Codice Civile art. 506 - Procedure individuali.Procedure individuali. [I]. Eseguita la pubblicazione prescritta dal terzo comma dell'articolo 498, non possono essere promosse procedure esecutive a istanza dei creditori. Possono tuttavia essere continuate quelle in corso, ma la parte di prezzo che residua dopo il pagamento dei creditori privilegiati e ipotecari deve essere distribuita in base allo stato di graduazione previsto dall'articolo 499. [II]. I crediti a termine diventano esigibili [1183]. Resta tuttavia il beneficio del termine, quando il credito è munito di garanzia reale su beni la cui alienazione non si renda necessaria ai fini della liquidazione, e la garanzia stessa è idonea ad assicurare il soddisfacimento integrale del credito. [III]. Dalla data di pubblicazione dell'invito ai creditori previsto dal terzo comma dell'articolo 498 è sospeso il decorso degli interessi dei crediti chirografari [1282]. I creditori tuttavia hanno diritto, compiuta la liquidazione, al collocamento degli interessi sugli eventuali residui. InquadramentoEseguita la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, nel quadro della liquidazione concorsuale, non possono essere promosse procedure esecutive individuali ad istanza dei creditori e, indubbiamente, dei legatari. Tale divieto ha la sua ragion d'essere nel fatto che, se fossero consentite le esecuzioni individuali, la liquidazione concorsuale rimarrebbe per ciò stesso snaturata (Ferri, in Comm. S. B., 427). Analogo principio è espresso per il fallimento dall'art. 51 r.d. n. 267/1942. L'equiparazione della liquidazione concorsuale a quella fallimentare non è completa: l'art. 506 ammette infatti che possano essere continuate le azioni esecutive in corso, pur aggiungendo che la parte del prezzo residuata dopo il pagamento dei creditori privilegiati ed ipotecari deve essere distribuita secondo lo stato di graduazione. Val quanto dire che l'applicazione del principio della par condicio creditorum trova un limite nel solo caso che le esecuzioni in corso siano proseguite da creditori privilegiati e ipotecari, dovendo altrimenti confluire nella liquidazione concorsuale (Prestipino, 351; Ferri, in Comm. S. B., 427). In giurisprudenza è stato precisato che, una volta eseguita la pubblicazione menzionata, i creditori, salvo non proseguano un'esecuzione precedentemente intrapresa e siano assistiti da privilegio o ipoteca, non hanno diritto a realizzare coattivamente il proprio credito (Cass. n. 9690/1994). I giudizi di cognizione ordinariaResta da ripetere (v. sub art. 498) che il divieto di azioni esecutive individuali, in caso di instaurazione della liquidazione concorsuale, non impedisce che, contro l'erede beneficiato, siano promossi giudizi di cognizione ordinaria (Cass. n. 1948/2011; Cass. n. 28749/2008; Cass. n. 25670/2008; Cass. n. 4704/2001; Cass. n. 11848/1991), e dunque di accertamento e/o di condanna (Cass. n. 8104/2016).Per la notifica della cartella di pagamento con cui l'ente previdenziale fa valere un credito contributivo v. Cass. n. 299/2017. Crediti a termineI crediti a termine divengono immediatamente esigibili, e ciò in armonia con il principio della par condicio che anima la liquidazione concorsuale. Il legislatore si cura altresì di non aggravare inutilmente la posizione dell'erede beneficiato, e, perciò, stabilisce che il beneficio del termine permane se il credito è assistito da garanzia reale su beni che non è necessario vendere, se la garanzia è idonea ad assicurare il soddisfacimento del credito. Occorre, cioè, che l'asse sia capiente e che la garanzia sia adeguata. InteressiUlteriore effetto della liquidazione concorsuale è la sospensione del corso degli interessi chirografari a partire dalla pubblicazione dell'invito ai creditori. Non si arresta, dunque, il corso degli interessi se il credito è assistito da privilegio, pegno o ipoteca. La dottrina ha osservato che la sospensione del corso degli interessi trova ancora una volta la sua ragion d'essere nell'esigenza di assicurare la par condicio, e non in quella di attribuire un vantaggio all'erede (Ferri, in Comm. S. B., 433). Ciò spiega la ragione dell'ultima parte della norma in commento, secondo cui i creditori hanno diritto al collocamento degli interessi sui residui. L'accettazione beneficiata, dunque, non comporta un obbiettivo abbattimento dei crediti ereditari. Perciò, se vi è capienza, il credito va soddisfatto per intero, anche per quanto attiene agli accessori. Si è osservato in giurisprudenza che il congegno predisposto dall'art. 506, comma 3, si riflette sull'ammissibilità di pronunce di condanna dell'erede beneficiato al pagamento degli interessi in relazione al periodo successivo all'inizio della liquidazione concorsuale, dal momento che l'accettazione dell'eredità non comporta alcuna limitazione oggettiva dell'entità dei crediti ereditari (Cass. n. 11848/1991). La S.C. ha anche affermato che, nella procedura in discorso, ai crediti di lavoro spetta la rivalutazione monetaria (Cass. n. 1417/1980). Liquidazione concorsuale e fallimentoOve ne sussistano i presupposti (esercizio di un'attività commerciale e stato di insolvenza) il defunto può essere dichiarato fallito entro un anno dalla morte o dalla cessazione dell'impresa, se questa si è verificata prima. È opinione comune che, una volta dichiarato il fallimento, la procedura fallimentare attrae qualsiasi altro procedimento esecutivo, ai sensi dell'art. 51 r.d. n. 267/1942 (Ferri, in Comm. S. B., 428). In senso analogo, in giurisprudenza, si sono pronunciati Trib. Catania 8 novembre 1957; Trib. Milano 18 marzo 1957. BibliografiaAzzariti, Martinez e Azzariti, Successioni per causa di morte e donazioni, Padova, 1973; Bianca, Cariota-Ferrara, Le successioni per causa di morte, Napoli, 1991; Di Marzio, L'accettazione dell'eredità con beneficio di inventario, Milano, 2013; Ferrario Hercolani, L'accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario, in Tratt. dir. successioni e donazioni diretto da Bonilini, I, Milano, 2009; Giannattasio, Delle successioni. Successioni testamentarie, Torino, 1961; Lorefice, L'accettazione con beneficio d'inventario, in Rescigno (a cura di), Successioni e donazioni, I, Padova, 1994; Natoli, L'amministrazione dei beni ereditari, II, L'amministrazione nel periodo successivo all'accettazione dell'eredità, Milano, 1969; Prestipino, Delle successioni in generale, in Comm. c.c. diretto da De Martino, Roma 1981; Ravazzoni, Beneficio di inventario, in Enc. giur., I, Roma, 1988; Zaccaria, Rapporti obbligatori e beneficio di inventario, Torino, 1994. |