instaura tra i coniugi per effetto di una causa di cessazione del regime patrimoniale della comunione legale.

All'amministrazione dei beni che non rientrano nella comunione o nel fondo patrimoniale si applicano le disposizioni dei commi 2, 3 e 4 dell'art. 217  (v. art. 185).

Regime giuridico

In regime di separazione dei beni, la regola fondamentale è che ciascuno dei coniugi ha il godimento e l'amministrazione dei beni di cui è titolare esclusivo. La titolarità esclusiva non richiede, necessariamente, che il coniuge sia l'unico esclusivo titolare non essendo il concetto incompatibile con la presenza di altri contitolari dello stesso diritto. Se ad uno dei coniugi è stata conferita la procura ad amministrare i beni dell'altro con l'obbligo di rendere conto dei frutti, egli è tenuto verso l'altro coniuge secondo le regole del mandato: tuttavia, il mandato non comporta, salvo diversa specificazione, l'azione esclusiva del mandatario. Un componente tipizzante questo mandato è l'obbligo del rendiconto che, però, può anche essere escluso. Se uno dei coniugi ha amministrato i beni dell'altro con procura senza l'obbligo di rendere conto dei frutti, egli ed i suoi eredi, a richiesta dell'altro coniuge o allo scioglimento o alla cessazione degli effetti civili del matrimonio, sono tenuti a consegnare i frutti esistenti e non rispondono per quelli consumati. Se uno dei coniugi, nonostante l'opposizione dell'altro, amministra i beni di questo o comunque compie atti relativi a detti beni risponde dei danni e della mancata percezione dei frutti.

Bibliografia

Cian, Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015.

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