Codice Civile art. 560 - Riduzione del legato o della donazione d'immobili.

Mauro Di Marzio

Riduzione del legato o della donazione d'immobili.

[I]. Quando oggetto del legato o della donazione da ridurre è un immobile, la riduzione si fa separando dall'immobile medesimo la parte occorrente per integrare la quota riservata, se ciò può avvenire comodamente [720].

[II]. Se la separazione non può farsi comodamente e il legatario o il donatario ha nell'immobile un'eccedenza maggiore del quarto della porzione disponibile, l'immobile si deve lasciare per intero nell'eredità, salvo il diritto di conseguire il valore della porzione disponibile. Se l'eccedenza non supera il quarto, il legatario o il donatario può ritenere tutto l'immobile, compensando in danaro i legittimari.

[III]. Il legatario o il donatario che è legittimario può ritenere tutto l'immobile, purché il valore di esso non superi l'importo della porzione disponibile e della quota che gli spetta come legittimario [536 ss.].

Inquadramento

Secondo la disposizione in commento, ove si debba ridurre un legato o una donazione concernenti un immobile, i legittimari lesi nella legittima hanno diritto di essere soddisfatti in natura con una parte del bene, sempre che la separazione possa farsi comodamente. In caso contrario, ove la separazione non possa avvenire comodamente, occorre distinguere a seconda della misura della lesione. Se questa supera il quarto della disponibile, i legittimari ricevono il bene per intero, ma sono obbligati a corrispondere al legatario o donatario il valore della disponibile; ove, invece, la misura della lesione sia inferiore ad un quarto della disponibile (Cass. n. 468/1976), ed il beneficiario della disposizione testamentaria o della donazione preferisca soddisfare in danaro i legittimari, può ritenere l'immobile per l'intero.

Il comma 2 regola il caso in cui un legittimario abbia ottenuto la riduzione contro colui, anch'egli legittimario, che abbia ricevuto il legato o la donazione: quest'ultimo può imputare la disposizione, per la parte che eccede la disponibile, alla propria quota di riserva, al fine di evitare la riduzione. Ciò è tuttavia possibile solo qualora il valore dell'immobile non ecceda l'ammontare complessivo della legittima e della disponibile, operando in caso contrario la riduzione secondo le disposizioni precedenti.

Ha osservato la giurisprudenza che la disposizione secondo cui il legatario o il donatario che sia legittimario può ritenere tutto l'immobile, purché il valore di esso non superi l'importo della porzione disponibile e della quota che gli spetta come legittimario, non può trovare applicazione se non sia possibile, per mancanza di altri beni, soddisfare il diritto del legittimario, agente in riduzione, al conseguimento della propria legittima in natura (Cass. n. 5982/1979).

Si desume dalla norma che, in caso di lesione della quota di legittima, il legittimario, pur potendo eliminare la lesione attraverso la sola collazione, può altresì esercitare contestualmente l'azione di riduzione verso il coerede donatario, atteso che soltanto l'accoglimento di tale domanda può assicurargli l'assegnazione dei beni in natura, sia attraverso il subentro nella comunione ereditaria quando la disposizione testamentaria lesiva non riguardi singoli beni, sia attraverso il subentro nella comunione di singoli beni: difatti l'art. 560, nel disciplinarne lo scioglimento, prevede, in via preferenziale, la separazione della parte di bene necessaria per soddisfare il legittimario e, in caso di impossibilità della separazione in natura e dunque di non comoda divisibilità del bene, l'applicazione dei criteri preferenziali specificamente individuati dal comma 2, in deroga a quelli di carattere generale di cui all'art.720 (Cass. n. 39368/2021).

Bibliografia

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