Codice Civile art. 530 - Pagamento dei debiti ereditari.Pagamento dei debiti ereditari. [I]. Il curatore può provvedere al pagamento dei debiti ereditari e dei legati, previa autorizzazione del tribunale [782 2 c.p.c.] (1). [II]. Se però alcuno dei creditori o dei legatari fa opposizione, il curatore non può procedere ad alcun pagamento, ma deve provvedere alla liquidazione dell'eredità secondo le norme degli articoli 498 e seguenti [134 2 trans.]. (1) Comma così modificato dall'art. 144 d.lg. 19 febbraio 1998, n. 51. InquadramentoMovendo dalla formulazione letterale del comma 1, è stato sostenuto che il pagamento delle passività ereditarie sarebbe una semplice facoltà (Ferri, in Comm. S.B. 1970, 178; Grosso-Burdese, in Tr. Vas. 1977, 214). Secondo altri, l'espressione utilizzata dal legislatore sarebbe da intendere nel senso che il curatore può pagare solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione, ma, una volta che questa sia stata conseguita, deve pagare, senza che residui alcuna facoltatività nell'atto (Prestipino, in Comm. De M. 1981, 505). Quanto alla concreta disciplina della liquidazione, occorre ricordare che l'art. 531 estende al curatore dell'eredità le regole dettate dagli artt. 484 ss. in tema di inventario, amministrazione e rendimento del conto da parte dell'erede beneficiato. Vi è, dunque, un implicito rinvio dell'art. 530 a quest'ultima disposizione, attraverso l'art. 531. Ciò comporta il pagamento dei creditori e legatari, nell'ambito della liquidazione individuale, qui primi veniunt, salvi i diritti di poziorità. In effetti, la S.C. ha riconosciuto l'applicabilità dell'art. 495 alla curatela dell'eredità giacente (Cass. n. 1627/1985). Se taluno dei creditori o legatari propone opposizione alla liquidazione individuale, il curatore deve procedere alla liquidazione concorsuale, ai sensi degli artt. 498 ss. É opinione comune che la liquidazione concorsuale, oltre che a seguito dell'opposizione, possa essere intrapresa ad iniziativa del curatore, dietro autorizzazione del giudice, ovvero su sua sollecitazione. Ciò, in particolare, nel caso che, all'esito dell'inventario, emerga l'esistenza di passività superiori alle attività (Cicu, in Tr. C. M. 1961, 155; Ferri, in Comm. S.B. 1970, 181; Grosso-Burdese, in Tr. Vas. 1977, 216; Prestipino, in Comm. De M. 1981, 507). BibliografiaCapozzi, Successioni e donazioni, Milano, 2009; Natoli, L'amministrazione dei beni ereditari, I, L'amministrazione durante il periodo antecedente all'accettazione dell'eredità, Milano, 1968; Trimarchi, L'eredità giacente, Milano, 1954. |