Codice Civile art. 662 - Onere della prestazione del legato.

Mauro Di Marzio

Onere della prestazione del legato.

[I]. Il testatore può porre la prestazione del legato a carico degli eredi ovvero a carico di uno o più legatari [671]. Quando il testatore non ha disposto, alla prestazione sono tenuti gli eredi.

[II]. Su ciascuno dei diversi onerati il legato grava in proporzione della rispettiva quota ereditaria o del legato, se il testatore non ha diversamente disposto.

Inquadramento

La disposizione in commento stabilisce che il testatore può porre il legato a carico degli eredi o di uno o più legatari. In caso di legato a carico degli eredi o di alcuni di essi, ex art. 663 (Masi, in Comm. S. B., 1979, 107), può trattarsi sia degli eredi testamentari, di quelli legittimi, nell'ipotesi in cui il testamento contenga solo disposizioni a titolo particolare. In caso di legato gravante sui legatari si discorre in dottrina di sublegato.

In giurisprudenza è stato in proposito affermato che ai sensi dell'art. 662 il legato Può essere disposto a carico degli eredi, ovvero a carico di uno o più legatari. Quando il testatore non abbia provveduto al riguardo, mancando del tutto l'indicazione dell'onerato, nemmeno ricavabile dalla scheda testamentaria in via di interpretazione, alla prestazione sono tenuti gli eredi. Se, però, l'indicazione è contenuta nella clausola testamentaria, ma si riferisce a persona diversa da quelle che, secondo la medesima norma, possono essere validamente onerate dalla prestazione del legato, la non coercibilità della disposizione a carico del terzo non comporta che la designazione di questi debba considerarsi tamquam non esset e che operi, pertanto, l'obbligo a carico degli eredi. La disposizione dell'art. 662 è fondata, infatti, sulla volontà presunta del testatore, che non può essere invocata, quando lo stesso testatore abbia stabilito che una persona determinata, diversa dagli eredi e dai legatari, sia tenuta a prestare il legato (Cass. n. 1181/1967).

Nelle ipotesi in cui l'onerato venga, per qualsiasi ragione, a mancare, l'onere si trasferisce a carico di chi a lui subentra, a meno che il testatore abbia diversamente disposto oppure si tratti di onere a carattere personale (artt. 676, comma 2, e 677, comma 2).

In caso di legato gravante su un legittimario, istituito nella quota di legittima, è stato affermato che il legato è colpito da nullità, per effetto dell'applicazione della regola stabilita dall'art. 549, configurandosi il legato come peso sulla legittima; ove, al contrario, il legato gravi sull'eredità, il legittimario leso nella sua quota potrà agire in riduzione per ottenere lo spostamento del peso del legato sulla quota disponibile, nella misura in cui sia necessario per conseguire la legittima (Genghini e Carbone, 1375).

A tale proposito, in giurisprudenza è stato affermato che l'onere imposto dal testatore all'erede di alienare gli elementi attivi del compendio ereditario al fine di soddisfare i legati, sì da risultarne lesione della quota di riserva, non è di per sé illecito, sì da rendere nulli i legati, in quanto determinante la volontà del testatore, giacché le disposizioni testamentarie lesive della quota di riserva non sono nulle, ma sono soggette soltanto all'azione di riduzione, che forma oggetto di una mera facoltà del legittimario da esercitarsi alle condizioni stabilite dalla legge (Cass. n. 2708/1992).

Quanto al sub-legato, sarebbe errato pensare che tale espressione suggerisca un rapporto di dipendenza assoluta tra le due disposizioni: l'acquisto del sub-legatario non si attua cioè attraverso l'interposizione del legatario onerato (Giordano Mondello, 719). Il diritto viene acquistato dal sub-legatario direttamente dal testatore, secondo la regola generale dell'art. 649 (Genghini e Carbone, 1382; Giordano Mondello, 719).

Bibliografia

Azzariti, Le successioni e le donazioni, Napoli, 1990; Bonilini, Il legato, in Trattato delle successioni e delle donazioni, II, Milano, 2010; Capozzi, Successioni e donazioni, II, Milano, 1982; Caramazza, Delle successioni testamentarie, in Comm. cod. civ., diretto da De Martino, Roma, 1982;Cicu, Il testamento, Milano 1969; Gangi, La successione testamentaria, II, Milano, 1964; Genghini e Carbone, Le successioni per causa di morte, II, Padova, 2012; Giordano Mondello, Legato (dir. civ.), in Enc. dir., XXIII, Milano 1973, 719; Lops, Il legato, Trattato breve delle successioni e donazioni, diretto da Rescigno e coordinato da Ieva, I, Padova, 2010; Pugliatti, Delle successioni, Comm. D'Amelio-Finzi, Firenze, 1941.

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