Codice Civile art. 657 - Legato di cosa acquistata dal legatario.

Mauro Di Marzio

Legato di cosa acquistata dal legatario.

[I]. Se il legatario, dopo la confezione del testamento, ha acquistato dal testatore, a titolo oneroso o a titolo gratuito, la cosa a lui legata, il legato è senza effetto in conformità dell'articolo 686.

[II]. Se dopo la confezione del testamento la cosa legata è stata dal legatario acquistata, a titolo gratuito, dall'onerato o da un terzo, il legato è senza effetto; se l'acquisto ha avuto luogo a titolo oneroso, il legatario ha diritto al rimborso del prezzo, qualora ricorrano le circostanze indicate dall'articolo 651.

Inquadramento

La disposizione in commento regola il caso in cui il bene legato, non appartenente al legatario al tempo della redazione del testamento, tale sia divenuto, per altro titolo (per acquisto dal testatore o dall'onerato o da un terzo), al momento della morte del testatore. Si ritiene che la norma abbia carattere meramente dispositivo e che non sia, dunque, applicabile, nel caso in cui il testatore abbia espresso diversa volontà (Genghini e Carbone, 1435).

Sono in particolare disciplinate quattro diverse ipotesi: acquisto dal testatore a titolo gratuito od a titolo oneroso; acquisto dall'onerato o dal terzo, a titolo gratuito od a titolo oneroso.

In entrambe le ipotesi di acquisto della cosa dal testatore, indifferentemente per il caso di acquisto a titolo gratuito e di acquisto a titolo oneroso, il legato è inefficace. Ciò in quanto l'acquisto «caduca il legato per mancanza di oggetto, ed anche perché il testatore, con un fatto proprio, ha alienato la cosa legata, con ciò tacitamente revocando il legato» (Genghini e Carbone, 1435). A tale ragione di inefficacia si aggiunge l'altra, consistente nell'impossibilità del concorso di due cause acquisitive in capo allo stesso avente causa, rispetto all'identico oggetto (Genghini e Carbone, 1435).

In dottrina è stata affermata l'efficacia della disposizione di legato ove l'alienazione da parte del testatore al legatario, successiva alla redazione del testamento, sia annullata per incapacità di intendere e volere dell'alienante (Masi, in Comm. S. B., 1979, 75).

Di tale avviso si è mostrata anche la giurisprudenza, affermando che dal combinato disposto del comma 1 dell'art. 657 e del comma 1 dell'art. 686 si desume la piena efficacia di un legato avente per oggetto beni i quali, successivamente alla redazione del testamento, siano stati dal testatore alienati al legatario per un atto fra vivi annullato per incapacità di intendere e di volere dell'alienante (Cass. n. 2763/1968).

Si discute inoltre, in proposito, se il richiamo all'art. 686 debba intendersi riferito anche all'ultimo comma di tale disposizione, il quale ammette la prova di una diversa volontà del testatore. Secondo l'opinione prevalente la norma ha riguardo al caso in cui, all'apertura della successione, la cosa legata si trovi in proprietà del legatario per essere stata dallo stesso acquistata dopo la confezione del testamento: perciò non ricorrono i presupposti per la ricerca di una volontà del testatore contraria alla presunzione di revoca, in quanto, sulla base dell'art. 686, tale ricerca può essere consentita unicamente in relazione all'ipotesi in cui la proprietà della cosa oggetto della disposizione sia stata riacquistata dal testatore (Masi, in Comm. S. B., 1979, 75).

Il legato è senza effetti anche qualora il legatario abbia acquistato la cosa dal terzo a titolo gratuito. Ed invero, anche in tal caso, così come per il caso di acquisto a titolo gratuito dal testatore, il beneficio si è già verificato al di fuori del fenomeno successorio (Masi, in Comm. S. B., 1979, 76).

Nel caso in cui l'acquisto del bene legato da parte del legatario sia avvenuto a titolo oneroso, il legatario medesimo ha diritto al rimborso del prezzo qualora risulti che il testatore era a conoscenza dell'appartenenza della cosa legata all'onerato o ad un terzo.

Si è posto il quesito se la norma sia applicabile anche nell'ipotesi in cui il legatario abbia acquistato la cosa legata dall'onerato o dal terzo dopo la morte del testatore. In dottrina l'interrogativo ha ricevuto risposta negativa, sul rilievo che «l'acquisto a titolo oneroso della cosa legata da parte del legatario a conoscenza della disposizione nei confronti dell'onerato ovvero di un terzo può implicare la rinunzia al legato» (Masi, in Comm. S. B., 1979, 78).

Di segno diverso l'opinione della giurisprudenza, secondo la quale il legato di cosa di proprietà di un terzo, quando sia valido, facultizza l'onerato o di acquistare la proprietà della cosa dal terzo e trasferirla al legatario, oppure di pagarne al legatario il giusto prezzo. L'art. 657, comma 2, stabilisce poi che se, dopo la confezione del testamento, la cosa legata è stata dal legatario acquistata dal terzo a titolo oneroso, il legato rimane valido ed il legatario ha diritto al rimborso del prezzo, qualora ricorrano le circostanze indicate nell'art. 651, e cioè quando dal testamento o da altra dichiarazione scritta dal testatore risulti che questi sapeva che la cosa legata apparteneva al terzo. La legge non prescrive, pertanto, che il legatario, prima di acquistare dal terzo la cosa a lui legata, debba comunque interpellare o informare l'onerato e, devesi quindi ritenere che la facoltà di scelta attribuita al medesimo dall'art. 651 è esercitabile fino a quando il legatario non acquisti egli stesso la cosa, come la legge gli dà facoltà di fare dopo la confezione del testamento, senza distinguere tra acquisto effettuato prima o dopo l'apertura della successione (Cass. n. 918/1962).

Il rimborso ha ad oggetto la somma prezzo effettivamente pagata, con l'aggiunta delle spese (avendo anche queste contribuito a diminuire il patrimonio del legatario), e non, invece, il giusto prezzo della cosa (Masi in Comm. S. B., 1979, 77; Genghini e Carbone, 1438).

Bibliografia

Azzariti, Le successioni e le donazioni, Napoli, 1990; Bonilini, Il legato, in Trattato delle successioni e delle donazioni, II, Milano, 2010; Capozzi, Successioni e donazioni, II, Milano, 1982; Caramazza, Delle successioni testamentarie, in Comm. cod. civ., diretto da De Martino, Roma, 1982;Cicu, Il testamento, Milano 1969; Gangi, La successione testamentaria, II, Milano, 1964; Genghini e Carbone, Le successioni per causa di morte, II, Padova, 2012; Giordano Mondello, Legato (dir. civ.), in Enc. dir., XXIII, Milano 1973, 719; Lops, Il legato, Trattato breve delle successioni e donazioni, diretto da Rescigno e coordinato da Ieva, I, Padova, 2010; Pugliatti, Delle successioni, Comm. D'Amelio-Finzi, Firenze, 1941.

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