Codice Civile art. 248 - Legittimazione all'azione di contestazione dello stato di figlio. Imprescrittibilità (1) (2).Legittimazione all'azione di contestazione dello stato di figlio. Imprescrittibilità (1) (2). [I]. L'azione di contestazione dello stato di figlio spetta a chi dall'atto di nascita del figlio risulti suo genitore e a chiunque vi abbia interesse (3). [II]. L'azione è imprescrittibile [2934 2]. [III]. Quando l'azione è proposta nei confronti di persone premorte o minori o altrimenti incapaci, si osservano le disposizioni dell'articolo precedente. [IV]. Nel giudizio devono essere chiamati entrambi i genitori [102 c.p.c.]. [V]. Si applicano il sesto comma dell'articolo 244 e il secondo comma dell'articolo 245 (4). (1)L’art. 7, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154, ha sostituito il Titolo, modificando la rubrica del Titolo (la precedente era «Della filiazione»), e sostituendo la «Sezione III: " «Dell’azione di disconoscimento e delle azioni di contestazione e di reclamo di legittimità» con: «Capo III. "Dell’azione di disconoscimento e delle azioni di contestazione e di reclamo dello stato di figlio"» (2) Rubrica sostituita dall'art. 20, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154. Il testo recitava: «Legittimazione all'azione di contestazione della legittimità. Imprescrittibilità». Ai sensi dell’art. 108, d.lg. n. 154 del 2013, la modifica è entrata in vigore a partire dal 7 febbraio 2014. L'articolo era già stato sostituito dall'art. 99 l. 19 maggio 1975, n. 151. (3) Comma sostituito dall'art. 20, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154. Il testo recitava: «L'azione per contestare la legittimità, spetta a chi dall'atto di nascita del figlio risulti suo genitore e a chiunque vi abbia interesse». Ai sensi dell’art. 108, d.lg. n. 154 del 2013, la modifica è entrata in vigore a partire dal 7 febbraio 2014. (4) Comma inserito dall'art. 20, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154. Ai sensi dell’art. 108, d.lg. n. 154 del 2013, la modifica è entrata in vigore a partire dal 7 febbraio 2014. InquadramentoIl d.lgs. n. 154/2013 ha riscritto l'art. 248 il cui testo previgente, prevedeva che «l'azione per contestare la legittimità spetta a chi dall'atto di nascita del figlio risulti suo genitore e a chiunque vi abbia interesse». Regime giuridicoLa nuova disciplina contenuta nell'art. 248 c.c. integra il regime giuridico dell'azione di contestazione di cui al precedente art. 240. La legittimazione all'azione di contestazione dello stato di figlio spetta a chi dall'atto di nascita del figlio risulti suo genitore e a chiunque vi abbia interesse. Di fronte all'ampiezza di questa disposizione che attribuisce legittimazione attiva a qualunque interessato, l'indicazione dei presunti genitori può apparire pleonastica: essa può significare che per i genitori l'interesse ad agire si presume e non deve essere dimostrato (Cattaneo, Della filiazione legittima, in Com S.B., Bologna-Roma, 1988, 213). Si discute circa la legittimazione attiva in capo al p.m.: secondo un orientamento, in mancanza di una deroga esplicita, trova applicazione la regola generale prevista dall'art. 70 n. 3 c.p.c., secondo la quale nelle cause riguardanti lo stato e la capacità delle persone il p.m. deve (soltanto) intervenire sotto pena di nullità, e non può, quindi, (anche) esercitare l'azione e proporre impugnazione (per il principio, v. Cass. n. 2515/1994). Di diverso avviso, a parere di chi scrive: correttamente, quella giurisprudenza che invece riconosce la legittimazione attiva del p.m. in virtù della prevista legittimazione per “chiunque vi abbia interesse” (Cass. n. 2888/1963: in tema di contestazione dello stato di figlio, deve ritenersi che legittimato all'azione, ai sensi della generica, sebbene impropria, dizione letterale contenuta nell'art. 248 — chiunque vi abbia interesse —, sia anche il p.m.). L'art. 248 sancisce la imprescrittibilità dell'azione. Quando la domanda è proposta nei confronti di persone premorte o minori o altrimenti incapaci, si osservano le disposizioni dell'art. 247. L'art. 248 predica anche una ipotesi di litisconsorzio necessario con entrambi i genitori. Completano il regime, il comma 6 dell'art. 244 e il comma 2 dell'art. 245 richiamati dall'ultimo comma della disposizione in rassegna. BibliografiaAuletta, Diritto di famiglia, Torino, 2014; Bianca C. M., Istituzioni di diritto privato, Milano, 2014; Buffone, Le novità del “decreto filiazione”, Milano, 2014; Cian-Trabucchi (a cura di), Commentario breve al codice civile, Padova, 2011; Finocchiaro F., in Comm. S. B., artt. 84-158, Bologna-Roma, 1993; Jemolo, in La famiglia e il diritto, in Ann. fac. giur. Univ. Catania, Napoli, 1949, 57; Oberto, La comunione legale tra i coniugi, in Tr. C.M., Milano, 2010; Perlingieri, Manuale di Diritto Civile, Napoli, 2005; Sesta (a cura di), Codice della famiglia, Milano, 2015. |