Codice Civile art. 671 - Legati e oneri a carico del legatario.Legati e oneri a carico del legatario. [I]. Il legatario è tenuto all'adempimento del legato e di ogni altro onere a lui imposto entro i limiti del valore della cosa legata [793 2]. InquadramentoL'adempimento del legato può dal testatore essere posto a carico del legatario, secondo quanto previsto dall'art. 662, al cui commento si rinvia. In tal caso il legatario — a differenza dell'erede, salvo non abbia accettato con beneficio d'inventario — è tenuto all'adempimento del legato entro i limiti del valore della cosa legata. Tale valore si determina con riferimento al tempo dell'adempimento e non a quello dell'apertura della successione: l'opposto soluzione condurrebbe infatti «a risultati iniqui in caso di notevoli alterazioni di valore fra il momento dell'apertura della successione e quello nel quale l'onere deve essere adempiuto» (Masi, in Comm. S. B., 1979, 149). Occorre inoltre fa riferimento al valore della cosa senza considerare né i frutti, né le spese per la sua conservazione (Masi, in Comm. S. B., 1979, 149). È costituito dal valore capitale della cosa legata, e non dalla rendita il limite, oltre il quale il legatario non è più tenuto all'adempimento del legato (Cass. n. 2585/1953). Il legatario risponde inoltre intra vires di ogni altro onere a lui imposto (per l'onere apposto al legato v. sub art. 647). Ne discende, a tale ultimo riguardo, che è valido il legato qualora l'onere a carico del legatario assorba per intero il valore del medesimo (Cass. n. 16846/2007; Cass. n. 812/1983). L'onere può consistere anche nel pagamento di debiti ereditari, debiti dei quali di regola il legatario non risponde. Traendo argomento dalla previsione dell'art. 673, comma 2, secondo cui l'obbligazione dell'onerato si estingue se, dopo la morte del testatore, la prestazione è divenuta impossibile per causa a lui non imputabile, si afferma inoltre che la responsabilità del legatario incontra un limite dell'integrale svuotamento di valore del legato (Caramazza, 427). Può accadere che il legatario adempia il legato o l'onere oltre i limiti normativamente previsti. In tal caso, potrà configurarsi un indebito oppure una liberalità oppure, laddove concorrano circostanze che facciano ritenere che la prestazione è stata compiuta in esecuzione di doveri morali o sociali, l'adempimento di un'obbligazione naturale (Genghini e Carbone, 1374). In caso di obbligazione naturale non trova applicazione l'azione di ripetizione di indebito (art. 2034). È stata negata l'applicabilità dell'azione di ripetizione dell'indebito anche nel caso in cui il legatario sia stato a conoscenza della «sproporzione fra il valore della cosa legata e quello della prestazione a suo carico» (Masi, in Comm. S. B., 1979, 150). In giurisprudenza è stato affermato che il legato di azienda ha ad oggetto, salvo diversa volontà del testatore, il complesso unitario dei beni organizzati per l'esercizio dell'impresa, comprensivo di tutti i rapporti patrimoniali di debito-credito che ad essa fanno capo, sicché, trovando applicazione le regole successorie, il legatario è tenuto al pagamento dei debiti aziendali, ancorché nei limiti del valore dell'azienda medesima, ex art. 671 (Cass. n. 1720/2016). In un caso in cui il testatore aveva lasciato un fondo a titolo di prelegato a un figlio, con l'obbligo di corrispondere all'altro figlio la metà del valore di detto fondo, sempre a titolo di prelegato, la S.C. ha stabilito che nella successione testamentaria, si configura il sublegato quando onerato è un legatario o un prelegatario e onorato è un terzo o un erede, anche se prelegatario (Cass. n. 4269/2013, che ha confermato la qualificazione operata dal giudice di merito, nel senso del sublegato e non dell'onere, con conseguente inapplicabilità della risoluzione ex art. 648). BibliografiaAzzariti, Le successioni e le donazioni, Napoli, 1990; Bonilini, Il legato, in Trattato delle successioni e delle donazioni, II, Milano, 2010; Capozzi, Successioni e donazioni, II, Milano, 1982; Caramazza, Delle successioni testamentarie, in Comm. cod. civ., diretto da De Martino, Roma, 1982;Cicu, Il testamento, Milano 1969; Gangi, La successione testamentaria, II, Milano, 1964; Genghini e Carbone, Le successioni per causa di morte, II, Padova, 2012; Giordano Mondello, Legato (dir. civ.), in Enc. dir., XXIII, Milano 1973, 719; Lops, Il legato, Trattato breve delle successioni e donazioni, diretto da Rescigno e coordinato da Ieva, I, Padova, 2010; Pugliatti, Delle successioni, Comm. D'Amelio-Finzi, Firenze, 1941. |