Codice Civile art. 342 ter - [Contenuto degli ordini di protezione 1 .] 2

Giusi Ianni

[Contenuto degli ordini di protezione 1.]2

[[I]. Con il decreto di cui all'articolo 342-bis il giudice ordina al coniuge o convivente, che ha tenuto la condotta pregiudizievole, la cessazione della stessa condotta e dispone l'allontanamento dalla casa familiare del coniuge o del convivente che ha tenuto la condotta pregiudizievole prescrivendogli altresì, ove occorra, di non avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dall'istante, ed in particolare al luogo di lavoro, al domicilio della famiglia d'origine, ovvero al domicilio di altri prossimi congiunti o di altre persone ed in prossimità dei luoghi di istruzione dei figli della coppia, salvo che questi non debba frequentare i medesimi luoghi per esigenze di lavoro.

[II]. Il giudice può disporre, altresì, ove occorra l'intervento dei servizi sociali del territorio o di un centro di mediazione familiare, nonché delle associazioni che abbiano come fine statutario il sostegno e l'accoglienza di donne e minori o di altri soggetti vittime di abusi e maltrattati; il pagamento periodico di un assegno a favore delle persone conviventi che, per effetto dei provvedimenti di cui al primo comma, rimangono prive di mezzi adeguati, fissando modalità e termini di versamento e prescrivendo, se del caso, che la somma sia versata direttamente all'avente diritto dal datore di lavoro dell'obbligato, detraendola dalla retribuzione allo stesso spettante.

[III]. Con il medesimo decreto il giudice, nei casi di cui ai precedenti commi, stabilisce la durata dell'ordine di protezione, che decorre dal giorno dell'avvenuta esecuzione dello stesso. Questa non può essere superiore a un anno e può essere prorogata, su istanza di parte, soltanto se ricorrano gravi motivi per il tempo strettamente necessario3.

[IV]. Con il medesimo decreto il giudice determina le modalità di attuazione. Ove sorgano difficoltà o contestazioni in ordine all'esecuzione, lo stesso giudice provvede con decreto ad emanare i provvedimenti più opportuni per l'attuazione, ivi compreso l'ausilio della forza pubblica e dell'ufficiale sanitario.]

 

[1] Articolo inserito dall'art. 2 l. 4 aprile 2001, n. 154.

[2] Da ultimo l'articolo è stato abrogato dall'articolo 1, comma 1, d.lgs. 31 ottobre 2024, n. 164, che ha abrogato l'intero Titolo IX-bis; ai sensi dell’art. 7, comma 1, del medesimo decreto, le disposizioni di cui al d.lgs. n. 164 cit. si applicano ai procedimenti introdotti successivamente al 28 febbraio 2023.

[3] La durata dell'ordine di protezione è stata portata da sei mesi ad un anno, dall'art. 10 del d.l. 23 febbraio 2009, n. 11, convertito, con modif., dalla l. 23 aprile 2009, n. 38.

Inquadramento

La norma regolamenta il contenuto che può avere l'ordine di protezione, in punto di misure applicabili; di durata e di determinazione delle modalità di attuazione.

Il primo comma dell’art. 1 del d.lgs. n. 31 ottobre 2024, n. 164 ha disposto l’abrogazione degli artt. 342-bis e 342-ter al fine di sanare un difetto di coordinamento sorto a seguito dell’introduzione, ad opera del d.lgs. n. 149/2022, delle medesime disposizioni negli artt. 473-bis.69 e 473-bis.70.

Il contenuto degli ordini di protezione contro gli abusi familiari

Il legislatore non predetermina in modo tassativo il contenuto dell'ordine di protezione, rimettendo al giudice l'individuazione del provvedimento più opportuno per la cessazione della condotta pregiudizievole. Vi sono, tuttavia, alcune misure tipizzate. La prima è l'allontanamento dalla casa familiare del responsabile dell'abuso, che normalmente si associa al provvedimento inibitorio della condotta abusiva, ma che può anche mancare (ad esempio perché tale soggetto si sia già volontariamente allontanato dalla casa familiare). Il giudice, inoltre, può, ove occorra, imporre al maltrattante il divieto di avvicinarsi a determinati luoghi, normalmente frequentati dal soggetto maltrattato, salve le esigenze lavorative del maltrattante, che debba cioè frequentare i medesimi luoghi per motivi di lavoro. Ciò si ricollega anche all'ulteriore previsione secondo cui il responsabile dell'abuso, anche ove allontanato dalla casa familiare, può essere chiamato a contribuire al mantenimento delle vittime attraverso la corresponsione di un assegno, il cui importo e le modalità di corresponsione sono determinate dal giudice. L'art. 342-ter, sempre in tema di lotta agli abusi familiari, prevede anche la possibilità di coinvolgimento di soggetti specializzati da parte dell'autorità giudiziaria (servizi sociali, centri di mediazione familiare, associazioni aventi come fine statutario il sostegno e l'accoglienza delle vittime); ciò al fine di ridurre, per quanto possibile, il rischio di recidiva. Al giudice, infine, è rimessa la determinazione della durata dell'ordine di protezione (che non può essere superiore a un anno, salva proroga in presenza di gravi motivi) e delle modalità di attuazione del provvedimento, nonché di intervento in caso di difficoltà o contestazioni nell'esecuzione.

Violazione dell'ordine del giudice

L'art. 6 l. n. 154/2001 stabilisce che chiunque elude l'ordine di protezione previsto dall'art. 342-ter è punito con la pena stabilita dall'art. 388 comma 1 c.p. Si tratta, dunque, di un rinvio quoad poenam al delitto di «Mancata esecuzione dolosa di un provvedimento del giudice», per il quale è prevista la pena della reclusione fino a tre anni o della multa da euro 103,00 a euro 1.032,00. Il delitto è punibile a querela di parte, in forza del richiamo anche all'ultimo comma dell'art. 388 c.p. (cfr. Corte cost. n. 220/2015).

Bibliografia

Renda, Abuso familiare, in Paladini (a cura di), Gli abusi familiari. Misure personali e patrimoniali di protezione. Profili di diritto civile, penale e comparato, Padova, 2009, 281 ss.; Ricciotto-Ventaloro-Montanari, La tutela e il controllo dei minorenni. Compendio ragionato delle disposizioni vigenti, Padova, 225 e ss.; Scalera, Gli ordini di protezione contro gli abusi familiari, in Giur. merito fasc.1, 2013, 231; Zanasi, Gli ordini di protezione contro gli abusi familiari, Milano, 2008, 1 e ss.

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