Codice Civile art. 508 - Nomina del curatore.Nomina del curatore. [I]. Trascritta la dichiarazione di rilascio, il tribunale del luogo della aperta successione [456], su istanza dell'erede o di uno dei creditori o legatari, o anche d'ufficio, nomina un curatore, perché provveda alla liquidazione secondo le norme degli articoli 498 e seguenti (1). [II]. Il decreto di nomina del curatore è iscritto nel registro delle successioni [52, 53 att.]. [III]. Le attività che residuano, pagate le spese della curatela e soddisfatti i creditori e i legatari collocati nello stato di graduazione [499], spettano all'erede, salva l'azione dei creditori e legatari, che non si sono presentati, nei limiti determinati dal terzo comma dell'articolo 502. (1) Comma così modificato dall'art. 144 d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51. InquadramentoCompetente alla nomina prevista dalla norma in commento è il tribunale in composizione monocratica del luogo dell'aperta successione. La forma è quella del decreto, che, ai sensi del comma 2, va iscritto nel registro delle successioni: adempimento da effettuarsi dal cancelliere, il quale, in applicazione analogica dell'art. 781 c.p.c., dovrà richiedere la notifica del decreto alla persona nominata (Ferri, in Comm. S. B., 449). Il decreto di nomina del curatore dei beni rilasciati ai creditori ed ai legatari ha ad oggetto l'investitura di un soggetto in un ufficio privato per la cura di interessi alieni e non tende alla composizione di una lite, sicché deve inquadrarsi nella categoria dei provvedimenti di giurisdizione volontaria (Cass. n. 35/1976). Trattandosi di decreto da ascriversi all'ambito della volontaria giurisdizione, esso è reclamabile, ai sensi dell'art. 739 c.p.c. Il provvedimento reso sul reclamo ha anch'esso natura volontaria e, perciò, non è suscettibile di impugnazione con ricorso per cassazione ex art. 111 Cost. (Cass. n. 35/1976). Rilascio e fallimentoConsiderata la prevalenza della procedura fallimentare sulla liquidazione concorsuale, dopo la dichiarazione di fallimento dell'imprenditore defunto non può essere nominato il curatore di cui all'art. 508 (Trib. Catania 8 novembre 1957; Trib. Catania 28 maggio 1981). Poteri del curatoreIl curatore dei beni rilasciati ai creditori e legatari è investito di un ufficio privato per la cura di interessi alieni (Cass. n. 35/1976). Al curatore sono attribuiti i medesimi poteri di amministrazione nonché di disposizione riconosciuti all'erede beneficiato (Cass. n. 5832/1979). I poteri detti si estendono anche alla cosa legata, sia pure se si tratti di un legato di specie (Cass. n. 5832/1979; Cass. n. 398/1945). Il curatore, dunque, ha il compito di procedere, in sostituzione dell'erede rilasciante, alla liquidazione concorsuale, in applicazione degli artt. 498 ss. A differenza dell'erede beneficiato, che risponde dell'amministrazione soltanto per colpa grave, ex art. 491, il curatore sembra doversi ritenere assoggettato all'art. 531, dettato in materia di curatela dell'eredità giacente, che esclude la menzionata limitazione di responsabilità (Ferri, in Comm. S. B., 448). Legittimazione processuale del curatoreLa peculiarità della posizione del curatore discende dalla circostanza che l'erede beneficiato rilasciante, pur dismettendo il possesso e l'amministrazione dei beni, ne rimane proprietario fino a quando essi non vengano alienati, ed ha diritto a percepire l'eventuale residuo. Su tale considerazione si è ritenuto in giurisprudenza che, qualora sia proposta domanda di esecuzione specifica dell'obbligo di concludere un contratto in forza di una pattuizione pregressa all'entrata in carica del curatore, ma destinata ad avere effetto nel corso della liquidazione, è indispensabile la sua vocazione in giudizio del curatore dell'eredità, affinché la pronunzia faccia stato anche nei suoi confronti (Cass. n. 5619/1979). È stata inoltre riconosciuta l'azionabilità nei confronti dell'eredità beneficiata, nelle persone dell'erede e/o del curatore preposto alla relativa liquidazione, del diritto alla stipulazione di un contratto definitivo scaturito da un contratto preliminare concluso, a suo tempo, dal de cuius (Cass. n. 1087/1995). Nel caso di rilascio dei beni ai creditori, la S.C. ha inoltre affermato essere legittimato al ricorso contro la liquidazione dell'imposta di successione l'erede e non il curatore (Cass. n. 10512/1991; ma v. Cass. n. 4419/2008). Altrove è stata affermata la legittimazione concorrente dell'erede rilasciante e del curatore nei giudizi vertenti sulla proprietà dei beni ereditari (Cass. n. 123/1999; Cass. n. 15038/2013). Il curatore dell'eredità rilasciata ai creditori è legittimato passivo nei procedimenti di reclamo contro lo stato di graduazione che egli stesso deve formare (App. Milano 12 marzo 2004). L'attribuzione del residuoL'art. 508, comma 3, risolve il dibattito sorto in passato sul quesito se il rilascio determinasse o meno il trasferimento della proprietà dall'erede rilasciante ai creditori e legatari ovvero al curatore. È evidente, difatti, che, spettando il residuo all'erede, quest'ultimo deve ritenersi essere rimasto proprietario del compendio rilasciato. BibliografiaAzzariti, Martinez e Azzariti, Successioni per causa di morte e donazioni, Padova, 1973; Bianca, Cariota-Ferrara, Le successioni per causa di morte, Napoli, 1991; Di Marzio, L'accettazione dell'eredità con beneficio di inventario, Milano, 2013; Ferrario Hercolani, L'accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario, in Tratt. dir. successioni e donazioni diretto da Bonilini, I, Milano, 2009; Giannattasio, Delle successioni. Successioni testamentarie, Torino, 1961; Lorefice, L'accettazione con beneficio d'inventario, in Rescigno (a cura di), Successioni e donazioni, I, Padova, 1994; Natoli, L'amministrazione dei beni ereditari, II, L'amministrazione nel periodo successivo all'accettazione dell'eredità, Milano, 1969; Prestipino, Delle successioni in generale, in Comm. c.c. diretto da De Martino, Roma 1981; Ravazzoni, Beneficio di inventario, in Enc. giur., I, Roma, 1988; Zaccaria, Rapporti obbligatori e beneficio di inventario, Torino, 1994. |