Codice Civile art. 375 - [Autorizzazione del tribunale] 1 .

Giusi Ianni

 [Autorizzazione del tribunale]1.

[I]. [ Il tutore non può senza l'autorizzazione del tribunale [732 c.p.c.]:

1) alienare beni, eccettuati i frutti e i mobili soggetti a facile deterioramento [376];

2) costituire pegni o ipoteche;

3) procedere a divisioni o promuovere i relativi giudizi;

4) fare compromessi e transazioni o accettare concordati.

[II]. L'autorizzazione è data su parere del giudice tutelare [377] ].

[1] Articolo abrogato  dall'art. 1, comma 7, lett. b), d.lgs.  10 ottobre 2022, n. 149 (ai sensi dell'art. 52 d.lgs. n. 149/2022, il citato decreto legislativo entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale). Per la disciplina transitoria v. art. 35 d.lgs. n. 149/2022, come da ultimo modificato dall'art. 1, comma 380, lett. a), l. 29 dicembre 2022, n. 197,  che prevede che : "1. Le disposizioni del presente decreto, salvo che non sia diversamente disposto, hanno effetto a decorrere dal 28 febbraio 2023 e si applicano ai procedimenti instaurati successivamente a tale data. Ai procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 si applicano le disposizioni anteriormente vigenti.".

Inquadramento

Per l'impatto che gli atti menzionati dall'art. 375 possono avere sul patrimonio del minore, il codice stabiliva che essi potessero essere compiuti dal tutore solo su autorizzazione del Tribunale, su parere del giudice tutelareLa norma in questione è stata, tuttavia, abrogata dal d.lgs. n. 149/2022, con effetto dal 28 febbraio 2023 (in forza delle modifiche al regime transitorio apportate dalla l. 197/2022) e con applicabilità ai soli procedimenti instaurati successivamente a tale data. Per i procedimenti, quindi, destinati a rientrare nel campo di applicazione del d.lgs. 149/2022 è rimessa in via esclusiva al giudice tutelare la competenza all'autorizzazione degli atti posti in essere da soggetti incapaci.

La necessità di autorizzazione del Tribunale

Anche l'elencazione degli atti contenuta nell'art. 375, così come quella contenuta nel precedente art. 374, è considerata tassativa e insuscettibile di applicazione analogica (Cass. n. 11748/2003).

Profili processuali

Sull’istanza di autorizzazione ex art. 375 c.c. il Tribunale – per i procedimenti pendenti alla data del 28 febbraio 2023 - decide in camera di consiglio, acquisito il parere del giudice tutelare. Il provvedimento del Tribunale è poi reclamabile dinanzi alla Corte d'Appello nel termine perentorio di dieci giorni dalla comunicazione o dalla notifica, secondo la generale regola dettata dall'art. 739 c.p.c. In pendenza del termine per il reclamo, il decreto autorizzatorio non è esecutivo, salvo che l'esecutorietà venga statuita dal medesimo Tribunale ai sensi dell'art. 741 c.p.c., in presenza di “ragioni di urgenza”.

La mancanza di autorizzazione

L'inosservanza della disciplina di cui all'art. 375 rende l'atto negoziale compiuto dal tutore (senza, quindi, l'autorizzazione del Tribunale) annullabile. L'annullabilità potrà essere chiesta dal tutore, dal minore nel frattempo divenuto maggiorenne, dai suoi eredi o aventi causa. Non potrà, invece, essere invocata dall'altro contraente né rilevata d'ufficio dal giudice (Cass. n. 2111/1961).

L'annullamento, inoltre, come chiarito dalla giurisprudenza, non travolge i diritti acquistati a titolo oneroso dai terzi in buona fede, dove per terzi devono considerarsi tutti coloro che siano rimasti estranei al contratto originario, non avendovi in alcun modo partecipato; non i successori universali del titolare del rapporto giuridico, sempre vincolati dal negozio di disposizione compiuto dal loro autore, anche se non trascritto (Cass. n. 2194/1962). In caso, invece, di promuovimento di un giudizio di divisione in mancanza di autorizzazione del Tribunale, si determina un vizio di legittimazione processuale che, non attenendo a materia disponibile, determina la nullità dell'intero giudizio e deve essere rilevato d'ufficio dal giudice (Cass. n. 14869/2000). È da ritenere, tuttavia, che anche in questo caso debba trovare applicazione l'art. 182 c.p.c., sicché, prima di ogni determinazione, il giudice dovrà assegnare un termine perentorio affinché il tutore si munisca delle prescritte autorizzazioni; termine che, se rispettato, produrrà la sanatoria con effetto ex tunc del vizio.

Bibliografia

Cividali, La tutela. un istituto da rinnovare e adeguare a nuove realtà, in Dir. famiglia, fasc.2, 2003, 453; Jannuzzi, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 2004, 259 e ss.; Veronesi, Titolo del Libro: L'intervento del giudice nell'esercizio della potestà dei genitori, Milano, 2008, 178 e ss.

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