Codice Civile art. 336 bis - [Ascolto del minore ] 1 .

Giusi Ianni

[Ascolto del minore ]1.

[[I]. Il minore che abbia compiuto gli anni dodici e anche di età inferiore ove capace di discernimento è ascoltato dal presidente del tribunale o dal giudice delegato nell'ambito dei procedimenti nei quali devono essere adottati provvedimenti che lo riguardano. Se l'ascolto è in contrasto con l'interesse del minore, o manifestamente superfluo, il giudice non procede all'adempimento dandone atto con provvedimento motivato.

[II]. L'ascolto è condotto dal giudice, anche avvalendosi di esperti o di altri ausiliari. I genitori, anche quando parti processuali del procedimento, i difensori delle parti, il curatore speciale del minore, se già nominato, ed il pubblico ministero, sono ammessi a partecipare all'ascolto se autorizzati dal giudice, al quale possono proporre argomenti e temi di approfondimento prima dell'inizio dell'adempimento.

[III]. Prima di procedere all'ascolto il giudice informa il minore della natura del procedimento e degli effetti dell'ascolto. Dell'adempimento è redatto processo verbale nel quale è descritto il contegno del minore, ovvero è effettuata registrazione audio video.]

 

[1] Articolo abrogato dall'art. 1, comma 4, lett. e), d.lgs.  10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149/2022, il citato decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n. 197,  che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.".Il presente articolo era stato inserito dall'art. 53, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154. Ai sensi dell’art. 108, d.lg. n. 154 del 2013, la modifica è entrata in vigore a partire dal 7 febbraio 2014.

Inquadramento

La norma, introdotta dal d.lgs. n. 154/2013, codifica la necessità per il giudice di ascoltare il minore nei procedimenti nell'ambito dei quali devono essere adottati provvedimenti che lo riguardano.

Trattasi di principio che già era stato affermato dalla giurisprudenza di legittimità, sulla base dell'art. 6 della Convenzione di Strasburgo del 25 gennaio 1996, ratificata dall'Italia con la l. n. 77/2003; dell'art. 12 della Convenzione di New York sui diritti del fanciullo e dell'art. 155-sexies, introdotto dalla l. n. 54/2006 (Cass. S.U., n. 22238/2009). 

L'art. 336 bis è stato abrogato dal d.lgs. n. 149/2022 con effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 (in forza dell'anticipazione dell'entrata in vigore della riforma disposta dalla l. n. 197/2022) e con applicazione ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. L'ascolto del minore è stato, quindi, in generale previsto come necessario nell'ambito del nuovo procedimento uniforme in materia di persone, minori e famiglia, ogni qual volta debbano essere adottati provvedimenti riguardanti minori (l'art. 473.bis.4, in particolare, esclude la necessità dell'ascolto solo se esso sia in contrasto con l'interesse del minore o manifestamente superfluo, in caso di impossibilità fisica o psichica del minore o se quest'ultimo manifesti la volontà di non essere ascoltato, nonché nei procedimenti in cui si prenda atto di un accordo dei genitori relativo alle condizioni di affidamento dei figli, salvo che il giudice lo ritenga necessario).

L'ascolto del minore

Il minore deve essere sempre sentito nei procedimenti finalizzati all'adozione di provvedimenti che toccano i suoi interessi, qualora abbia compiuto i dodici anni di età o anche qualora abbia un'età inferiore, se dotato di capacità di discernimento. Sulla natura e funzione dell'ascolto del minore si rinvia al commento dell'art. 315-bis. L'art. 336-bis che resta applicabile ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 detta altresì delle regole procedurali,  prescrivendo che l'attività di ascolto debba essere condotta dal giudice, anche con l'ausilio di  soggetti esperti e qualificati (a cui l'incombente, secondo la giurisprudenza di legittimità, può anche essere delegato: Cass. n. 7479/2014); che i genitori del minore, il di lui eventuale curatore, i difensori delle parti e il pubblico ministero possono assistere all'ascolto solo qualora siano a ciò autorizzati dal giudice, al quale però, prima dell'inizio dell'esame, potranno sempre proporre argomenti da approfondire; che il minore deve sempre essere informato sia in merito alla natura del procedimento nel quale è coinvolto, sia in relazione agli effetti che possono scaturire dall'attività di ascolto alla quale è sottoposto; che dell'audizione deve sempre essere redatto processo verbale in cui è descritto l'atteggiamento del minore, ove non si utilizzino strumenti di ripresa audio-video. I risultati dell'ascolto dovranno, poi, essere soppesati rispetto all'età e al grado di maturità dal minore dimostrata (Cass. n. 5237/2014).

L'ascolto del minore infradodicenne capace di discernimento non può essere sostituito dalle risultanze di una consulenza tecnica di ufficio, la quale adempie alla diversa esigenza di fornire al giudice altri strumenti di valutazione per individuare la soluzione più confacente al suo interesse (Cass. n. 23804/2021). E' possibile, invece, per il giudice procedere all'ascolto del minore indirettamente e per il tramite di un esperto, ma previa adeguata motivazione,  atteso che solo l'ascolto diretto del giudice dà spazio alla partecipazione attiva del minore al procedimento che lo riguarda. Analogamente, ove il giudice ritenga di omettere l'audizione del minore ha un obbligo di specifica motivazione, con riferimento alla capacità di discernimento del minore ovvero alla manifesta superfluità dell'adempimento (Cass. n.1474/2021).  Ferma la giurisprudenza formatasi sull'art. 336 bis c.c., deve osservarsi che il nuovo art. 473.bis.5 procedimentalizza, nell'ambito del rito uniforme in materia di persone, famiglie e minori, l'ascolto del minore, stabilendo che esso debba essere condotto dal giudice, il quale può farsi assistere da esperti e altri ausiliari; che se il procedimento riguarda più minori, di regola il giudice li ascolta separatamente; che l'udienza deve essere fissata in orari compatibili con gli impegni scolastici del minore, ove possibile in locali idonei e adeguati alla sua età, anche in luoghi diversi dal tribunale; che prima di procedere all'ascolto, il giudice indica i temi oggetto dell'adempimento ai genitori, agli esercenti la responsabilità genitoriale, ai rispettivi difensori e al curatore speciale, i quali possono proporre argomenti e temi di approfondimento e, su autorizzazione del giudice, partecipare all'ascolto; che il giudice, tenuto conto dell'età e del grado di maturità del minore, lo informa della natura del procedimento e degli effetti dell'ascolto, e procede all'adempimento con modalità che ne garantiscono la serenità e la riservatezza; che il minore che ha compiuto quattordici anni deve essere informato altresì della possibilità di chiedere la nomina di un curatore speciale ai sensi dell'articolo 473-bis.8 c.p.c. La nuova norma stabilisce, inoltre, che dell'ascolto del minore è effettuata registrazione audiovisiva e che se per motivi tecnici non è possibile procedere alla registrazione, il processo verbale deve descrivere dettagliatamente il contegno del minore.

Bibliografia

Bellelli, I doveri del figlio verso i genitori nella legge di riforma della filiazione, in Dir. famiglia fasc.2, 2013, 645; Buffone, Le novità del «decreto filiazione», Milano, 2014, 1 e ss.; Collura-Zatti, Trattato di diritto di famiglia, Milano, 2012, 1449 e ss; Dogliotti, La filiazione fuori dal matrimonio, Milano, 2015, 197 e ss.; Figone, La riforma della filiazione e della responsabilità genitoriale, Torino, 2014, 1 e ss.; Montecchiari, La potestà dei genitori, Milano, 2006, 223 e ss; Ruscello, La potestà dei genitori. Usufrutto legale, Milano, 2010, 1 e ss.

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