Codice Civile art. 335 - Riammissione nell'esercizio dell'amministrazione.

Giusi Ianni

Riammissione nell'esercizio dell'amministrazione.

[I]. Il genitore rimosso dall'amministrazione ed eventualmente privato dell'usufrutto legale può essere riammesso dal tribunale nell'esercizio dell'una e nel godimento dell'altro, quando sono cessati i motivi che hanno provocato il provvedimento [336; 38 1, 51 att.].

Inquadramento

Al cessare delle motivazioni che hanno determinato l'adozione del relativo provvedimento, il genitore rimosso dall'amministrazione del patrimonio del minore o privato della titolarità dell'usufrutto legale, può essere riammesso nell'amministrazione o nella titolarità dell'usufrutto. Anche per tali provvedimenti la competenza è del Tribunale per i minorenni, ai sensi dell'art. 38 disp. att., salvo il caso di pendenza di un giudizio di separazione, di divorzio od un giudizio ex art. 316 (Cass. n. 1349/2015) e sempre che il giudice minorile non sia stato preventivamente adito (Cass. n. 1866/2019).

La riammissione nell'esercizio dell'amministrazione

Come osservato dalla dottrina, anche in parallelo alla speculare disciplina di cui all'art. 332, la riammissione nell'esercizio dell'amministrazione del genitore rimosso exart. 334, è possibile qualora non solo sia cessata la causa che aveva determinato l'adozione del relativo provvedimento, ma si possa escludere ogni pericolo di pregiudizio futuro per gli interessi patrimoniali del minore. A seguito della riammissione, il genitore riacquista con effetto ex nunc il potere di amministrazione del patrimonio del minore e la titolarità dell'usufrutto legale, ferma restando, tuttavia, la possibilità per il Tribunale di minorenni di subordinare la riammissione a prescrizioni e condizioni.

I provvedimenti di cui all’art. 335 c.c., ai sensi dell’art. 38 disp. att. c.c., nel testo sostituito dall’art. 3 della l. n. 219 del 2012 e poi modificato dalla l. n. 206/2021, sono riservati alla competenza del tribunale per i minorenni, salvo che sia in corso tra i genitori o sia instaurato successivamente un giudizio di separazione o di divorzio o un giudizio ai sensi dell’art. 316 c.c., perché in tali ipotesi la competenza spetta al tribunale ordinario.

Bibliografia

Bellelli, I doveri del figlio verso i genitori nella legge di riforma della filiazione, in Dir. famiglia fasc.2, 2013, 645; Buffone, Le novità del «decreto filiazione», Milano, 2014, 1 e ss.; Collura-Zatti, Trattato di diritto di famiglia, Milano, 2012, 1449 e ss; Dogliotti, La filiazione fuori dal matrimonio, Milano, 2015, 197 e ss.; Figone, La riforma della filiazione e della responsabilità genitoriale, Torino, 2014, 1 e ss.; Montecchiari, La potestà dei genitori, Milano, 2006, 223 e ss; Ruscello, La potestà dei genitori. Usufrutto legale, Milano, 2010, 1 e ss.

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