Codice Civile art. 509 - Liquidazione proseguita su istanza dei creditori o legatari.Liquidazione proseguita su istanza dei creditori o legatari. [I]. Se, dopo la scadenza del termine stabilito per presentare le dichiarazioni di credito [498], l'erede incorre nella decadenza dal beneficio d'inventario [493, 494, 505], ma nessuno dei creditori o legatari la fa valere [505 4; 779 c.p.c.], il tribunale del luogo dell'aperta successione [456], su istanza di uno dei creditori o legatari, sentiti l'erede e coloro che hanno presentato le dichiarazioni di credito, può nominare un curatore con l'incarico di provvedere alla liquidazione dell'eredità secondo le norme degli articoli 499 e seguenti. Dopo la nomina del curatore, la decadenza dal beneficio non può più essere fatta valere (1). [II]. Il decreto di nomina del curatore è iscritto nel registro delle successioni [52, 53 att.], annotato a margine della trascrizione prescritta dal secondo comma dell'articolo 484, e trascritto negli uffici dei registri immobiliari dei luoghi dove si trovano gli immobili ereditari [2649, 2663] e negli uffici dove sono registrati i beni mobili [2663, 2687, 2695 2]. [III]. L'erede perde l'amministrazione dei beni ed è tenuto a consegnarli al curatore. Gli atti di disposizione che l'erede compie dopo trascritto il decreto di nomina del curatore sono senza effetto rispetto ai creditori e ai legatari [507 3, 2649]. (1) Comma così modificato dall'art. 144 d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51. InquadramentoI creditori ereditari e legatari, in caso di decadenza dal beneficio, possono omettere di farla valere e, invece, chiedere che la liquidazione concorsuale sia proseguita mediante la nomina di un curatore. Per tale ipotesi è dettata la norma in commento. Nell'interrogarsi sul perché della disposizione va rammentato che la decadenza dal beneficio e la conseguente confusione dei patrimoni può talora presentarsi come pregiudizievole per i creditori e legatari, se l'erede beneficiato si sia reso personalmente insolvente, sì da provocare il concorso dei suoi personali creditori sul patrimonio ereditario. È per questo che i creditori e legatari possono evitare di produrre essi stessi la confusione dei patrimoni, ma, nel medesimo tempo, possono impedire che la liquidazione sia proseguita da un erede beneficiato che, essendo incorso in decadenza, si è reso immeritevole di fiducia. Si discute se la nomina del curatore, possa essere chiesta in tutti i casi di decadenza dal beneficio di inventario, ovvero soltanto nei casi contemplati dall'art. 505. Si è vista del commento addetta norma che, secondo l'opinione preferibile, essa si applica a qualsiasi ipotesi di decadenza, sicché va parimenti affermato che la nomina del curatore di cui all'art. 509 può aversi per qualsiasi causa di decadenza tra quelle legislativamente previste (Grosso e Burdese, in Tr. Vas., 489). L'applicazione dell'art. 509 presuppone il consenso di tutti i creditori e legatari, di guisa che uno solo di essi può rendere operante la decadenza. La nomina presuppone che sia decorso il termine stabilito dall'art. 498 per la presentazione delle dichiarazioni di credito e, quindi, che sia già iniziata la liquidazione concorsuale, non importa se su iniziativa dell'erede o su opposizione dei creditori (Grosso e Burdese, in Tr. Vas., 489). Una volta accertata la sussistenza dei presupposti per la nomina del curatore, il giudice non è obbligato a procedervi. Questi, infatti, secondo quanto emerge dal testo di legge, può nominare un curatore, sicché, «se si convince che la nomina... non è opportuna, dovrà respingere la domanda» (Ferri, in Comm. S. B., 450). In caso di pluralità di eredi beneficiati dei quali uno solo sia incorso nella decadenza dal beneficio di inventario, il curatore di cui all'art. 509 non può essere nominato se non per la liquidazione della sua quota (Azzariti, Martinez e Azzariti, 107; Grosso e Burdese, in Tr. Vas., 493). Dopo la nomina del curatore la decadenza dal beneficio di inventario non può più essere fatta valere. Poteri del curatoreIl potere di amministrazione del compendio ereditario si trasferisce dall'erede beneficiato al curatore. Spetteranno al curatore, dunque, tutti i poteri di amministrazione altrimenti attribuiti all'erede beneficiato in vista della liquidazione del compendio ereditario e della soddisfazione delle passività ereditarie. Tuttavia, quanto alla legittimazione processuale, è stato chiarito che la nomina del curatore non fa perdere agli eredi la capacità di stare in giudizio, ma soltanto l'amministrazione dei beni, con la conseguenza che il curatore non succede nei giudizi in corso e non è titolare di un potere di impugnazione rispetto alla sentenza emessa nel giudizio al quale non ha partecipato (Cass. n. 6683/1992). Procedimento di nominaTrova applicazione l'art. 779 c.p.c. L'istanza si presenta con ricorso indirizzato al tribunale in composizione monocratica del luogo dell'aperta successione. Quest'ultimo fissa con decreto l'udienza di comparizione dell'erede e di coloro che hanno presentato le dichiarazioni di credito. Il decreto è comunicato alle parti dal cancelliere. Il decreto di nomina del curatore è iscritto nel registro delle successioni, annotato a margine della trascrizione prescritta dal secondo comma dell'art. 484, e trascritto negli uffici dei registri immobiliari dei luoghi dove si trovano gli immobili ereditari e negli uffici dove sono registrati i beni mobili. La trascrizione del provvedimento di nomina produce il medesimo effetto della dichiarazione di rilascio, rendendo inopponibili ai creditori e legatari gli atti di disposizione compiuti dall'erede (art. 509, comma 3). BibliografiaAzzariti, Martinez e Azzariti, Successioni per causa di morte e donazioni, Padova, 1973; Bianca, Cariota-Ferrara, Le successioni per causa di morte, Napoli, 1991; Di Marzio, L'accettazione dell'eredità con beneficio di inventario, Milano, 2013; Ferrario Hercolani, L'accettazione dell'eredità con beneficio d'inventario, in Tratt. dir. successioni e donazioni diretto da Bonilini, I, Milano, 2009; Giannattasio, Delle successioni. Successioni testamentarie, Torino, 1961; Lorefice, L'accettazione con beneficio d'inventario, in Rescigno (a cura di), Successioni e donazioni, I, Padova, 1994; Natoli, L'amministrazione dei beni ereditari, II, L'amministrazione nel periodo successivo all'accettazione dell'eredità, Milano, 1969; Prestipino, Delle successioni in generale, in Comm. c.c. diretto da De Martino, Roma 1981; Ravazzoni, Beneficio di inventario, in Enc. giur., I, Roma, 1988; Zaccaria, Rapporti obbligatori e beneficio di inventario, Torino, 1994. |