Codice Civile art. 500 - Termine per la liquidazione.Termine per la liquidazione. [I]. L'autorità giudiziaria, su istanza di alcuno dei creditori o legatari, può assegnare un termine [749 c.p.c.] all'erede per liquidare le attività ereditarie e per formare lo stato di graduazione [505]. InquadramentoLa disposizione in commento consente di porre un termine alla liquidazione: la norma concerne la sola procedura di liquidazione concorsuale, non quella di liquidazione individuale (Pret. Roma 17 dicembre 1982). Competente è il tribunale in composizione monocratica del luogo di apertura della successione. Si applica l'art. 749 c.p.c. Il rigetto della richiesta di fissazione di un termine per il rendiconto e per la liquidazione delle attività può essere impugnato, sotto forma di reclamo, al competente tribunale in composizione collegiale, mentre la successiva decisione di rigetto del tribunale stesso non è impugnabile ex art. 111 Cost. (Cass. n. 3244/1998; Cass. n. 10643/2007). Il termine fissato è prorogabile su istanza dell'erede ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 749 c.p.c. Il rigetto dell'istanza di proroga non è impugnabile ex art. 111 Cost. (Cass. n. 20132/2014). È stato invece ritenuto ammissibile il ricorso ex art. 111 Cost. avverso il provvedimento con il quale il tribunale, pronunciando in sede di reclamo ex art. 749 c.p.c., disponga la revoca della proroga del termine già assegnato ex art. 500 (Cass. S.U., n. 1521/2005). Attraverso la fissazione del termine è dato ai creditori e legatari di contrastare la maliziosa inerzia dell'erede beneficiato, il quale dovrà in tal caso concludere l'attività liquidativa e la predisposizione dello stato di graduazione entro la scadenza imposta pena la decadenza dal beneficio di inventario, ex art. 505 (Pret. Roma 22 dicembre 1997). Questione diversa è quella dell'ammissibilità della fissazione di termini distinti per la liquidazione e la formazione dello stato di graduazione. La dottrina, in prevalenza, è per la soluzione positiva (Cicu, in Tr. C. M., 303). In senso opposto si è pronunciata la giurisprudenza (Pret. Roma 22 dicembre 1997), ponendo in evidenza l'indissolubile collegamento tra la liquidazione e la formazione dello stato di graduazione, il quale deve contenere anche il piano di riparto. BibliografiaAzzariti, Martinez e Azzariti, Successioni per causa di morte e donazioni, Padova, 1973; Bianca, Cariota-Ferrara, Le successioni per causa di morte, Napoli, 1991; Di Marzio, L'accettazione dell'eredità con beneficio di inventario, Milano, 2013; Ferrario Hercolani, L'accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario, in Tratt. dir. successioni e donazioni diretto da Bonilini, I, Milano, 2009; Giannattasio, Delle successioni. Successioni testamentarie, Torino, 1961; Lorefice, L'accettazione con beneficio d'inventario, in Rescigno (a cura di), Successioni e donazioni, I, Padova, 1994; Natoli, L'amministrazione dei beni ereditari, II, L'amministrazione nel periodo successivo all'accettazione dell'eredità, Milano, 1969; Prestipino, Delle successioni in generale, in Comm. c.c. diretto da De Martino, Roma 1981; Ravazzoni, Beneficio di inventario, in Enc. giur., I, Roma, 1988; Zaccaria, Rapporti obbligatori e beneficio di inventario, Torino, 1994. |