Codice Civile art. 557 - Soggetti che possono chiedere la riduzione.Soggetti che possono chiedere la riduzione. [I]. La riduzione delle donazioni e delle disposizioni lesive della porzione di legittima non può essere domandata [2652 n. 8, 2690 n. 5] che dai legittimari [536] e dai loro eredi o aventi causa. [II]. Essi non possono rinunziare a questo diritto, finché vive il donante, né con dichiarazione espressa, né prestando il loro assenso alla donazione [458]. [III]. I donatari e i legatari non possono chiedere la riduzione, né approfittarne. Non possono chiederla né approfittarne nemmeno i creditori del defunto, se il legittimario avente diritto alla riduzione ha accettato con il beneficio d'inventario [484 ss.]. InquadramentoLa disposizione in commento disciplina l'azione di riduzione con riguardo al profilo della legittimazione attiva. Secondo il comma 1 l'azione di riduzione delle disposizioni lesive della quota di legittima, avendo natura patrimoniale, può essere proposta non solo dai legittimari ma anche dai loro eredi o aventi causa dal momento che il carattere personale dell'azione non incide sulla trasmissibilità del diritto ma esclusivamente sull'accertamento della lesione che deve essere limitata alla quota di colui che agisce (Cass. n. 26254/2008; Cass. n. 2120/2017). La riduzione può essere chiesta in via di surrogatoria (art. 2900) dai creditori del legittimario (Mengoni, 242). Anche la S.C. ha giudicato ammissibile l'esercizio in via diretta dell'azione surrogatoria nella proposizione della domanda di riduzione delle disposizioni testamentarie daparte dei creditori dei legittimari totalmente pretermessi che siano rimasti del tutto inerti (Cass. n. 16623/2019). Quanto al precetto fissato dal comma 2, occorre osservare che il diritto del legittimario, prima dell'apertura della successione, non è ancora venuto ad esistenza; ne consegue che il negozio dispositivo dell'azione, effettuato prima dell'apertura della successione, integra un patto successorio; per converso, una volta aperta la successione, i diritti del legittimario sono disponibili e, inoltre, le relative azioni, tra cui quella di riduzione, sono soggette a prescrizione (Cass. n. 5611/1978). Per il decorso del termine di prescrizione occorre far capo al principio secondo cui il termine decennale di prescrizione dell'azione di riduzione decorre dalla data di accettazione dell'eredità da parte del chiamato in base a disposizioni testamentarie lesive della legittima (Cass. S.U., n. 20644/2004). L'esecuzione volontaria di una disposizione testamentaria lesiva non equivale a rinuncia e non impedisce al legittimario l'esercizio dell'azione di riduzione, eccetto che egli abbia positivamente manifestato la volontà di rinunziare all'integrazione della quota di riserva (Cass. n. 8611/1995). Il comma 3 si riferisce ai soli legatari e donatari non legittimari. Il legittimario donatario può avvalersi dell'azione di riduzione, ma, salvo espressa dispensa, deve imputare alla legittima le donazioni e i legati ricevuti (art. 564, comma 2). I creditori del de cuius non possono chiedere o approfittare della riduzione, in caso di accettazione con beneficio d'inventario. In giurisprudenza si è osservato che, in tal caso, i creditori del defunto non possono intervenire nel giudizio di riduzione per mancanza di interesse (Cass. n. 1114/1982). Se l'eredità è accettata puramente e semplicemente, con conseguente confusione dei patrimoni, anche i creditori ereditari possono chiedere la riduzione in via surrogatoria ex art. 2900 (Capozzi, 322). L'azione personale di reintegrazione della quota di riserva non è un'azione spettante collettivamente ai legittimari ma è un'azione individuale che compete in via autonoma al singolo che si ritenga leso nella propria quota individuale di legittima e l'accertamento della lesione e della sua entità non deve farsi con riferimento alla quota complessiva riservata a favore di tutti i coeredi legittimari bensì alla quota di colui o coloro che si ritengono lesi; conseguentemente la riduzione delle disposizioni lesive e delle donazioni deve effettuarsi in relazione non all'eccedenza dalla quota disponibile verificatasi con riferimento alla quota complessiva di riserva ma in relazione all'effettiva entità delle lesioni individuali subite dai legittimari attori in riduzione (Cass. n. 4698/1999; Cass. II, n. 15706/2020). Dal lato della legittimazione passiva, l'azione va proposta nei confronti del solo beneficiario della disposizione lesiva, non sussistendo un'ipotesi di litisconsorzio necessario (Cass. n. 27770/2011; Cass. n. 27414/2005). L'azione di riduzione, inoltre, ancorché si concluda con l'attribuzione di beni determinati al legittimario, ha come legittimato passivo soltanto il beneficiario della disposizione lesiva della legittima, e non anche i possessori dei beni con cui questa dev'essere reintegrata, i quali sono, invece, legittimati passivi della diversa azione di restituzione, conseguente al vittorioso esperimento dell'azione di riduzione (Cass. n. 3243/1980). Il legittimario che agisca in riduzione ha l'onere d'indicare entro quali limiti sia stata lesa la sua quota di riserva, determinando con esattezza il valore della massa ereditaria, nonché quello della quota di legittima violata, dovendo, a tal fine, allegare e provare, anche ricorrendo a presunzioni semplici, purché gravi precise e concordanti, tutti gli elementi occorrenti per stabilire se, ed in quale misura, sia avvenuta la lesione della riserva, oltre che proporre, sia pure senza l'uso di formule sacramentali, espressa istanza di conseguire la legittima, previa determinazione della medesima mediante il calcolo della disponibile e la conseguente riduzione delle donazioni compiute in vita dal de cuius (Cass. n. 1357/2017). BibliografiaAmadio, Azione di riduzione e liberalità non donative (sulla legittima «per equivalente»), in Riv. dir. civ., 2009, I, 683; Andrini, Legittimari, in Enc. giur., XXXI, Roma, 1993; Azzariti-Martinez-Azzariti, Successioni per causa di morte e donazioni, Padova, 1973; Bianca, La famiglia. Le successioni, Milano, 2001; Bianca, Invariabilità delle quote di legittima: il nuovo corso della cassazione e suoi riflessi in tema di donazioni e legati in conto di legittima, in Riv. dir. civ. 2008, 211; Bonilini, Manuale di diritto ereditario e delle donazioni, Torino, 2006; Capozzi, Successioni e donazioni, Milano, 1983; Carnevali, Sull'azione di riduzione delle donazioni indirette che hanno leso la quota di legittima, Studi in onore di L. Mengoni, I, Milano, 1995; Ieva, La novella degli artt. 561 e 563 cod. civ.: brevissime note sugli scenari teorico-applicativi, in Riv. not. 2005, 943;Perego, I presupposti della nascita dei diritti di abitazione e di uso a favore del coniuge superstite, in Riv. dir. civ. 1980, 712; Tamburrino, Successione necessaria (dir. priv.), in Enc. dir., XLIII, Milano, 1990, 1348. |