Codice Civile art. 496 - Rendimento del conto.Rendimento del conto. [I]. L'erede ha l'obbligo di rendere conto [263-266 c.p.c.] della sua amministrazione ai creditori e ai legatari, i quali possono fare assegnare un termine all'erede [749 c.p.c.; 109, 178 att. c.p.c.]. InquadramentoLa norma in commento contempla un obbligo di rendiconto, a seguito della cui inosservanza l'erede beneficiato può essere chiamato a rispondere dei debiti ereditari con il proprio patrimonio personale, ai sensi dell'art. 497. Primo quesito che l'obbligo di rendiconto pone è se esso sussista solo all'esito della liquidazione o anche in corso di essa. La soluzione favorevole a quest'ultima soluzione discende dall'osservazione che «l'attività amministrativa dell'erede, soprattutto quando egli procede a liquidazione singolare, è... priva di qualsiasi controllo, se si eccettua quello che, incidentalmente, viene esercitato dall'autorità giudiziaria in sede di autorizzazione a compiere atti di straordinaria amministrazione» (Natoli, 244; Grosso e Burdese, in Tr. Vas., 475). È stato affermato che la richiesta del termine ex art. 496 costituisce uno strumento di controllo di cui il creditore dispone al fine di verificare, in ogni momento, l'attività man mano posta in essere dall'erede beneficiato nel corso della procedura, e che esso può essere fissato in ogni momento, atteso che, diversamente ragionando, il creditore rimarrebbe privo di ogni tutela (Di Marzio, 539; contra Ferri, in Comm. S. B., 410). Sotto il profilo procedurale, trova applicazione il procedimento di cui all'art. 749 c.p.c. in relazione agli artt. 263 ss. c.p.c. (Natoli, 246; Ravazzoni, 7). Si discute delle conseguenze dell'inosservanza del termine di cui all'art. 496, e le opinioni sono tre. Per comprendere il problema occorre rammentare che il successivo art. 497 sancisce che l'erede beneficiato non può essere costretto al pagamento con i propri beni, se non quando è stato costituito in mora a presentare il conto e non ha ancora soddisfatto a quest'obbligo. Da ciò taluno trae la conseguenza che l'inosservanza dell'obbligo di rendere il conto determina la confusione dei patrimoni e la decadenza dal beneficio di inventario (Ferri, in Comm. S. B., 408). Altra parte della dottrina sostiene che l'erede beneficiato, in caso di mora nel rendimento del conto, «può essere costretto al pagamento con i propri beni, ma sempre intra vires hereditarias, non importando la mora nel rendimento del conto decadenza dal beneficio di inventario» (Azzariti, Martinez e Azzariti, 98) In giurisprudenza, v. Trib. Roma 2 aprile 1966. Secondo una terza soluzione occorre far leva sul vocabolo «ancora», che appare nell'art. 497. La responsabilità dell'erede, dunque, sarebbe collegata ad una situazione essenzialmente temporanea, nel senso che la mancata presentazione del conto comporterebbe per l'erede il rischio di essere costretto a pagare con i propri beni e per intero: ma, prima che ciò accada, egli può sempre sanare la situazione e presentare il conto (Natoli, 245). Quanto al contenuto, si dice che il conto deve articolarsi nello stato attivo e passivo. Sotto il primo aspetto vanno indicate le somme comprese nell'eredità, sia quelle che vi erano ab origine, sia quella prodotte dalle alienazioni o dalla gestione produttiva dei beni ereditari. Sotto il secondo aspetto, vanno indicati, oltre a tutti i pagamenti fatti, tutte le spese sostenute: quelle legali — sigilli, inventario, accettazione beneficiata, autorizzazioni ex art. 493 —, quelle di amministrazione, quelle fiscali. BibliografiaAzzariti, Martinez e Azzariti, Successioni per causa di morte e donazioni, Padova, 1973; Bianca, Cariota-Ferrara, Le successioni per causa di morte, Napoli, 1991; Di Marzio, L'accettazione dell'eredità con beneficio di inventario, Milano, 2013; Ferrario Hercolani, L'accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario, in Tratt. dir. successioni e donazioni diretto da Bonilini, I, Milano, 2009; Giannattasio, Delle successioni. Successioni testamentarie, Torino, 1961; Lorefice, L'accettazione con beneficio d'inventario, in Rescigno (a cura di), Successioni e donazioni, I, Padova, 1994; Natoli, L'amministrazione dei beni ereditari, II, L'amministrazione nel periodo successivo all'accettazione dell'eredità, Milano, 1969; Prestipino, Delle successioni in generale, in Comm. c.c. diretto da De Martino, Roma 1981; Ravazzoni, Beneficio di inventario, in Enc. giur., I, Roma, 1988; Zaccaria, Rapporti obbligatori e beneficio di inventario, Torino, 1994. |