Codice Civile art. 333 - Condotta del genitore pregiudizievole ai figli (1).Condotta del genitore pregiudizievole ai figli (1). [I]. Quando la condotta di uno o di entrambi i genitori non è tale da dare luogo alla pronuncia di decadenza prevista dall'articolo 330, ma appare comunque pregiudizievole al figlio, il giudice, secondo le circostanze, può adottare i provvedimenti convenienti e può anche disporre l'allontanamento di lui dalla residenza familiare ovvero l'allontanamento del genitore o convivente che maltratta o abusa del minore (2). [II]. Tali provvedimenti sono revocabili in qualsiasi momento [38, 51 att.; 742 c.p.c.]. (1) Articolo così sostituito dall'art. 155 l. 19 maggio 1975, n. 151. (2) Comma così modificato dall'art. 37 2 l. 28 marzo 2001, n. 149. Il testo recitava: «Quando la condotta di uno o di entrambi i genitori non è tale da dare luogo alla pronuncia di decadenza prevista dall'art. 330, ma appare comunque pregiudizievole al figlio, il giudice, secondo le circostanze può adottare i provvedimenti convenienti e può anche disporre l'allontanamento di lui dalla residenza familiare». InquadramentoIn presenza di condotte pregiudizievoli per il figlio che non siano tali da legittimare una pronuncia di decadenza l'autorità giudiziaria può adottare provvedimenti limitativi della responsabilità genitoriale, modulabili in relazione al caso concreto. Simili provvedimenti sono sempre revocabili, in ossequio alla generale regola posta dall'art. 742 c.p.c. per i provvedimenti di volontaria giurisdizione. I provvedimenti limitativi della responsabilità genitorialeIl legislatore non tipizza i provvedimenti limitativi della responsabilità genitoriale adottabili dall'autorità giudiziaria, rimettendo, quindi, al giudice l'individuazione di essi in relazione al caso concreto. La casistica giurisprudenziale è estremamente variegata, essendosi, ad esempio, imposto al genitore di far sottoporre il figlio a vaccinazione obbligatoria in presenza di una situazione di pericolo per la salute del minore o di far mantenere al figlio rapporti significativi con gli ascendenti (anche antecedentemente all'entrata in vigore del d.lgs. n. 154/2013, che ha espressamente sancito il diritto degli ascendenti a mantenere rapporti significativi con i nipoti, configurando uno specifico rimedio processuale in caso di violazione di tale diritto: art. 317-bis). Unico provvedimento espressamente previsto dalla norma in commento è l'allontanamento del minore dalla residenza familiare, ovvero del genitore o del convivente in presenza di situazioni di maltrattamento o abusi. La possibilità di revocaPer espressa previsione, i provvedimenti adottati ex art. 333sono sempre revocabili da parte dell'autorità giudiziaria, quindi non soltanto in presenza di fatti sopravvenuti, ma anche in forza di una differente valutazione della medesima situazione già esaminata, che porti a ritenere cessata la situazione di pregiudizio per il minore. Si è chiarito, in ogni caso, che ai fini della sospensione della responsabilità genitoriale ex art. 333 c.c. non occorre che la condotta del genitore abbia causato danno al figlio, poiché la norma mira ad evitare ogni possibile pregiudizio derivante dalla condotta (anche involontaria) del genitore, rilevando l'obiettiva attitudine di quest'ultima ad arrecare nocumento anche solo eventuale al minore, in presenza di una situazione di mero pericolo di danno (Cass. 27553/2021). Profili di competenzaCome per i provvedimenti di cui all'art. 330, anche per i provvedimenti di cui all'art. 333 il legislatore prevede la competenza del Tribunale per i minorenni (almeno fino all’istituzione del Tribunale Unico per le Persone, i Minorenni e le Famiglie, prevista a far data dal 24 dicembre 2024). Anche nel procedimento ex art. 333 c.c. al minore che non sia già rappresentato da un tutore, deve necessariamente essere nominato un curatore speciale ex art. 78 c.p.c. (e, per i procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023, ai sensi dell’art. 473-bis.8 c.p.c.), in mancanza del quale il giudizio è nullo e la nullità è rilevabile d’ufficio, per mancata costituzione del rapporto processuale e violazione del contraddittorio. In tali procedimenti, infatti, come in tutti gli altri per i quali sia prescritta la difesa tecnica del minore, quest’ultimo è parte in senso formale ed il conflitto di interessi deve ritenersi presunto, a differenza dei giudizi in cui il minore sia soltanto parte in senso sostanziale, ove la sussistenza del conflitto di interessi ai fini della nomina del curatore speciale deve essere valutata caso per caso (Cass. 38719/2021). Per i restanti profili procedurali e per il rapporto tra i procedimenti ex artt. 330/333 c.c. e quelli di separazione/divorzio/regolamentazione affido di minore nato da convivenza more uxorio si rinvia al commento dell’art. 330 e a quello dell’art. 336 c.c.. BibliografiaBellelli, I doveri del figlio verso i genitori nella legge di riforma della filiazione, in Dir. famiglia fasc.2, 2013, 645; Buffone, Le novità del «decreto filiazione», Milano, 2014, 1 e ss.; Collura-Zatti, Trattato di diritto di famiglia, Milano, 2012, 1449 e ss; Dogliotti, La filiazione fuori dal matrimonio, Milano, 2015, 197 e ss.; Figone, La riforma della filiazione e della responsabilità genitoriale, Torino, 2014, 1 e ss.; Montecchiari, La potestà dei genitori, Milano, 2006, 223 e ss; Ruscello, La potestà dei genitori. Usufrutto legale, Milano, 2010, 1 e ss. |