Codice Civile art. 526 - Impugnazione per violenza o dolo.

Mauro Di Marzio

Impugnazione per violenza o dolo.

[I]. La rinunzia all'eredità si può impugnare solo se è l'effetto di violenza [1434] o di dolo [1439].

[II]. L'azione si prescrive in cinque anni dal giorno in cui è cessata la violenza o è stato scoperto il dolo [1442].

Inquadramento

La rinunzia all'eredità può essere impugnata dai creditori pregiudicati ai sensi dell'art. 524 e dallo stesso rinunciante ai sensi della norma in commento, la quale ammette l'impugnazione solo se la rinuncia è l'effetto di violenza o di dolo. Non è dunque consentita l'impugnazione della rinuncia per errore, in parallelo con quanto previsto dall'art. 482 per l'impugnazione dell'accettazione (Ferri, in Comm. S.B. 1970, 139).

La giurisprudenza, tuttavia, ritiene che la limitazione operi nei riguardi dell'errore vizio, in onde l'errore ostativo (Cass. n. 13735/2009; la quale chiarisce che non ricorre errore ostativo quando la rinuncia sia avvenuta in base all'erronea convinzione di essere stato chiamato alla successione in qualità di erede legittimo anziché di erede testamentario).

Quanto ai caratteri della violenza e del dolo si rinvia al commento agli artt. 1434 ss. e 1439 ss.

L'azione si prescrive in cinque anni dal giorno in cui è cessata la violenza o è stato scoperto il dolo.

Bibliografia

Capozzi, Successioni e donazioni, Milano, 2009; Natoli, L'amministrazione dei beni ereditari, I, L'amministrazione durante il periodo antecedente all'accettazione dell'eredità, Milano, 1968.

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