Codice Civile art. 719 - Vendita dei beni per il pagamento dei debiti ereditari.Vendita dei beni per il pagamento dei debiti ereditari. [I]. Se i coeredi aventi diritto a più della metà dell'asse concordano nella necessità della vendita per il pagamento dei debiti e pesi ereditari [752 ss.], si procede [747 ss. c.p.c.] alla vendita all'incanto dei beni mobili e, se occorre, di quei beni immobili la cui alienazione rechi minor pregiudizio agli interessi dei condividenti [2646; 787, 788 c.p.c.]. [II]. Quando concorre il consenso di tutte le parti, la vendita può seguire tra i soli condividenti e senza pubblicità, salvo che vi sia opposizione dei legatari o dei creditori. InquadramentoLa ratio della norma va individuata nel fatto che qualora i coeredi non provvedano autonomamente al pagamento pro-quota dei debiti ereditari può diventare necessaria la vendita dei beni ereditari per il soddisfacimento dei debiti medesimi. Per questi motivi, si consente ai coeredi aventi diritto a più della metà dell'asse di decidere, prima della divisione, la vendita all'incanto dei beni mobili e, se occorre, di quei beni immobili la cui alienazione rechi minor pregiudizio agli interessi dei condividenti, proprio ai fini del pagamento dei debiti e dei pesi ereditari. Presupposti e condizioni per l'applicazione della normaSecondo la giurisprudenza di legittimità, la «necessità della vendita», sulla quale, ai sensi del primo comma dell'art. 719 debbono concordare i coeredi aventi diritto a più della metà dell'asse, ricorre allorché nel compendio ereditario manchi o sia insufficiente il denaro liquido, con la constatazione della obiettiva impossibilità di provvedere in tale modo. Il potere della maggioranza di vendere un immobile è, inoltre, condizionato dall'insufficienza dei beni mobili, mentre la scelta dell'immobile da vendere postula la comparazione tra i vari immobili, al fine di stabilire per quale di essi sussista il «minor pregiudizio» (Cass. n. 3732/1985). Ove vi sia il consenso di tutte le parti, la vendita può avere luogo tra i soli condividenti e senza pubblicità, a trattativa privata, salvo che vi sia opposizione dei legatari o dei creditori. Ove, invece, manchi il consenso di tutte le parti, il diritto della minoranza è tutelato con la previsione della priorità della vendita dei beni mobili e della possibilità di vendita solo di quei beni immobili la cui alienazione rechi minor pregiudizio alla futura divisione del patrimonio ereditario. Il mancato rispetto di tali criteri consente alla minoranza, secondo la dottrina, di impugnare la vendita dinanzi all'Autorità Giudiziaria (Mora, 124). BibliografiaBonilini, Divisione, in Dig. Civ., Torino, 1990, 487 e ss.; Mora, Il contratto di divisione, Milano, 1994, 1 e ss.; Mora, La divisione. Effetti, garanzie e impugnative, Milano, 2014, 1 e ss.; Pischetola, La divisione contrattuale. Profili civilistici e fiscali, Roma, 1 ss. |