Codice Civile art. 464 - Restituzione dei frutti.InquadramentoLa norma in commento, secondo cui l'indegno deve restituire i frutti percepiti a far data dall'apertura della successione, tratta il medesimo alla stregua di un possessore di malafede (Ferri, in Comm. S.B., 203), con la marginale differenza che egli, diversamente dal possessore di malafede, non è tenuto a restituire anche i frutti percepiendi (art. 1148): la disposizione è dunque concepita in armonia con il meccanismo regolato dall'art. 463, secondo cui gli effetti dell'indegnità (anche nell'ipotesi che di fatto tale da determinare la sia stato posto in essere dopo la morte del de cuius) risalgono al momento di apertura della successione. Anche in giurisprudenza si osserva che l'art. 464 è impostato essenzialmente sul concetto che l'indegno a succedere dev'essere considerato a tutti gli effetti quale possessore di mala fede: ne consegue che non altrimenti può essere qualificato il possesso degli stessi beni successivamente acquistato da colui che all'indegno subentra iure hereditatis, in applicazione del principio che, con effetto dall'apertura della successione, il possesso continua nell'erede con le stesse caratteristiche di buona o di mala fede che aveva presso il de cujus, senza che il contrario possa avere rilievo il fatto che in concreto egli ignori oppure no di ledere l'altrui diritto (Cass. n. 2989/1958). Nello stesso senso in dottrina Ferri, in Comm. S.B., 204, il quale richiama il medesimo principio della successione nel possesso. È stato inoltre ribadito che l'obbligo dell'erede indegno che abbia di fatto goduto dell'eredità del de cuius di restituire non solo l'eredità, ma, secondo la norma in commento, anche i frutti pervenutigli dopo l'apertura della successione, testimonia che la sentenza che pronuncia l'indegnità ha natura costitutiva e carattere retroattivo (Cass. n. 3096/2005). BibliografiaCariota-Ferrara, Le successioni per causa di morte, Napoli, 1991; Prestipino, Delle successioni in generale, in Comm. c.c. diretto da De Martino, Roma 1981. |