Codice Civile art. 311 - Manifestazione del consenso (1) (2).

Giusi Ianni
aggiornato da Rossella Pezzella

Manifestazione del consenso (1) (2).

[I]. Il consenso dell'adottante e dell'adottando o del legale rappresentante di questo deve essere manifestato personalmente al presidente del tribunale nel cui circondario l'adottante ha la residenza.

[II]. L'assenso delle persone indicate negli articoli 296 e 297 può essere dato da persona munita di procura speciale rilasciata per atto pubblico o per scrittura privata autenticata [2703; 35 2 att.].

(1) Ai sensi dell'art. 3 l. 5 giugno 1967, n. 431, nelle ipotesi di cui a questo Capo, alla competenza della corte d'appello è sostituita quella del tribunale nel cui circondario l'adottante ha la residenza. Per l'adozione di minorenni è competente il tribunale per i minorenni.

(2) L'art. 3 l. 5 giugno 1967, n. 431 ha abrogato l'originario comma 2.

Inquadramento

L'adozione di maggiorenne, per come esposto nel commento agli articoli che precedono, poggia sull'incontro del consenso tra adottante e adottando (art. 296) e richiede, per il suo perfezionarsi, l'assenso dei soggetti individuati dall'art. 297 (genitori dell'adottando e coniuge dell'adottando e dell'adottante, ove gli stessi siano coniugati e non legalmente separati). L'articolo in commento regolamenta le forme in cui il consenso e l'assenso devono essere prestati.

Le forme di prestazione del consenso

La prestazione del consenso da parte dell'adottante e dell'adottando deve avere luogo dinanzi al Presidente del Tribunale nel cui circondario l'adottante ha la residenza o a un giudice da questi delegato (trattasi di procedimento di volontaria giurisdizione, destinato a svolgersi nelle forme del giudizio camerale). Sulla competenza territoriale, la giurisprudenza di legittimità ha osservato che la regola del foro dell'adottante stabilita dall'art. 311 non si applica nel caso di adozione di persona maggiore di età da parte di un cittadino italiano residente all'estero, dovendosi in tal caso fare ricorso in via analogica, data la sostanziale identità della «ratio legis», alla disciplina contenuta nell'art. 29 l. n. 184/1983, che, nel caso di adozione internazionale da parte di cittadini italiani residenti all'estero, e più specificamente nello stato straniero cui appartiene l'adottando, fa riferimento alla circoscrizione giudiziaria in cui si trova il luogo dell'ultimo domicilio (in Italia) di chi intende compiere l'adozione (Cass. n. 4234/1991). Il consenso deve essere prestato da adottante e adottando personalmente e verbalmente, senza possibilità di ricorso ad un procuratore speciale, come evincibile dal raffronto con la disciplina della prestazione dell'assenso di cui al comma 2 del medesimo art. 311 (che, appunto, ammette il ricorso allo strumento della procura speciale). Va rammentato, tuttavia, che con recente pronuncia la Suprema Corte ha riconosciuto la possibilità anche per l'adottando maggiorenne che si trovi in stato di interdizione giudiziale di manifestare il proprio consenso all'adozione, anche per il tramite del suo rappresentante legale (Cass. n. 3462/2022). 

In ragione del carattere personalissimo dell'atto, ove intervenga il decesso dell'adottante prima che detto incombente abbia avuto luogo, l'adozione non può essere pronunciata (Cass. n. 24888/2023).

Le forme di prestazione dell'assenso

A differenza di quanto previsto per il consenso dell'adottante e dell'adottando, l'assenso dei soggetti menzionati all'art. 297 (genitori dell'adottando e coniuge dell'adottando e dell'adottante, ove gli stessi siano coniugati e non legalmente separati) può essere, come detto, prestato anche da soggetto munito di procura speciale, che per espressa disposizione deve essere rilasciata a mezzo di atto pubblico o scrittura privata autenticata.  Gli assensi possono essere resi anche in un momento successivo alla manifestazione dei consensi, poiché non è richiesta la contestualità degli uni e degli altri, purché intervengano anteriormente alla fase degli accertamenti previsti dall'art. 312. Si esclude che l'assenso, così come il consenso, possa essere sottoposto a condizioni.

Bibliografia

Astiggiano-Dogliotti, Le adozioni, Milano, 2014, 249 e ss.; Baviera, L'adozione speciale, Milano, 1982, 56); Bonilini, Manuale di diritto di famiglia, Torino, 2014, 401 e ss.; Cendon, sub art. 293 c.c., in Commentario al codice civile, Milano, 2010; Collura-Zatti, Trattato di diritto di famiglia, 2, Milano, 2012; Jannuzzi, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 1984, 332.

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