Codice Civile art. 651 - Legato di cosa dell'onerato o di un terzo.

Mauro Di Marzio

Legato di cosa dell'onerato o di un terzo.

[I]. Il legato di cosa dell'onerato o di un terzo è nullo, salvo che dal testamento o da altra dichiarazione scritta dal testatore risulti che questi sapeva che la cosa legata apparteneva all'onerato o al terzo [656 2, 669]. In questo ultimo caso l'onerato è obbligato ad acquistare la proprietà della cosa dal terzo e a trasferirla al legatario [1478], ma è in sua facoltà di pagarne al legatario il giusto prezzo [1474 3].

[II]. Se però la cosa legata, pur appartenendo ad altri al tempo del testamento, si trova in proprietà del testatore al momento della sua morte, il legato è valido.

Inquadramento

La disposizione in commento disciplina le ipotesi in cui la cosa legata non fosse di proprietà del testatore al momento della redazione del testamento, ma appartenga all'erede onerato del relativo adempimento ovvero ad un terzo: in tal caso la disposizione testamentaria è nulla, giacché il legislatore presume che il testatore, ove avesse saputo dell'altruità della cosa, non l'avrebbe fatta oggetto della disposizione (Azzariti, 538). Si ritiene in altri termini che, operando nella materia testamentaria il principio di personalità del testamento, debba presumersi che il testatore voglia disporre di beni propri. Tale regola incontra però due eccezioni: a) se il testatore sapeva dell'altruità della cosa; b) se, essendo la cosa altrui all'epoca della redazione del testamento, essa sia stata acquistata successivamente dal testatore, così da rientrare nel suo patrimonio al momento dell'apertura della successione.

La conoscenza dell'altruità della cosa deve risultare dal testamento da altra dichiarazione scritta del testatore. Tuttavia, ai fini della validità del legato di cosa dell'onerato o di un terzo, la dichiarazione scritta dalla quale può risultare la conoscenza, da parte del testatore, della appartenenza ad altri della cosa legata non dev'essere necessariamente coeva o posteriore al testamento, ma può essere anche anteriore ad esso, purché, in tal caso, non sia fornita la prova di un mutamento della situazione giuridica della cosa o di un mutamento della conoscenza del testatore (Cass. n. 484/1980).

In caso di legato di cosa altrui, che il testatore abbia consapevolmente disposto, occorre distinguere a seconda che la cosa sia di proprietà dell'onerato oppure di un terzo. Nel primo caso, l'onerato è obbligato a trasferire la cosa al beneficiario, il quale può ottenere l'esecuzione dell'obbligo attraverso l'esecuzione specifica di cui all'art. 2932 (Cass. n. 645/1970, ove si chiarisce anche che, in detta ipotesi, l'onerato non può liberarsi pagando il giusto prezzo). Nel secondo caso l'onerato ha la scelta tra l'acquistare la cosa dal terzo e trasferirla al beneficiario ovvero pagare il giusto prezzo. In tal senso la S.C. n. ha affermato che il legato di cosa di proprietà di un terzo, quando sia valido, facultizza l'onerato o di acquistare la proprietà della cosa dal terzo e trasferirla al legatario, oppure di pagarne al legatario il giusto prezzo. L'art 657, comma 2, stabilisce poi che se, dopo la confezione del testamento, la cosa legata è stata dal legatario acquistata dal terzo a titolo oneroso, il legato rimane valido ed il legatario ha diritto al rimborso del prezzo, qualora ricorrano le circostanze indicate nell'art. 651, e cioè quando dal testamento o da altra dichiarazione scritta dal testatore risulti che questi sapeva che la cosa legata apparteneva al terzo. La legge non prescrive, pertanto, che il legatario, prima di acquistare dal terzo la cosa a lui legata, debba comunque interpellare o informare l'onerato e, devesi quindi ritenere che la facoltà di scelta attribuita al medesimo dall'art. 651 è esercitabile fino a quando il legatario non acquisti egli stesso la cosa, come la legge gli dà facoltà di fare dopo la confezione del testamento, senza distinguere tra acquisto effettuato prima o dopo l'apertura della successione (Cass. n. 918/1962).

Quanto al giusto prezzo, nell'ipotesi di legato di cosa altrui, il legatario, in conseguenza della facoltà esercitata dall'erede di pagare il giusto prezzo dell'immobile oggetto del legato ex art. 651, diviene titolare di un diritto di credito, che va rapportato al bene immobile e che va valutato sulla base del valore venale in comune commercio dell'immobile stesso (Cass. n. 14685/2005).

Ove un bene, acquistato dal de cuius con patto di riservato dominio, sia oggetto di un legato, prima che ne sia stato pagato interamente il prezzo, si è in presenza del legato di cosa di terzo, previsto dall'art. 651, ed il pagamento delle rimanenti rate del prezzo costituisce debito degli eredi accettanti, quale debito dell'eredità verso i terzi creditori di essa e quale mezzo per l'adempimento del legato (Cass. n. 3143/1974).

Bibliografia

Azzariti, Le successioni e le donazioni, Napoli, 1990; Bonilini, Il legato, in Trattato delle successioni e delle donazioni, II, Milano, 2010; Capozzi, Successioni e donazioni, II, Milano, 1982; Caramazza, Delle successioni testamentarie, in Comm. cod. civ., diretto da De Martino, Roma, 1982;Cicu, Il testamento, Milano 1969; Gangi, La successione testamentaria, II, Milano, 1964; Genghini e Carbone, Le successioni per causa di morte, II, Padova, 2012; Giordano Mondello, Legato (dir. civ.), in Enc. dir., XXIII, Milano 1973, 719; Lops, Il legato, Trattato breve delle successioni e donazioni, diretto da Rescigno e coordinato da Ieva, I, Padova, 2010; Pugliatti, Delle successioni, Comm. D'Amelio-Finzi, Firenze, 1941.

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