Codice Civile art. 316 - Responsabilità genitoriale 1 .

Giusi Ianni

Responsabilità genitoriale 1.

[I]. Entrambi i genitori hanno la responsabilità genitoriale che é esercitata di comune accordo tenendo conto delle capacità, delle inclinazioni naturali e delle aspirazioni del figlio. I genitori di comune accordo stabiliscono la residenza abituale del minore e adottano le scelte relative alla sua istruzione ed educazione.2

[II]. In caso di contrasto su questioni di particolare importanza , tra le quali quelle relative alla residenza abituale e all'istituto scolastico del figlio minorenne, ciascuno dei genitori può ricorrere senza formalità al giudice indicando i provvedimenti che ritiene più idonei3.

[III]. Il giudice, sentiti i genitori e disposto l'ascolto del figlio minore che abbia compiuto gli anni dodici e anche di età inferiore ove capace di discernimento, tenta di raggiungere una soluzione concordata e, ove questa non sia possibile, adotta la soluzione che ritiene più adeguata all'interesse del figlio4.

[IV]. Il genitore che ha riconosciuto il figlio esercita la responsabilità genitoriale su di lui. Se il riconoscimento del figlio, nato fuori del matrimonio, è fatto dai genitori, l'esercizio della responsabilità genitoriale spetta ad entrambi.

[V]. Il genitore che non esercita la responsabilità genitoriale vigila sull'istruzione, sull'educazione e sulle condizioni di vita del figlio.

 

[1] L'art. 39, d.lgs. 28 dicembre 2013, n. 154, ha sostituito l'articolo. Il testo precedente recitava: «Esercizio della potestà dei genitori. - Il figlio è soggetto alla potestà dei genitori sino all'età maggiore o alla emancipazione. -  La potestà è esercitata di comune accordo da entrambi i genitori. - n caso di contrasto su questioni di particolare importanza ciascuno dei genitori può ricorrere senza formalità al giudice indicando i provvedimenti che ritiene più idonei. -  Se sussiste un incombente pericolo di un grave pregiudizio per il figlio, il padre può adottare i provvedimenti urgenti ed indifferibili. -  Il giudice, sentiti i genitori ed il figlio, se maggiore degli anni quattordici, suggerisce le determinazioni che ritiene più utili nell'interesse del figlio o dell'unità familiare. Se il contrasto permane, il giudice attribuisce il potere di decisione a quello dei genitori che, nel singolo caso, ritiene il più idoneo a curare l'interesse del figlio». Ai sensi dell’art. 108, d.lg. n. 154 del 2013, la modifica è entrata in vigore a partire dal 7 febbraio 2014. L'articolo era già stato sostituito dall'art. 138 l. 19 maggio 1975, n. 151.

[2] Comma modificato dall'art. 1, comma 4, lett. a), n. 1, d.lgs.  10 ottobre 2022, n. 149 che  ha aggiunto le parole «e adottano le scelte relative alla sua istruzione ed educazione» (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149/2022, il citato decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n. 197,  che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.".

[3] Comma modificato dall'art. 1, comma 4, lett. a), n. 2, d.lgs.  10 ottobre 2022, n. 149 che  ha inserito le parole «, tra le quali quelle relative alla residenza abituale e all'istituto scolastico del figlio minorenne,» dopo le parole «su questioni di particolare importanza» (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149/2022, il citato decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale).Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n. 197,  che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.".

[4] Comma modificato dall'art. 1, comma 4, lett. a), n. 3, d.lgs.  10 ottobre 2022, n. 149 che  ha sostituito le parole  «tenta di raggiungere una soluzione concordata e, ove questa non sia possibile, adotta la soluzione che ritiene più adeguata all'interesse del figlio» alle parole «suggerisce le determinazioni che ritiene più utili nell'interesse del figlio e dell'unità familiare. Se il contrasto permane il giudice attribuisce il potere di decisione a quello dei genitori che, nel singolo caso, ritiene il più idoneo a curare l'interesse del figlio» (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149/2022, il citato decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale).Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n. 197,  che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.".

Inquadramento

Tra le più significative novità introdotte dalla riforma della filiazione (l. n. 219/2012 e d.lgs. n. 154/2013) vi è il ricorso alla nozione di responsabilità genitoriale in luogo di quella di potestà dei genitori. La differenza non è soltanto terminologica, ma è indice della volontà del legislatore di abbandonare la tradizionale configurazione autoritaria del rapporto tra genitori e figli, testimoniata, appunto, dal ricorso all'istituto della potestà quale potere sulla prole: il minore, invece, oggi non è più oggetto della tutela, bensì soggetto della stessa, portatore d'interessi la cui realizzazione deve essere in via primaria salvaguardata dai genitori.

L'esercizio della responsabilità genitoriale

Coerentemente alla ratio del mutamento terminologico — da potestà a responsabilità genitoriale — la nuova versione dell'art. 316, pur ricalcando quella precedente nelle linee generali (esercizio della responsabilità di comune accordo fra i genitori; possibilità di adire l'autorità giurisdizionale in ipotesi di contrasto e, ove questo permanga, attribuzione del potere di decisione a quello fra i genitori che il giudice ritenga più idoneo a curare l'interesse del figlio), attribuisce maggiore risalto alla posizione della prole, aggiungendo che nell'esercizio della responsabilità si debba tenere conto “ delle capacità, delle inclinazioni naturali e delle aspirazioni del figlio ”. Viene, inoltre, abbassata l'età a partire dalla quale il minore può essere sentito nei procedimenti aventi ad oggetto il contrasto dei genitori sull'esercizio della responsabilità genitoriale, passandosi dai quattordici anni della versione previgente agli attuali  anni dodici, ulteriormente limitabili ove il minore sia capace di discernimento.

Le modifiche della norma ad opera del d.lgs. 149/2022

L'art. 1, comma 23, lett. d), seconda parte, l. n. 206/2021, ha delegato il governo a prevedere che per il cambio di residenza ovvero per la scelta dell'istituto scolastico, anche prima della separazione dei genitori, sia sempre necessario il consenso di entrambi, ovvero, in difetto, il provvedimento del giudice. In conformità a quanto previsto dalla predetta delega, l'art. 1, n. 4, d.lgs. n. 149/2022 ha modificato la norma in commento, inserendo le scelte relative all'istruzione e educazione fra le questioni su cui i coniugi devono necessariamente - e quindi previamente – concordare, con possibilità di adire il giudice in caso di contrasto. Al fine, poi, di rendere armonico l'intervento del giudice nel conflitto tra genitori (coniugati o non coniugati), nel modificarsi anche la disciplina di cui all'art. 145, si è previsto che sul contrasto fra genitori il giudice debba tentare in primo luogo una decisione concordata; solo successivamente, ove non sia possibile porre in essere una soluzione concordata, il giudice adotta la scelta che ritiene più adeguata all'interesse del minore. Se, quindi, la norma in esame, nella sua formulazione originaria, concentrava in capo al padre la decisione in caso di disaccordo e se la riforma del 2012/2013 autorizzava il giudice a delegare la scelta più confacente all'interesse del minore in capo al genitore che avesse ritenuto più idoneo a tal scopo, ora è il giudice, in caso di pesistente disaccordo tra i genitori anche a seguito di tentativo di soluzione concordata della vertenza tra i genitori, a dover individuare la soluzione più opportuna nell'interesse del minore. Ciò, evidentemente, in un'ottica di pieno rispetto della parità fra genitori, che faceva apparire come non idonea alla concreta tutela dell'interesse del minore la formulazione previgente, con l'attribuzione a uno solo di essi della facoltà di decisione. La norma, nella formulazione modificata dal d.lgs. 149/2022, è destinata a trovare applicazione ai procedimenti instaurati successivamente al 28 febbraio 2023 (in forza delle modifiche al regime transitorio apportate dalla l. n. 197/2022).

Il contrasto tra i genitori

In caso di contrasto su questioni di particolare importanza, tra le quali quelle relative alla residenza abituale e all'istituto scolastico del figlio minorenne, ciascuno dei genitori può ricorrere senza formalità al giudice indicando i provvedimenti che ritiene più idonei. La competenza spetta al Tribunale ordinario e in presenza di procedimento ex art. 316 c.c. – già pendente o instaurato successivamente secondo le modidiche apportate dall'art. 38 disp att c.c. dal d.lgs. 149/2022 – divengono di competenza del Tribunale ordinario anche le azioni dirette ad ottenere provvedimenti limitativi o ablativi della responsabilità genitoriale, altrimenti di competenza del Tribunale per i minorenni ai sensi degli artt. 330 e 333 (ciò almeno fino all'istituzione del Tribunale unico per le persone, per i minorenni e per le famiglie, la cui istituzione è prevista a far data dal 17 ottobre 2024). Quanto alla competenza territoriale, a norma dell'art. 152 ter disp. att. c.p.c., introdotto dal d.lgs. n. 149/2022, essa spetta al tribunale del circondario del luogo in cui è stabilita la residenza familiare o, se questa manchi, del tribunale del luogo del domicilio di uno dei coniugi. Il nuovo art. 152 ter c.p.c. innova anche proceduralmente la risoluzione del conflitto tra i genitori, nel senso di prevedere che il tribunale provvede «in camera di consiglio in composizione monocratica con decreto immediatamente esecutivo». Anche l'impugnazione del provvedimento seguirà le norme dettate dal d.lgs. n. 149/2022 in tema di rito unico delle persone, famiglia e minori. Le predette norme procedurali, tuttavia, sono destinate a trovare applicazione ai procedimenti instaurati successivamente al 28 febbraio 2023, restando regolati dalla disciplina previgente (ed essendo, quindi, soggetti a decisione del Tribunale in composizione collegiale secondo il rito camerale uniforme di cui agli artt. 737 e ss c.p.c. i procedimenti pendenti all'indicata data). n presenza di elementi di internazionalità, la competenza spetta all'autorità giudiziaria dello stato membro in cui il minore risiede abitualmente alla data della domanda, trattandosi di principio ispirato dall'interesse superiore del minore e dal criterio della vicinanza (Cass. S.U., 3555/2017). Si è precisato, altresì, che residenza abituale del minore deve intendersi il luogo del concreto e continuativo svolgimento della vita personale, e non quello risultante da un calcolo puramente aritmetico del vissuto (Cass., S.U., 5418/2016). Indefettibile resta nel procedimento ex art. 226 c.c.l'audizione del minore che abbia compiuto i dodici anni di età, o anche di età inferiore se dotato di adeguata capacità di discernimento, oltre che quella dei genitori.

La norma continua a disporre, infine, che il genitore a cui non è attribuito l'esercizio della responsabilità genitoriale deve, comunque, vigilare sull'istruzione, sull'educazione e sulle condizioni di vita del figlio.

L'esercizio della responsabilità genitoriale rispetto al figlio nato fuori dal matrimonio

Pur essendo stata eliminata ogni differenziazione terminologica tra figli legittimi e figli naturali, rispetto ai figli nati fuori dal matrimonio resta ferma la regola stabilità dal previgente art. 317-bis, per cui l'esercizio della responsabilità genitoriale competerà al solo genitore che ha effettuato il riconoscimento, ovvero ad entrambi i genitori in caso di riconoscimento congiunto.

Bibliografia

Bellelli, I doveri del figlio verso i genitori nella legge di riforma della filiazione, in Dir. famiglia fasc.2, 2013, 645; Buffone, Le novità del «decreto filiazione», Milano, 2014, 1 e ss.; Collura-Zatti, Trattato di diritto di famiglia, Milano, 2012, 1449 e ss; Dogliotti, La filiazione fuori dal matrimonio, Milano, 2015, 197 e ss.; Figone, La riforma della filiazione e della responsabilità genitoriale, Torino, 2014, 1 e ss.; Montecchiari, La potestà dei genitori, Milano, 2006, 223 e ss; Ruscello, La potestà dei genitori. Usufrutto legale, Milano, 2010, 1 e ss.

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