Codice Civile art. 236 - Atto di nascita e possesso di stato (1).

Giuseppe Buffone
aggiornato da Annachiara Massafra

Atto di nascita e possesso di stato (1).

[I]. La filiazione (2) si prova con l'atto di nascita iscritto nei registri dello stato civile [238, 241, 242, 451] (2).

[II]. Basta, in mancanza di questo titolo, il possesso continuo dello stato di figlio (3) [237, 241].

(1) L’art. 7, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154, ha sostituito il Titolo, modificando la rubrica del Titolo (la precedente era «Della filiazione»), e sostituendo la «Sezione II: "Delle prove della filiazione legittima"» con il «Capo II: "Delle prove della filiazione"».

(2) L’art. 11, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154, ha soppresso le parole "legittima" e "legittimo". Ai sensi dell’art. 108, d.lg. n. 154 del 2013, la modifica è entrata in vigore a partire dal 7 febbraio 2014.

(3) V. artt. 10 ss. d.P.R. 3 novembre 2000, n. 396.

Inquadramento

Il rapporto di filiazione si accerta mediante l'atto di nascita che è l'accertamento amministrativo della nascita della persona e del suo stato di figlio. In mancanza dell'atto di nascita, la filiazione è legalmente provata dal possesso di stato (art. 236).

Regime giuridico

La lett. c) dell'art. 2 l. n. 219/2012 demandava alla decretazione delegata di provvedere alla “ridefinizione della disciplina del possesso di stato e della prova della filiazione prevedendo che la filiazione fuori del matrimonio può essere giudizialmente accertata con ogni mezzo idoneo”. In linea di principio, la filiazione (non importa se legittima o naturale: aggettivazioni ormai eliminate) si prova con l'atto di nascita iscritto nei registri dello stato civile. Basta in mancanza di questo titolo il possesso continuo dello stato di figlio (art. 236). Un primo intervento del Legislatore, pertanto, concerne la completa estensione della disciplina originariamente riservata al figlio matrimoniale anche al figlio non matrimoniale. Nella necessaria opera di adeguamento della disciplina del possesso di stato, nell'ambito della cornice neofita in cui la filiazione è una sola, senza aggettivazione, il Legislatore mette mano anche all'art. 237, riscrivendo la base normativa di riferimento per i fatti costitutivi del possesso di stato. Il primo requisito tipico (il fatto che il minore abbia sempre portato il cognome del padre che pretende di avere) viene espunto, in quanto non potrebbe valere nei confronti dei figli non matrimoniali e lascia spazio a tre soli elementi significativi: 1) che il genitore abbia trattato la persona come figlio ed abbia provveduto in questa qualità al mantenimento, all'educazione e al collocamento di essa; 2) che la persona sia stata costantemente considerata come tale nei rapporti sociali; 3) che sia stata riconosciuta in detta qualità dalla famiglia.

Atto di nascita

La filiazione si prova con l'atto di nascita; ove manchi, si prova con il possesso di stato. In assenza del possesso di stato è dato comunque ricorso a qualsiasi mezzo di prova (v. art. 241). Secondo la dottrina, la legge stabilisce tra questi mezzi un ordine gerarchico: l'atto di nascita e, ove questo manchi, il possesso di stato, hanno valore di prove legali: solo qualora manchino entrambi (atto di nascita e possesso di stato) vengono in considerazione gli altri strumenti di prova, le cui risultanze sono liberamente valutabili dal giudice, che terrà conto dei requisiti indicati nell'art. 237.

Bibliografia

Auletta, Diritto di famiglia, Torino, 2014; Bianca C. M., Istituzioni di diritto privato, Milano, 2014; Buffone, Le novità del “decreto filiazione”, Milano, 2014; Cian-Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Finocchiaro F., in Comm. S. B., artt. 84-158, Bologna-Roma, 1993; Jemolo, in La famiglia e il diritto, in Ann. fac. giur. Univ. Catania, Napoli, 1949, 57; Oberto, La comunione legale tra i coniugi, in Tr. C.M., Milano, 2010; Perlingieri, Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015.

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