Codice Civile art. 549 - Divieto di pesi o condizioni sulla quota dei legittimari.InquadramentoLa norma in commento va letta in combinato disposto con gli artt. 457, comma 3, 554 e 555. La prima disposizione stabilisce la regola generale in forza della quale le disposizioni testamentarie non possono pregiudicare i diritti che la legge riserva ai legittimari: il principio di intangibilità della legittima che tale norma fissa si specifica poi per un verso nella previsione dettata dalla norma in esame secondo cui il testatore non può gravare la quota di legittima di pesi o condizioni (che, come tali, sono colpiti da nullità e si considerano non apposti: Capozzi, 299), e, per altro verso, nella previsione di un'apposita azione volta a far cadere, per l'eccedenza, le disposizioni lesive della legittima, qual è l'azione di riduzione. Si osserva in dottrina che l'espressione impiegata dal legislatore, «pesi o condizioni», ha da essere intesa in senso estensivo (Mengoni, in Tr. C. M. 2000, 89), giacché al testatore è vietato non soltanto di apporre pesi o condizioni in senso tecnico, ma è più in generale precluso di adottare qualunque disposizione volta a limitare il contenuto dei diritti riservati ai legittimari (Cattaneo, in Tr. Res 1997, 452). Vengono fatti rientrare nel concetto di « pesi », dunque, non soltanto l'onere vero e proprio, ma anche l'adempimento di ogni disposizione testamentaria tale da comportare un debito derivante dal testamento, ovvero la concessione di un diritto reale di godimento ad altra persona, o anche l'obbligo di assistere una determinata persona (App. Trieste 23 novembre 1957). Non costituiscono pesi la nomina dell'esecutore testamentario e la sostituzione ordinaria, entrambe previste dalla legge, né l'imposizione dell'obbligo di collazione (Cass. n. 3013/2006). Occorre chiarire, d'altro canto, che l'art. 549 opera su un piano meramente quantitativo, e non qualitativo, come pure è stato sostenuto da parte pur autorevole ma minoritaria della dottrina, la quale ha osservato che, ragionando diversamente, si attribuirebbe alla norma il valore di inutile ripetizione di un precetto già desumibile dal citato art. 549 in uno con l'art. 536 (Cicu, in Tr. C. M. 1961, 466). L'orientamento maggioritario (v. infra) è recepito dalla giurisprudenza, la quale ha osservato che il principio dell'intangibilità della quota di legittima deve per l'appunto intendersi soltanto in senso quantitativo e non anche in senso qualitativo, potendo il testatore soddisfare le ragioni dei legittimari con beni — di qualunque natura — purché compresi nell'asse ereditario; ne consegue che non viola il disposto degli artt. 536 e 540 il testatore che abbia lasciato al coniuge l'usufrutto generale sui beni mobili e immobili nonché la piena proprietà di crediti, contanti, depositi bancari e postali, sempre che il valore di detti beni copra la quota riservata al coniuge, atteso che l'attribuzione dell'usufrutto generale non costituisce assegnazione di legato, ma istituzione di erede, e che l'attribuzione della proprietà piena di alcune categorie di beni vale come istituzioni di erede, se essi sono intesi come quota dei beni del testatore (Cass. n. 13310/2002; Cass. n. 1403/1970). Eccezioni al divietoLa norma in commento fa salva l'applicazione delle disposizioni dettate dall'intero titolo IV del secondo libro in materia di divisione ereditaria. Il rinvio ha tuttavia da essere inteso come limitato agli artt. 713, laddove consente al testatore di differire la divisione, 733, che consente al testatore di dettare regole per la divisione, e 734, che consente al testatore di fare egli stesso la divisione (Cattaneo, in Tr. Res 1997, 453). Tale lettura si collega con la questione, poc'anzi menzionata, del carattere soltanto quantitativo della quota di legittima. Si ritiene cioè che il testatore possa soddisfare le ragioni dei legittimari con beni di qualsiasi natura, individuando i beni che intende come legittima: in altre parole il legittimario ha diritto ad una determinata quantità di beni, ma non ad una determinata composizione della quota (Capozzi, 298). Eccezioni al principio di intangibilità della legittima sono altresì la c.d. cautela sociniana (art. 550), il legato in sostituzione di legittima (art. 551), nonché la riserva a favore del coniuge superstite dei diritti di abitazione sulla casa familiare e di uso dei mobili che la corredano (v. sub art. 540). Al numero delle eccezioni è ricondotta anche la sostituzione fedecommissaria estesa ai beni costituenti la legittima (Cattaneo, in Tr. Res 1997, 453). Nella stessa ottica sembra potersi guardare anche al patto di famiglia (art. 768-bis ss.), dal momento che la partecipazione al contratto dei legittimari e la liquidazione dei loro diritti sottrae all'azione di riduzione e alla collazione i beni oggetto del patto di famiglia. Vale infine osservare che l'art. 2645-ter pone anch'esso un'eccezione al principio di intangibilità della legittima, giacché determina un vincolo di destinazione su alcuni beni. BibliografiaAmadio, Azione di riduzione e liberalità non donative (sulla legittima «per equivalente»), in Riv. dir. civ., 2009, I, 683; Andrini, Legittimari, in Enc. giur., XXXI, Roma, 1993; Azzariti-Martinez-Azzariti, Successioni per causa di morte e donazioni, Padova, 1973; Bianca, La famiglia. Le successioni, Milano, 2001; Bianca, Invariabilità delle quote di legittima: il nuovo corso della cassazione e suoi riflessi in tema di donazioni e legati in conto di legittima, in Riv. dir. civ. 2008, 211; Bonilini, Manuale di diritto ereditario e delle donazioni, Torino, 2006; Capozzi, Successioni e donazioni, Milano, 1983; Carnevali, Sull'azione di riduzione delle donazioni indirette che hanno leso la quota di legittima, Studi in onore di L. Mengoni, I, Milano, 1995; Ieva, La novella degli artt. 561 e 563 cod. civ.: brevissime note sugli scenari teorico-applicativi, in Riv. not. 2005, 943;Perego, I presupposti della nascita dei diritti di abitazione e di uso a favore del coniuge superstite, in Riv. dir. civ. 1980, 712; Tamburrino, Successione necessaria (dir. priv.), in Enc. dir., XLIII, Milano, 1990, 1348. |