Codice Civile art. 584 - Successione del coniuge putativo (1).Successione del coniuge putativo (1). [I]. Quando il matrimonio è stato dichiarato nullo dopo la morte di uno dei coniugi, al coniuge superstite di buona fede [128] spetta la quota attribuita al coniuge dalle disposizioni che precedono. Si applica altresì la disposizione del secondo comma dell'articolo 540. [II]. Egli è però escluso dalla successione, quando la persona della cui eredità si tratta è legata da valido matrimonio al momento della morte. (1) Articolo così sostituito dall'art. 192 l. 19 maggio 1975, n. 151. InquadramentoIl coniuge putativo riceve lo stesso trattamento del coniuge validamente coniugato (anche per quanto riguarda il diritto di abitazione di cui all'art. 540) a condizione che: a) la nullità venga pronunciata con sentenza passata in giudicato dopo la morte del de cuius, giacché, in caso contrario, egli non avrebbe lo status di coniuge, sia pure putativo, al momento dell'apertura della successione (Mengoni, 145); b) il defunto non sia legato da valido matrimonio con altra persona al momento della morte. Si sostiene, a quest'ultimo riguardo, in dottrina che la disposizione non priverebbe il coniuge putativo del titolo a succedere, ma gli attribuirebbe un grado postergato rispetto a quello del coniuge legittimo, di modo che la classe del coniuge comprenderebbe eccezionalmente due ordini successori, il primo occupato dal coniuge legittimo, il secondo dal coniuge putativo, il quale potrebbe succedere in tutti i casi in cui il coniuge legittimo non possa o non voglia venire alla successione (Cattaneo, 492; Mengoni, 154). In ogni caso, l'interesse ad agire per nullità del matrimonio ex art. 117, comma 1, c.c. da parte di un terzo, al fine di evitare il pregiudizio di diritti successori vantati verso il coniuge deceduto, che egli potrebbe subire a seguito dell'applicazione dell'art. 584 c.c. a favore del coniuge «putativo», si configura come «legittimo ed attuale» solo ove l'azione proposta sia volta a conseguire la declaratoria di nullità del matrimonio e l'accertamento della mala fede da parte del coniuge superstite, che il terzo attore ha l'onere di allegare, dedurre e dimostrare, in quanto solo in presenza di queste due circostanze il diritto successorio del coniuge superstite recede (Cass. n. 1772/2024). BibliografiaBianca, Diritto Civile, 2, in La famiglia Le successioni, Milano, 2005; Capozzi, Successioni e donazioni, I, Milano, 2009. |