Codice Civile art. 552 - Donazioni e legati in conto di legittima.

Mauro Di Marzio

Donazioni e legati in conto di legittima.

[I]. Il legittimario [536] che rinunzia all'eredità [519 ss.], quando non si ha rappresentazione [467], può sulla disponibile ritenere le donazioni o conseguire i legati a lui fatti [521 2]; ma quando non vi è stata espressa dispensa dall'imputazione [564 2], se per integrare la legittima spettante agli eredi è necessario ridurre le disposizioni testamentarie o le donazioni [554 ss.], restano salve le assegnazioni, fatte dal testatore sulla disponibile, che non sarebbero soggette a riduzione se il legittimario accettasse l'eredità, e si riducono le donazioni e i legati fatti a questo ultimo.

Inquadramento

La disposizione in commento menziona nella rubrica ma non disciplina, se non per il caso della rinuncia all'eredità, il legato in conto di legittima, con il quale il testatore attribuisce al legittimario, a titolo di legato, beni che debbono essere calcolati nella verifica del rispetto della sua quota di legittima: il legato in conto di legittima, come è stato detto, si atteggia in tal modo quale acconto sulla legittima. Esso si differenzia dal legato in sostituzione di legittima, previsto all'art. 551, per effetto del quale il legittimario non acquista la qualità di erede, a meno che non rinunci preventivamente al legato per esigere la legittima attraverso l'azione di riduzione, quale legittimario pretermesso: in caso di legato in conto di legittima, qualora esso sia inferiore alla legittima, resta invece in facoltà dell'erede (che tale può essere in forza di delazione legittima o testamentaria) di chiedere il supplemento attraverso l'azione di riduzione conseguente (non già alla totale preterizione, ma) alla violazione della riserva.

Salvo diversa volontà del testatore, il legato si considera in conto: sempre che, naturalmente, l'attribuzione del bene non debba essere invece qualificata non già come legato, ma come institutio ex re certa, ai sensi dell'art. 588, comma 2.

I beni attribuiti a titolo di legato in conto di legittima, da considerarsi nel calcolo del relictum, nel quadro della riunione fittizia prevista dall'art. 556 per la determinazione della quota di cui il defunto poteva disporre, vanno dunque imputati per il loro valore, salvo dispensa, alla quota di legittima del legittimario, quale anticipazione su di essa. Lo stesso congegno opera per le donazioni che, se fatte ad un legittimario, sono da considerare in conto di legittima, dovendo essere imputate alla riserva salvo dispensa del testatore, ex art. 564, comma 2.

Legato in conto di legittima e rinunzia all'eredità

L'art. 552 regola espressamente il caso del legittimario che sia al tempo stesso legatario o donatario, e che rinunci all'eredità e, conseguentemente, anche alla quota di riserva. In tale ipotesi il legittimario rinunciante è considerato come non mai chiamato all'eredità, secondo la previsione dell'art. 521: una volta effettuata la rinuncia, egli può ritenere le donazioni e i legati, ma solo fino alla concorrenza della disponibile.

La norma, nella sua seconda parte, è volta a tutelare gli estranei destinatari di attribuzioni a titolo gratuito gravanti sulla disponibile contro il pregiudizio cagionato dalla rinuncia all'eredità da parte del legittimario: ed infatti, in caso di rinunzia all'eredità, il legato o la donazione che il testatore ha effettuato in conto di legittima vanno a concorrere sulla disponibile, riducendola, dal momento che il legittimario nulla può trattenere a titolo di legittima (ma su questo punto v. in dottrina Bianca, 2008, 211, cui si rinvia anche per la disamina delle ricadute sulla disciplina delle donazioni e dei legati in conto di legittima del principio di invariabilità delle quote di legittima introdotto da Cass. S.U., n. 13429/2006; Cass. n. 13524/2006). In tal caso, ove occorra integrare la legittima dovuta ai legittimari non rinuncianti, e quindi si debba provvedere alla riduzione delle disposizioni testamentarie o delle donazioni, la disposizione in commento stabilisce, in deroga alle norme in materia di riduzione, che vengano ridotte, per prime, le donazioni e i legati fatti al legittimario rinunziante, i quali gravano sulla disponibile per effetto della rinunzia: solo successivamente vengono colpite le altre attribuzioni gravanti sulla disponibile e che non sarebbero state assoggettate a riduzione se il legittimario avesse accettato l'eredità.

La previsione ora descritta non si applica: a) nel caso in cui la donazione o il legato siano stati fatti con espressa dispensa dall'imputazione; b) nel caso in cui operi l'istituto della rappresentazione, ove al legittimario-rinunziante subentrino i suoi discendenti, i quali devono imputare alla legittima le donazioni o i legati fatti al rappresentato ex art. 564, comma 3.

Bibliografia

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