Codice Civile art. 594 - Assegno ai figli nati fuori del matrimonio non riconoscibili (1).

Mauro Di Marzio

Assegno ai figli nati fuori del matrimonio non riconoscibili (1).

[I]. Gli eredi, i legatari e i donatari sono tenuti, in proporzione a quanto hanno ricevuto, a corrispondere ai figli nati fuori del matrimonio (1) di cui all'articolo 279, un assegno vitalizio nei limiti stabiliti dall'articolo 580, se il genitore non ha disposto per donazione o testamento in favore dei figli medesimi. Se il genitore ha disposto in loro favore, essi possono rinunziare alla disposizione e chiedere l'assegno.

(1) L'art. 83, d.lg. 28 dicembre 2013, n. 154, ha sostituito, nella rubrica e nel testo, alla parola «naturali», le parole: «nati fuori del matrimonio». Ai sensi dell’art. 108, d.lg. n. 154 del 2013, la modifica è entrata in vigore a partire dal 7 febbraio 2014.

Inquadramento

Figli nati fuori del matrimonio non riconoscibili, come recita l'attuale rubrica della norma in commento (precedentemente alla riforma ex l. n. 219/2012 e d.lgs. n. 154/2013: « Figli naturali non riconoscibili ») , sono quelli « di cui all'art. 279 », norma, quest'ultima, la quale stabilisce che, in ogni caso in cui non possano proporsi l'azione per la dichiarazione giudiziale di paternità o di maternità, il figlio nato fuori del matrimonio (nell'assetto previgente: figlio naturale) può agire per ottenere il mantenimento, l'istruzione e l'educazione. Dall'art. 279, allora, si viene rinviati alla disciplina dell'azione di dichiarazione giudiziale di paternità e maternità di cui agli artt. 250. ss. Essa consente il riconoscimento del figlio nato fuori del matrimonio in ogni caso, salvo quello dei c.d. “ figli incestuosi”(formulazione lessicale superata dopo la novella ex l. n. 219/2012, cit.) ex art. 251, ora rubricato « Autorizzazione al riconoscimento » e ai sensi del quale il figlio che sia nato da relazione parentali possono essere riconosciuti « previa autorizzazione del giudice avuto riguardo all'interesse del figlio e alla necessità di evitare allo stesso qualsiasi pregiudizio» (v. anche sub art. 251). Sono dunque i “figli incestuosi” quelli non riconoscibili cui la norma allude.

Qui occorre subito un chiarimento. Nell'assetto codicistico rimasto vigente fino alla fine del 2002, i “figli incestuosi” non erano né riconoscibili dai genitori, ex art. 251, comma 1, né titolari dell'azione per la dichiarazione giudiziale di paternità e maternità di cui all'art. 269, consentita soltanto «nei casi in cui il riconoscimento è ammesso». In tale contesto, dunque, l'art. 278, comma 1, stabiliva che: « Le indagini sulla paternità o sulla maternità non sono ammesse nei casi in cui, a norma dell'art. 251, il riconoscimento dei figli incestuosi è vietato ». Tale ultima norma, evidentemente penalizzate per i figli, è però caduta sotto la dichiarazione di illegittimità costituzionale della medesima laddove, appunto, escludeva la dichiarazione giudiziale della paternità e della maternità naturali e le relative indagini, nei casi in cui il riconoscimento dei figli incestuosi era vietato (Corte cost. n. 494/2002). A seguito dell'intervento della Consulta, dunque, i figli incestuosi permangono non riconoscibili, ma possono acquistare lo status filiationis attraverso l'azione per la dichiarazione giudiziale di paternità e maternità, la quale — ricordiamo incidentalmente — non richiede più il previo giudizio di ammissibilità dell'azione di cui all'art. 274, dichiarato anch'esso incostituzionale (Corte cost. n. 50/2006).

Sembra allora ineluttabile ritenere che, qualora i figli incestuosi abbiano vittoriosamente esperito l'azione per dichiarazione giudiziale di paternità e maternità, la norma in commento non debba applicarsi loro, non rientrando più essi nella categoria dei figli naturali non riconoscibili. Difatti, vale in generale osservare che l'assegno vitalizio previsto dalla norma in commento, così come dall'art. 580, in tanto spetta, in quanto il figlio naturale non risulti essere stato equiparato per via giudiziaria al figlio legittimo: « Il figlio naturale riconosciuto è erede del genitore naturale alla stessa stregua dei figli legittimi onde il suo diritto al mantenimento da parte del genitore naturale deceduto si converte in diritto ereditario laddove nulla può essere chiesto a tale titolo agli altri eredi, gravando su di essi l'obbligo di mantenimento e/o alimentare solo a favore dei figli naturali non riconosciuti o non riconoscibili, ai sensi del combinato disposto degli art. 580 e 594 » (Cass. n. 15100/2005).

Dopo di che si deve sottolineare che la collocazione della norma — introdotta con la riforma del diritto di famiglia ai sensi dell'art. 195 l. 19 maggio 1975, n. 151 — nel capo terzo del titolo terzo, dedicato alla capacità di ricevere per testamento, appare errata, dal momento che essa non prevede affatto che i figli incestuosi non possano ricevere per testamento e, anzi, è chiamata ad operare «se il genitore non ha disposto per donazione o testamento in favore dei figli medesimi», ovvero se, avendo il genitore disposto per donazione o testamento, i figli incestuosi ritengano più conveniente rinunciare alla disposizione e chiedere l'assegno vitalizio. Dalla norma, in definitiva, « si argomenta che il de cuius può attribuire al figlio non riconoscibile l'intera quota della disponibile, anche in presenza di altri legittimari, e che pertanto il figlio naturale non riconoscibile non è certamente incapace, neppure parzialmente, di ricevere per testamento » (Sibilia, 1980, 230).

Dalla nuova formulazione, quindi, emerge che il figlio naturale, ancorché non riconoscibile, risulta legittimario, giacché il suo diritto all'assegno vitalizio può essere fatto valere non soltanto nei confronti degli eredi e dei legatari, ma anche nei confronti dei donatari del de cuius (Sibilia, 1980, 229).

Non si dubita, perciò, che l'assegno vitalizio in discorso costituisca diritto di natura successoria e non abbia carattere alimentare, non essendo «condizionato in alcun modo dallo stato di bisogno del richiedente, che potrebbe anche essere persona facoltosa, né dallo stato di maggiore o minore possidenza dell'obbligato» (Caramazza, in Comm. De M. 1982, 83). In particolare si ritiene trattarsi di legato ex lege, sulla scia dell'opinione dottrinale già formatasi nel vigore del vecchio testo (Giannattasio, 1961, 70).

Dalla natura successoria del diritto derivano significative conseguenze pratiche, tra le quali merita evidenziare che gli interessi sull'assegno decorrono dalla scadenza delle singole rate a partire dall'apertura della successione e fino a soddisfo (Cass. n. 65/1946). Ed inoltre, il diritto all'assegno, attesa la sua natura, si trasmette per causa di morte agli eredi del beneficiario.

L'assegno spetta « nei limiti stabiliti dall'art. 580 », sicché per la sua quantificazione occorre rinviare al commento di detta norma.

Passando all'esame delle condizioni per il conseguimento dell'assegno, vale osservare che esso richiede la dimostrazione, da parte dell'interessato, della sua qualità di figlio naturale non riconoscibile. A tal riguardo deve rammentarsi che la S.C. ha talora ritenuto ammissibile l'accertamento incidenter tantum della filiazione naturale, indipendentemente dal riconoscimento o dall'attribuzione di uno status personale (Cass. n. 467/1986). E siffatta soluzione è stata ritenuta conforme a legge proprio con riguardo alle sole fattispecie disciplinate dall'art. 580 (Diritti dei figli naturali non riconoscibili) e dall'art. 594 (Assegno ai figli naturali non riconoscibili). L'ammissibilità dell'accertamento incidenter tantum della filiazione naturale, in altri termini, è stata riconosciuta in favore di coloro — i figli incestuosi, appunto — che si trovassero nell'impossibilità assoluta, cioè originaria, di proporre l'azione per la dichiarazione giudiziale di paternità (Cass. n. 9065/1999). Ma, una volta che il giudice delle leggi, come si in precedenza osservato, ha fatto cadere l'ostacolo all'esercizio della menzionata azione da parte dei figli incestuosi, potrebbe non esservi più ragione di consentire ai medesimi il conseguimento di un accertamento soltanto incidentale del loro status filiationis. In tal senso un giudice di merito ha ritenuto che: « La domanda di accertamento incidenter tantum, senza che ciò costituisca pronuncia di accertamento di stato, del vincolo di filiazione naturale non riconoscibile — spiegata nell'ambito di un giudizio per risarcimento danni da morte di un congiunto conseguente a fatto illecito — non è ammissibile ai sensi dell'art. 34 c.p.c.; su tale domanda, infatti, non è possibile provvedere incidentalmente senza efficacia di giudicato e con effetto limitato alla controversia principale » (Trib. Venezia 31 luglio 2006).

Ma, d'altro canto, una volta che il figlio incestuoso fosse chiamato ad intentare con successo, ai sensi dell'art. 269, l'azione di dichiarazione giudiziale di paternità e maternità, non gli si applicherebbe più, secondo quanto precedentemente osservato, l'art. 594. Sicché, in definitiva, se si accede all'opinione riassunta nell'ultima massima trascritta, si finisce per dare ingresso ad un'interpretazione abrogatrice. Ed allora, per ritenere la norma in discorso tuttora vigente, deve ammettersi che il figlio incestuoso possa optare non già per l'accertamento in via principale di detto suo status mediante l'azione di dichiarazione giudiziale di paternità e maternità, bensì per la richiesta dell'assegno vitalizio previsto dalla norma in esame, previo accertamento soltanto incidentale, secondo il vecchio indirizzo giurisprudenziale rammentato, della sua qualità.

Legittimati passivi dell'azione volta all'ottenimento dell'assegno sono gli eredi, i legatari e i donatari del de cuius. Si ritiene che non si tratti di obbligazione solidale, dal momento che ciascuno è tenuto verso il richiedente solo in proporzione di quanto abbia ricevuto, al netto delle passività ereditarie e di quelle fiscali (Caramazza, in Comm. De M. 1982, 85). L'assegno può essere chiesto indifferentemente all'uno o all'altro degli obbligati.

È stato ritenuto che il diritto richiedere l'assegno sia soggetto alla normale prescrizione decennale decorrente, nel caso in cui la filiazione già risulti, dal momento dell'apertura della successione e, negli altri casi, dal momento in cui la filiazione sia stata accertata con sentenza passata in giudicato (Caramazza, in Comm. De M. 1982, 85).

Bibliografia

Allara, Principi di diritto testamentario, Torino, 1957; Azzariti-Martinez-Azzariti, Successioni per causa di morte e donazioni, Padova, 1973; Cannizzo, Successioni testamentarie, Roma, 1996; Capozzi, Successioni e donazioni, I, Milano, 1983; Cicu, Testamento, Milano, 1969; Di Marzio-Matteini Chiari, Le successioni testamentarie, Milano, 2013; Giampiccolo, Il contenuto atipico del testamento, Milano, 1954; Giannattasio, Delle successioni. Successioni testamentarie, in Comm. cod. civ., Torino, 1961; Greco, Progetto di testamento, minuta di testamento, testamento olografo. Criteri di distinzione, in Giur. compl. Cass. civ. 1953, V, 714-719; Lipari, Autonomia privata e testamento, Milano, 1970; Marmocchi, Forma dei testamenti, Successioni e donazioni, I, Padova, 1994; Pasetti, La sanatoria per conferma del testamento e della donazione, Padova, 1953; Rescigno, Interpretazione del testamento, Napoli, 1952; Rescigno, Il “progetto” di testamento, in Foro it. I, 1954, 1243-1247; Scalia, Confermabilità del testamento orale: prova della volontà del de cuius, certezza dei rapporti e funzione notarile. Alcune riflessioni sul tema, in Riv. not. 1994, II, 166-170; Sibilia, Delle successioni testamentarie. Disposizioni generali. Della capacità di disporre del testamento. Della capacità di ricevere per testamento, in Cod. Civ. annotato, diretto da Perlingieri, Torino, 1980; Trabucchi, A proposito dell'efficacia di una “minuta” di testamento olografo, in Giur. it. I, 2, 1953,313-318, Triola, Il testamento, Milano, 1998; Venditti, Un caso controverso di disposizione testamentaria orale eseguita volontariamente ai sensi dell'art. 590, in Dir. e giust. 1989, 408-433; Vismara, Codicillo, in Enc. dir., VII, Milano, 1960, 290-295.

Vuoi leggere tutti i contenuti?

Attiva la prova gratuita per 15 giorni, oppure abbonati subito per poter
continuare a leggere questo e tanti altri articoli.

Sommario