Codice Civile art. 566 - Successione dei figli (1).Successione dei figli (1). [I]. Al padre ed alla madre succedono i figli, in parti uguali. (1) Articolo sostituito dall'art. 76, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154. Il testo recitava: «Successione dei figli legittimi e naturali. [I]. Al padre ed alla madre succedono i figli legittimi e naturali, in parti uguali. [II]. Si applica il terzo comma dell'articolo 537». Ai sensi dell’art. 108, d.lg. n. 154 del 2013, la modifica è entrata in vigore a partire dal 7 febbraio 2014. Precedentemente l'art. 1, comma 11, l. 10 dicembre 2012, n. 219 aveva disposto che nel codice civile, le parole: “figli legittimi” e “figli naturali”, ovunque ricorrono, sono sostituite dalla parola: “figli” . L'articolo era già stato sostituito dall'art. 185 l. 19 maggio 1975, n. 151. InquadramentoPrima della legge sullo stato unico di filiazione (l. n. 219/2012, la cui disciplina, che assicura la piena parità dei diritti, nelle successioni ab intestato, tra figli legittimi e figli nati fuori del matrimonio, deve essere applicata retroattivamente: Cass. n. 9066/2023), la disposizione in commento, all'esito della riforma del diritto di famiglia (l. n. 151/1975) stabiliva che i figli legittimi e naturali succedessero ai loro genitori in parti uguali, facendo però salva, al comma 2, la facoltà di commutazione (v. art. 537). Mentre l'art. 565 individua il primo ordine successorio dei parenti con la formula «discendenti», l'art. 566 si riferisce ai «figli», ivi compresi i nascituri già concepiti al tempo dell'apertura della successione (art. 462, comma 1). La norma va tuttavia letta in combinato disposto con le disposizioni in materia di rappresentazione (artt. 467 ss.), in forza delle quali, in luogo dei figli che non possono o non vogliono accettare l'eredità, sono chiamati i discendenti. L'operatività della vocazione ereditaria per successione legittima presuppone che lo stato di filiazione risulti giuridicamente accertato. Esso spetta ai nati o concepiti in costanza di matrimonio (art. 231), sia pure soltanto putativo (art. 128); ai minori adottati (v. subart. 567); ai figli nati fuori del matrimonio quando la filiazione è stata riconosciuta o giudizialmente dichiarata (v. subart. 573). BibliografiaBianca, Diritto Civile, 2, in La famiglia Le successioni, Milano, 2005; Capozzi, Successioni e donazioni, I, Milano, 2009. |