Codice Civile art. 653 - Legato di cosa genericamente determinata.InquadramentoLa disposizione in commento disciplina il legato di genere, ossia quello che ha ad oggetto cose per l'appunto determinate solo nel genere. Esso si contrappone al legato di specie che ha invece ad oggetto una cosa determinata. Mentre il legato di specie ha natura reale e, cioè, comporta automaticamente l'acquisto della cosa legata da parte del legatario, il legato di genere ha efficacia obbligatoria, secondo la regola generale stabilita dall'art. 1378: la proprietà della cosa si trasferisce con la specificazione. Detto legato dà dunque luogo al sorgere di un'obbligazione di cui sono parti l'erede dal lato passivo ed il legatario da quello attivo. Alla luce del dato normativo il legato di una certa quantità di cose determinate solo nel genere è valido tanto se delle cose legate ve ne siano nel patrimonio ereditario al tempo dell'apertura della successione quanto se non ve ne siano, a meno che non risulti chiaramente che il testatore intese riferirsi a quelle esistenti nel suo patrimonio al momento della morte (Cass. n. 7082/1995). Il genere cui la cosa legata — può trattarsi sia di mobili che di immobili: ad esempio x ettari del più ampio fondo y — appartiene deve essere sufficientemente specificato dal momento che, se così non fosse, si verificherebbe la nullità prevista dall'art. 632 (Azzariti, 544). In ordine alla sufficiente determinazione della cosa generica, la S.C. n. ha affermato che l'art. 1346, ancorché dettato in materia di contratti, deve ritenersi applicabile per la sua portata generale ad ogni tipo di negozio, inter vivos o mortis causa relativamente ai requisiti dell'oggetto. Pertanto è valido il legato di somme di danaro non direttamente determinate dal testatore, ma determinabili in base a criteri dettati nel testamento dal testatore medesimo (Cass. n. 2708/1992, concernente legato di somma parametrata al ricavato dalla vendita di un appartamento compreso nell'asse ereditario «alle migliori condizioni auspicabili»). È stato per converso affermato che la disposizione testamentaria con cui il testatore abbia lasciato ad un legatario le somme ricavabili dalla vendita dei beni mobili presenti nella propria abitazione alla data dell'apertura della successione, nonché le somme risultanti a credito su un conto corrente bancario sempre al momento della sua morte, ha natura non di legato di genere, ma di legato di specie in relazione alla percezione di quei determinati importi, essendo evidente l'intenzione del de cuius di considerare il denaro, quanto al primo oggetto, come espressione della monetizzazione del suo patrimonio mobiliare, e di attribuire, col secondo lascito, non già un qualche ammontare di numerario, quanto il diritto di esigere il capitale e gli interessi presenti in conto in un certo momento (Cass. n. 14358/2013). Inoltre, la disposizione testamentaria con cui il testatore abbia lasciato ad un legatario le somme risultanti a credito su un conto corrente bancario al momento della sua morte è un legato di specie; per converso, il legato di somme di denaro, senza indicazione di un conto specifico, va qualificato legato di genere con conseguente applicazione dell'art. 653 c.c.. Ed infatti, solo nel primo caso è evidente l'intenzione del de cuius di attribuire non un generico ammontare numerario, ma piuttosto il diritto ad esigere il capitale e gli interessi presenti su un conto in un determinato momento (Cass. II, n. 15661/2020). BibliografiaAzzariti, Le successioni e le donazioni, Napoli, 1990; Bonilini, Il legato, in Trattato delle successioni e delle donazioni, II, Milano, 2010; Capozzi, Successioni e donazioni, II, Milano, 1982; Caramazza, Delle successioni testamentarie, in Comm. cod. civ., diretto da De Martino, Roma, 1982;Cicu, Il testamento, Milano 1969; Gangi, La successione testamentaria, II, Milano, 1964; Genghini e Carbone, Le successioni per causa di morte, II, Padova, 2012; Giordano Mondello, Legato (dir. civ.), in Enc. dir., XXIII, Milano 1973, 719; Lops, Il legato, Trattato breve delle successioni e donazioni, diretto da Rescigno e coordinato da Ieva, I, Padova, 2010; Pugliatti, Delle successioni, Comm. D'Amelio-Finzi, Firenze, 1941. |